Il dibattito su Xbox Game Pass non si ferma, e questa volta a parlarne è stata Shannon Loftis, ex-vicepresidente di Xbox Game Studios con 29 anni di carriera alle spalle. La manager ha sottolineato come il servizio di abbonamento di Microsoft abbia effetti contrastanti: da un lato consente a giochi minori di emergere e raggiungere un pubblico vasto, dall’altro rischia di ridurre sensibilmente le vendite dei titoli più importanti, a meno che non siano pensati per monetizzare nel lungo periodo attraverso DLC o altri contenuti aggiuntivi.
Loftis ha parlato di vere e proprie “tensioni interne” generate dal modello, che modifica radicalmente il modo in cui gli studi pianificano i loro progetti. Le sue dichiarazioni si inseriscono in un coro di voci critiche. Pete Hines, ex-Bethesda, ha definito i servizi in abbonamento “inutili se non sostengono adeguatamente gli sviluppatori”, mentre Shawn Layden, ex-presidente di Sony Worldwide Studios, aveva ribadito che la vera domanda non è se il modello sia profittevole per la piattaforma, ma se sia “sano e utile per chi crea i giochi”. Altri ex-dirigenti, come Raphael Colantonio (fondatore di Arkane Studios), hanno spinto oltre, definendo Game Pass un modello “insostenibile e dannoso” per l’industria, tenuto in vita solo dalle enormi risorse economiche di Microsoft.
Shannon Loftis ha affermato quanto segue:
“Come sviluppatore Xbox di lunga data, posso confermare che Pete Hines ha ragione. Sebbene Game Pass possa vantare qualche vittoria con giochi che altrimenti sarebbero naufragati (ad esempio, Human Fall Flat), la maggior parte dell’adozione di giochi su GP avviene a scapito dei ricavi al dettaglio, a meno che il gioco non venga progettato da zero per la monetizzazione post-lancio. Potrei (e forse un giorno potrei) scrivere pagine e pagine sulle strane tensioni interiori che questo crea.”
Eppure, i dati ufficiali raccontano un’altra storia: IGN segnala che nel 2025 Game Pass ha toccato quasi 5 miliardi di dollari di ricavi annui, trainato da uscite importanti come Oblivion Remastered, Doom: The Dark Ages e Indiana Jones and the Great Circle. Microsoft continua a difendere la bontà del servizio, con Phil Spencer che già in passato aveva respinto le accuse di insostenibilità, definendolo “molto solido e in crescita”.
Il punto critico resta quindi lo stesso secondo Loftsi : mentre per i giocatori Game Pass rappresenta un’occasione unica per accedere a centinaia di titoli a un costo ridotto, per gli sviluppatori e per l’equilibrio dell’industria rimangono dubbi profondi. La vera sfida per Microsoft sarà dimostrare che questo modello può convivere con la vendita tradizionale dei giochi, sostenendo al tempo stesso la creatività e la sostenibilità economica degli studi di sviluppo.
Consigliamo infine di recuperare la prima ondata di giochi di Xbox Game Pass di Settembre 2025.