Nata dalle menti di Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy, due nomi già noti agli amanti delle serie TV per essere rispettivamente l’ideatore e la sceneggiatrice di BoJack Horseman, Undone è una nuova serie animata che qualche settimana fa si è unita al catalogo di Amazon Prime Video. Realizzata con la tecnica del rotoscopio e avente come attrice protagonista Rosa Salazar (che magari potete aver già visto interpretare il personaggio di Alita nell’omonimo film di Robert Rodriguez), Undone è una serie che affronta in maniera sensibile e toccante il tema della schizofrenia, malattia che affligge la protagonista Alma, ma anche quelli del lutto, della depressione, dei conflitti familiari, del tradimento e della fuga dalla monotonia: se volete avere maggiori su Undone e sapere che ne pensano i nostri colleghi di Cinematographe.it vi rimandiamo alla loro recensione, in questa sede come accade nei nostri Game&Watch mi occuperò di delineare quel leitmotiv che unisce le produzioni per il grande ed il piccolo schermo con il mondo dei videogiochi. Vi avverto sin da subito che vi saranno spoiler, seppur minori, sulla serie e sui videogiochi presi in esame, ma senza rilevare i twist di trama.
Hellblade: Senua’s Sacrifice
Alma è un personaggio che vive in una sua versione della realtà: la ragazza è affetta da schizofrenia, una malattia che ha ereditato dal ramo paterno della famiglia e che ha cominciato a manifestare i primi sintomi nella ragazza a seguito di un grave incidente automobilistico: in un primo momento la serie ci fa percepire la malattia della protagonista come un dono, una condizione che la porta ad avere dei poteri ed a percepire il mondo da un differente punto di vista, permettendole di vincere ogni legge che regola il tempo e lo spazio e di fare qualcosa che va oltre l’umana comprensione come viaggiare nel tempo e spostare gli oggetti con il pensiero. Tuttavia, la serie non si dimentica di instillare nello spettatore il seme del dubbio: quello che stiamo vedendo è realtà ed Alma è veramente in grado di muoversi in maniera non lineare attraverso il piano dell’esistenza oppure è la sua mente che le fa credere che ciò che percepisce stia accadendo realmente? La stessa Alma prima dell’incidente è conscia delle conseguenze della malattia, infatti detesta l’idea di mettere su famiglia con il suo fidanzato Sam con il rischio di condannare la propria prole alla stessa sorte che afflisse sua nonna paterna e che di lì a poco affliggerà anche lei, oltre a temere che la routine che la sta portando ad accettare la monotonia della vita dalla quale vorrebbe rifuggire. In seguito all’incidente ed all’inizio del manifestarsi della malattia, Alma comincia a parlare con un fantasma del defunto padre che le chiede di indagare sulle cause della sua morte: l’uomo infatti crede che la sua morte non sia dovuta ad un incidente ma che sia stata voluta da qualcuno e solo la figlia, collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei morti, è in grado di scoprire il mistero che si cela e riuscire a cambiare gli eventi passati per fare in modo che il padre non vada incontro al suo destino. Sebbene non con dinamiche perfettamente identiche, il viaggio intrapreso da Alma ci ha ricordato moltissimo quello che ha spinto Senua ad avventurarsi nell’Helheim: sia la protagonista di Undone che quella di Hellblade, il titolo di Ninja Theory del 2017, non riescono ad elaborare il lutto per la perdita di una persona a loro molto vicina, ovvero il padre per Alma ed il suo amato Dillion per Senua. La psicosi che affligge entrambe le porta a confondere la realtà con il piano dell’immaginazione, a vedere luoghi e persone che né le protagoniste né lo spettatore (o il giocatore) hanno la certezza che esistano o comunque abbiano una qualche corrispondenza nella realtà. I demoni e le creature mitologiche che Senua combatte hanno un significato simbolico; trattasi infatti della rappresentazione dei demoni interiori che la ragazza deve vincere per poter rimanere per quanto possibile lucida e la sconfitta continua del personaggio ha delle implicazioni in-game, con un’espansione della corruzione formatasi sul suo braccio e che sta cercando di estendersi fino a prenderle la testa: la corruzione ci viene mostrata come la conseguenza del contatto fra Senua e l’ombra della dea degli inferi Hela, ma la sua estensione è rappresentativa dell’aggravarsi della sua malattia. Allo stesso modo Alma deve rimanere presente, deve evitare che la sua mente vaghi attraverso il tempo e lo spazio senza il minimo controllo: tramite un gioco elettronico basato sul blackjack, Alma cerca costantemente di tenere la sua testa impegnata per evitare che i pensieri prendano il sopravvento, ma se i sentimenti prendono il sopravvento sulla ragione il mondo intorno a lei comincia a sgretolarsi costringendola a rivivere in loop degli eventi che sono percepiti dalla ragazza come passati. Sia Senua che Alma saranno guidate da uno spirito: la protagonista di Undone comincerà ad accettare la sua schizofrenia grazie allo spirito del padre morto che la guiderà nel percorso di controllo dei suoi nuovi poteri e le insegnerà a tenere a bada la mente, ma allo stesso tempo sarà la voce che la convincerà di poter trascendere il tempo e lo spazio, creando un contrasto con quei personaggi che cercano di riportare Alma con i piedi per terra e farle rendere conto delle conseguenze della malattia. Per Senua invece lo sono le Furie, ovvero quelle voci che la ragazza percepisce nella sua testa e che continuano a parlarle, ad instillare in lei il germe del dubbio, ma a volte anche a rassicurarla: Senua sa bene che queste voci non sono qualcosa sulle quali può fare affidamento, che fanno parte di qualcosa che percepisce come una maledizione e per gran parte del gioco cercherà di ignorarle o di cacciarle, ma la loro costante presenza non farà altro che influenzare le decisioni di Senua al punto che per la ragazza diventeranno una sorta di guida.
What Remains of Edith Finch
Un altro leitmotiv di Undone è il rapporto di Alma con la sua famiglia, in particolare con la madre che è sempre stata opprimente ed estremamente protettiva nei confronti delle sue due figlie, soprattutto dopo la morte del marito. Il conflitto con la madre è sempre stato vissuto da Alma come un tentativo dell’apprensivo genitore di limitare la sua libertà: lei che vorrebbe vivere slegata dai vincoli imposti dalla società e dalla routine quotidiana, quando sua madre vorrebbe che la ragazza prendesse esempio dalla sorella minore che è in procinto di sposarsi con un ragazzo di buona famiglia. Alma ama sua sorella, è la persona alla quale si rivolge quando ha bisogno di consiglio, ma si sente continuamente messa a confronto con lei dalla madre e non riesce a mascherare i toni sarcastici utilizzatti quando parla di argomenti come l’imminente matrimonio. Tale rapporto può essere ritrovato all’interno dell’avventura grafica di Giant Sparrow, What Remains of Edith Finch: in questa perla del 2017 ci ritroviamo a girare la casa natale della protagonista (Edith, appunto) ed a rivivere i suoi ricordi di infanzia ma soprattutto quelli dei suoi parenti tramite una serie di oggetti capaci di evocare nella mente di Edith le immagini degli ultimi istanti di vita di ciascun familiare. Edith è una ragazza che vive una situazione di forte contrasto nel rapportarsi con i membri della sua famiglia: da una parte c’è Edie, bisnonna della ragazza e matriarca della famiglia che insieme al marito Sven costruì l’insolita casa nella quale si ambientano le vicende. Edie è stata la Finch che è vissuta più a lungo ed una dei pochissimo membri della famiglia a superare la soglia dei 60, incapace di liberarsi dei ricordi dei suoi parenti morti e per questo motivo ogni stanza della casa nella quale sono cresciuti i Finch è stata mantenuta così com’è, come il suo inquilino l’ha lasciata per sempre. Dawn invece cerca di rifuggire da ciò: dopo la scomparsa del figlio Milton prenderà la decisione di chiudere con il mondo fatto di ricordi della nonna, sigillando le porte delle camere, e dopo la morte del primogenito Lewis fuggirà da casa Finch con l’unica figlia rimastale, ovvero Edith, per allontanarsi dal. La protagonista è molto legata alla figura della bisnonna e vede la fuga dalla casa come un’imposizione della madre che la porta ad entrare in una situazione di conflitto con il suo genitore: l’evento che sia un Undone che in What Remains of Edith Finch causa l’inizio del viaggio di crescita interiore delle protagoniste (ovvero l’incidente per Alma ed il ritorno alla magione per Edith) le porterà entrambe lungo un percorso di riconciliazione con la figura materna, comprendendone le scelte operate dalle rispettive madri quando entrambe le ragazze erano molto giovani, fino ad arrivare al punto di perdonarle e ringraziarle per ciò che hanno fatto per il loro bene.