Dopo anni di alti e bassi dettati di un gameplay basato sulle delle meccaniche sature e ripetitive e ambientazioni non sempre sfruttate al meglio, Assassin’s Creed lo scorso anno ha cambiato direzione. Con Origins, infatti, il publisher canadese ha fatto l’eccellente lavoro di gettare nuove basi senza snaturare completamente il brand. Il nuovo capitolo Assassin’s Creed Odyssey si pone sulle stesse premesse del predecessore, ma questa volta ci spostiamo in Grecia.
Dopo Los Angeles, abbiamo ripreso il gioco durante la Gamescom 2018, con una lunga prova di un’ora e mezza, posizionata nella storyline in un punto piuttosto avanzato del gioco. La demo si divideva in due parti: nella prima dovevamo andare in soccorso di una donna affrontando un esercito e un mercenario. Nulla di entusiasmante, ma essenziale per arriva al fulcro della demo, la boss fight. Una volta giunti in quelli che sono eventi resti di un tempio, scopriamo la presenza di Medusa in tutta la sua furia. Iniziamo così lo scontro, ostico e assolutamente impegnativo. Da buon boss che si rispetti, Medusa ha un pattern ben preciso, composto da un raggio che se colpiti ci pietrifica rallentando i movimenti e l’evocazione di soldati in pietra. Come abbiamo detto prima, sconfiggerla non è stato così semplice, ma fortunatamente, giocando in punto avanzato del titolo, potevamo avvalerci dalla gran parte dei poteri e abilità del personaggio, attivabili in questo capitolo con un apposito menù in basso a sinistra (diviso in corpo a corpo e attacchi con l’arco), unite poi alle armi a nostra disposizione. Per sconfiggerla è essenziale un po’ di tattica e pazienza, visto che avvicinarsi a lei è escluso. Di conseguenza abbiamo utilizzato l’arco e una stordita ci siamo avvalsi delle abilità più letali (come il calcio spartano). La sequenza di gioco provata ci ha permesso di avere un quadro più chiaro del sempre più approfondito sistema di combattimento. Se Origins era stato accusato, si di aver apportato delle considerevoli migliorie, ma di peccare ancora di una bassa difficoltà, con Odyssey il problema sembra in gran parte superato.
E’ difficile, infatti, non rimanere affascinati dal grande quantità di abilità e features presenti che dovremo man mano impararle ad usare e combinarle tra di loro, perché, in base a quello che ci è stato detto in fase di prova, è l’unico mezzo per andare avanti. Anche in questo caso sarà complesso: le abilita a disposizione che sbloccheremo mediante l’esperienza sono veramente tante, e gli slot disponibili del sopracitato menu sono solo quattro, quindi l’unico modo che sia ha per comprendere quelle più a detto a nostro stile di gioco è provarle e sbloccarle tutte. Maggiori e spettacolari abilità, comunque, non diminuiscono il livello di impegno che invece aumenta progressivamente, a pari passo con il nostro potenziamento. L’unica vera pecca riscontrata durante la nostra prova, è un intelligenza artificiale ancora un po’ troppo altalenante che nonostante sia più complessa e cattiva, può ancora essere confusa con eccessiva facilità ( che non vuol dire semplicità).
La prova ci è piaciuta, anche grazie ad un mondo di gioco tanto affascinate quanto vasto, che non è sempre perfettamente il linea con la realtà storia, ma la scelta non disturba, da al gioco un tocco artistico che non sembra affatto male.