Fortnite permane al centro della bufera legale che vede Epic Games e Apple su due fronti opposti e decisamente ostili. La compagnia della mela morsicata sarebbe colpevole di aver rimosso il popolare battle royale dal proprio store, il che ha portato alla formulazione della prima accusa.
Da quel momento le manovre legali sono parse in stallo, con Apple che si è limitata a dichiarare di aver deciso per la rimozione del software a causa della recente aggiunta, in Fortnite, di un sistema di pagamento in-game con il quale Epic Games aggirava il pagamento di una tassa dovuta alla compagnia di Cupertino e a Google.
Da li il silenzio di Apple è stato sovente interrotto da una serie di attacchi mediatici da parte di Epic Games; una serie talmente bene articolata da apparire lungamente premeditata, come il trailer parodistico d’un famoso spot Apple del 1984 o la campagna Free Fortnite.
ma ora è finalmente giunta la risposta di Apple. E, come sovente accade, la risposta all’accusa è una ulteriore accusa.
Apple ha risposto per le rime e con durezza, scrivendo una lettera di risposta indirizzata alla corte, nella quale parla del comportamento di Epic Games con Fortnite: “l’accusa di Epic Games si basa solo su un disaccordo riguardante i soldi. Sebbene Epic Games si dipinga come un nuovo Robin Hood Corporativo, in realtà è una compagnia multi-miliardaria che semplicemente non desidera pagare nulla per l’enorme valore che deriva da App Store”.
Effettivamente, da che Fortnite è stato rimosso dallo store Epic Games ha perso circa il 60% degli utenti iOS, ed è un dato di fatto documentato come da App Store siano entrati nelle casse di Epic Games oltre 600 milioni di dollari.
La lettera però non è conclusa, e continua definendo scorretto l’atteggiamento di Epic Games, dal momento che si è servita di un “hotfix” per bypassare i pagamenti dovuti mediante App Store, agendo “a sangue freddo” come se stesse compiendo un vero “furto”.
Si è conclusa con la compagnia di Cupertino che ha descritto il comportamento tenuto da li in poi dai primi accusatori come una “rappresaglia portata avanti con una narrazione egocentrica”.
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