Alla Gamescom 2025 un episodio ha sollevato nuove polemiche attorno a Microsoft, visto che durante un’intervista con Chris Parker, game director di Grounded 2, e Justin Vazquez, direttore creativo di Eidos Montreal, un giornalista di Game Developer ha chiesto come fosse lavorare per l’azienda in un periodo segnato da licenziamenti di massa e dalle critiche per i legami con Israele. Prima che Parker potesse rispondere, due portavoce Xbox sono intervenuti interrompendo la domanda e precisando che gli sviluppatori erano presenti soltanto per parlare dei loro giochi.
Per ulteriori commenti, i giornalisti venivano invitati a rivolgersi via email, modalità che in passato non aveva portato a risposte concrete. Gamedeveloper segnala che la vicenda si inserisce in un contesto più ampio, con il Colosso di Redmond che ha effettuato 9.000 licenziamenti negli ultimi mesi, colpendo anche la divisione gaming, senza chiarire i criteri delle scelte. Parallelamente, diversi studi interni e gruppi di dipendenti hanno denunciato i rapporti della compagnia con Israele.
In Francia, i sindacalizzati di Arkane hanno pubblicato una lettera aperta in sostegno al movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), invitando i consumatori a non acquistare prodotti Xbox, compreso Game Pass e hardware. L’accusa è pesante: complicità con quello che viene definito un genocidio a danno del popolo palestinese. Anche negli Stati Uniti si sono tenute proteste: circa 50 tra ex e attuali dipendenti hanno manifestato davanti alla sede di Redmond sotto lo slogan “No Azure for Apartheid”, rifiutandosi di contribuire a un presunto utilizzo militare della tecnologia cloud dell’azienda.
Le accuse si concentrano infatti su Azure, la piattaforma cloud di Microsoft. Un’inchiesta del Guardian ha riportato che l’IDF starebbe usando i suoi servizi per archiviare dati raccolti tramite sorveglianza di massa sui civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania. Microsoft, che in passato aveva dichiarato di non aver trovato prove di un uso illecito, ha aggiornato la sua posizione il 15 agosto 2025, annunciando una nuova revisione indipendente. L’indagine sarà affidata allo studio legale Covington & Burling LLP, con il supporto tecnico di un consulente esterno, e i risultati verranno resi pubblici. L’azienda ha ribadito che i suoi termini di servizio vietano espressamente l’uso di Azure per attività di sorveglianza militare.
Tuttavia, la decisione di silenziare le domande alla Gamescom ha alimentato l’impressione che Microsoft voglia evitare il confronto diretto su temi sensibili. Da un lato si impegna a rivedere i rapporti con Israele, dall’altro limita la libertà dei propri sviluppatori di esprimere opinioni personali su questioni che li riguardano da vicino. Per questo, la discussione non si limita al piano politico o economico, ma tocca anche il rapporto tra industria videoludica, etica aziendale e responsabilità sociale.