D’accordo, per il mio primo Game&Watch ho voluto giocarmela facilmente: non sono andato a cercare collegamenti tematici particolari che potessero legare un film od una serie ad un videogioco, ma ho deciso di parlarvi di due prodotti d’intrattenimento la cui connessione è palese già dal titolo. E no, non si tratta di tie-in videoludici o simili, ma di una serie tv che narra la storia di un padre, un figlio ed un videogioco.
Dad of Light: Final Fintasy XIV
Resa disponibile su Netflix a partire dal primo settembre di quest’anno, Dad of Light: Final Fantasy XIV è una miniserie di otto puntate liberamente ispirate ad una storia vera raccontata da un ragazzo giapponese tramite un blog: questa storia parla di un padre assente che durante l’infanzia del blogger non ha saputo prendersi cura della propria famiglia e che negli anni ha ridotto al minimo i rapporti con suo figlio e di un gioco che è stato in grado di riunire padre e figlio e riaprire i rapporti fra i due. La serie TV narra le vicende del giovane Akio Hibata, neo-lavoratore e grande amante dei videogiochi, in particolar modo di Final Fantasy XIV al quale dedica gran parte del suo tempo libero. A seguito del pre-pensionamento del padre Hirotaro, inaspettato visto che il genitore stava per avere una promozione, Akito cerca di instaurare con lui un legame di fiducia e dialogo mai avuto in passato e lo fa con un piano forse un po’ strambo: ricordandosi di un episodio della sua infanzia durante il quale era riuscito (anche se per un breve periodo) a far apprezzare a suo padre un vecchio capitolo di Final Fantasy (il terzo capitolo per l’esattezza), Akito decide di regalargli una console ed una copia di Final Fantasy XIV, uno dei due capitoli MMO della saga, per poterlo accompagnare all’interno della campagna del gioco usando il suo avatar e cercando di diventare suo amico ma senza rivelargli mai la sua identità. Ciò che è interessante da osservare in questa serie sono le dinamiche sociali che vengono messe in atto sia in casa che presso l’ufficio di Akito: in ogni episodio il ragazzo imparerà osservando il comportamento del padre degli insegnamenti di vita che, applicandoli all’interno del contesto quotidiano, permetteranno ad Akito di risolvere i problemi che deve affrontare sul luogo di lavoro. C’è una forte impronta di critica alla società all’interno di Dad of Light, critica non presente nelle pagine virtuali del blog che ha ispirato la vicenda: la vita del padre, un vero workaholic ovvero un dipendente dal lavoro come tante persone che abitano il Giappone, è frutto dell’influsso sociale che si respira nelle grandi città del Sol Levante ed alcuni dei colleghi di lavoro di Akito presentano altre forme di disagio interiore dati dalle pressioni dell’ambiente di lavoro, pressioni che il giovane ragazzo cercherà di volta in volta di abbattere fino a creare un rapporto genuino sia in casa che con i colleghi. L’overacting tipico delle serie TV giapponesi potrebbe risultare fastidioso a più di qualcuno, ma non tolgono molto al prodotto che si presenta meritevole di una visione sia per la sua pur semplice trama sia per le tematiche di fondo che animano le vicende. Unica pecca rimangono forse proprio le scene ambientate ad Eorzea, realizzate con il motore grafico del gioco originale che si dimostrerà inadatto per portare su schermo delle animazioni credibili: del resto non era neanche lo scopo con il quale è stato realizzato.
A Realm Reborn: Final Fantasy XIV
Pare così strano dover “consigliare” un gioco della main saga di un brand così famoso come Final Fantasy, ma mi rendo conto che quando si parla dell’undicesimo e del quattordicesimo capitolo questi vengano bellamente ignorati ai fini del discorso imbastito, anche quando il mio interlocutore si professa un fan di Final Fantasy. “Eh, ma dopo il capitolo 9/10/12 Final Fantasy ha smesso di essere una bella serie”. Potrei anche essere d’accordo con te per quanto riguarda il 13 ed il 15, ma guarda che il 14 è un bel gioco. “Il 14 è un capitolo online, quindi non conta”.
Già, molto spesso la discussione termina con un “il 14 non conta” ed ho passato tanto tempo a pensare perché sia così, non riuscendo a trovare alcuna risposta. Ebbene il quattordicesimo capitolo conta eccome dato che ha in sé tutti gli elementi che hanno in passato reso grande la saga di Square: dalle musiche incredibilmente evocative all’appassionante storia del mondo di Eorzea, passando per i continui richiami alla serie tipici di tutti gli episodi ed ad uno dei gameplay migliori concepiti per un episodio main. Insomma, giocando a Final Fintasy XIV il fan della saga (o presunto tale) ritroverà tutto quello che ha maggiormente apprezzato negli scorsi episodi della serie, con la differenza che stavolta il tutto si svolge in un mondo online con altri giocatori reali con i quali interagire, giocatori disposti a darvi una mano per divertirvi insieme in uno dei migliori MMO degli ultimi anni. Giocatori con i quali stringere amicizie che potrebbero esistere anche al di fuori dal gioco, giocatori dietro ai quali potrebbe celarsi il padre con il quale non parlavate da tempo.