Se c’è qualcosa che ha catalizzato l’attenzione di pubblico e stampa negli ultimi mesi è sicuramente l’ultimo progetto di Bioware, Anthem. Le aspettative su questo sparatutto futuristico multigiocatore sono enormi, vuoi perché siamo rimasti a digiuno da un MMO originale da parecchio tempo, sia perché Bioware ha una nomea che negli ultimi anni stava lentamente scemando, dopo gli eccezionali fasti di un tempo. Non senza difficoltà, siamo riusciti finalmente a provare con mano l’ultima fatica di Bioware, approdata alla Gamescom di Colonia nelle stesse vesti di quanto già visto a Los Angeles, riuscendoci a fare un’idea più completa del gioco.
Per chi fosse a digiuno di dettagli, Anthem è uno sparatutto in terza persona dalla preponderante componente multiplayer ambientato in un universo fantascientifico dove l’umanità ha conquistato le stelle scoprendo i resti di un’antica civiltà denominata dei Creatori, i quali hanno lasciato in giro per i pianeti artefatti, reliquie e rovine che attirano le attenzioni dell’intera galassia. Nel gioco impersoneremo un mercenario di nostra creazione che utilizzerà in battaglia una delle tute potenziate Javelin, un esoscheletro armato fino ai denti che ci permetterà di ingaggiare qualsiasi nemico e soprattutto di volare, coprendo grandi distanze in pochissimo tempo. Proprio il volo è stato uno dei punti di forza della nostra prova, dove Anthem si alza una spanna sopra tutti i prodotti simili testati finora e innalza prepotentemente l’asticella dell’hype. Tramite la pressione dell’apposito tasto, lo Javelin inizierà a volare esattamente come un novello Iron Man, girando in lungo e in largo per la mappa compiendo anche numerose acrobazie in volo. La fluidità d’esecuzione di queste ultime è impressionante ed una volta apprese le basi non vorrete più scendere a terra. Purtroppo però non sarà possibile volare in eterno, in quanto la meccanica del surriscaldamento dei reattori lo vieta, ma se durante il vostro percorso avrete la fortuna di incontrare una cascata d’acqua potrete passarci sotto per raffreddare il tutto e guadagnare qualche secondo prezioso. È disponibile anche la modalità di volo stazionario, che ci sospenderà a qualche metro da terra permettendovi anche di sparare in relativa sicurezza. Da questa posizione è possibile anche effettuare un potente attacco da mischia con schianto, efficace a terra, ma devastante se effettuato dall’aria. Per quanto riguarda invece le armi, ogni Javelin ha a disposizione due armi e due abilità d’attacco, attivabili tramite i dorsali, più una speciale discretamente potente.
Una volta familiarizzato con i comandi, ci siamo gettati subito nell’azione con altri tre nostri compagni in una delle missioni secondarie del gioco, che prevedeva l’infiltrazione in una Stronghold, una specie di dungeon sparsi nel mondo di gioco ricchi di tesori e segreti, ma anche di nemici mortali. In particolare questa missione prevedeva inizialmente un combattimento serrato contro i Metamorfici, uno dei nemici animaleschi del gioco, che cercavano di impedire l’attivazione di una reliquia che avrebbe permesso di entrare nel dungeon. Dopo uno scontro a fuoco incredibo,mente intenso, siamo riusciti a discendere, con le dovute semplificazioni dovute alla demo in corso, nell’antro della regina degli aracnidi, boss di questa particolare Stonghold. Da questa sequenza di scontri abbiamo capito una cosa: Anthem è estremamente divertente, soprattutto se giocato in compagnia. La coordinazione delle diverse abilità degli Javelin è in grado di scatenare degli effetti sul campo di battaglia davvero spettacolari, sia a livello visivo che di contesto. Se a questo poi ci aggiungiamo la possibilità di volare, ecco che ogni scontro diventa una spettacolare danza di esplosioni ed effetti di abilità. Alla fine di ogni combattimento si potrà raccogliere un particolare tipo di loot, che restituirà la salute, le munizioni o donerà un oggetto specifico che però sarà visibile solo a fine missione, o perlomeno questo è quanto abbiamo intuito dato che non abbiamo potuto approfondire.
Un’altra caratteristica che ci ha lasciato a bocca aperta è la stupefacente realizzazione del mondo di gioco. Il mix sapiente tra paradiso naturale e rovine aliene, macchinari dimenticati di un’epoca lontana invasi dalla vegetazione, è qualcosa di incredibilmente suggestivo, soprattutto se visti durante il volo a bordo di un’esotuta Javelin. Traspare quindi nettamente l’impegno che sconfina in amore di Bioware per questa sua nuova creatura, dove nulla è lasciato al caso ed il giocatore viene immerso in un mondo vivo e vibrante, che probabilmente continuerebbe ad esistere se lui non ci fosse. La qualità delle textures e degli effetti era analoga a quella vista a Los Angeles, anche se ci è parsa per certi versi ancora più definita. La nostra build di prova girava su dei PC di fascia altissima, dei veri e propri mostri, quindi abbiamo potuto godere del gioco nel suo massimo splendore, e per forza di cose su console dovremmo aspettarci un risultato nettamente diverso tarato verso il basso, anche se comunque le aspettative sono altissime, soprattutto dopo essere usciti dalla sala.
Anthem si conferma quindi come titolo attesissimo nel bene o nel male, sia dai suoi detrattori che dagli ammiratori. È inutile a parere del sottoscritto fare paragoni con titoli simili già in commercio, ma indubbiamente anche Bioware sta puntando tutto su questo progetto, similmente a quanto fatto da Bungie con Destiny. Questa nostra prova però ci ha convinto ancora di più rispetto a qualche mese fa, e per questo non vediamo l’ora di approfondire il discorso di progressione del personaggio e dell’area di gioco, per non parlare dello scoglio più grande, ovvero quell’end game che fa paura a tutti e che ha decretato la fine prematura di tanti altri titoli simili. Non ci resta che attendere quindi la fine di febbraio, data che si preannuncia disastrosa per i portafogli degli utenti, meravigliosa invece per i publisher. Nel frattempo vi rimandiamo anche alla nostra anteprima di Los Angeles per tutti i dettagli relativi alla storia e alle classi del gioco.