Shuhei Yoshida, ex boss di PlayStation Studios, ha recentemente svelato nuovi dettagli su come Sony sia riuscita a ottenere l’esclusiva di Final Fantasy 7, convincendo Squaresoft a lasciare Nintendo.
Come leggiamo su GamesRadar, oltre alla scelta dei CD-ROM, che offrivano più spazio e costi inferiori rispetto alle cartucce del Nintendo 64, con il colosso giapponese che ha giocato inoltre un’altra carta vincente: le capacità persuasive di un dirigente proveniente da Sony Music, il quale ha saputo costruire un rapporto di fiducia con i vertici di Squaresoft attraverso incontri informali e feste private.
Ricordiamo che negli anni ‘90, Square ed Enix erano due dei publisher più influenti del Giappone ed avevano un rapporto consolidato con Nintendo, tanto da non considerare alternative per quanto riguarda le piattaforme dove rilasciare i propri giochi.
Tuttavia, PlayStation aveva bisogno di grandi titoli per imporsi nel mercato e, grazie ad una combinazione di vantaggi tecnologici e strategie relazionali, riuscì a far pendere la bilancia a suo favore. Yoshida ha raccontato che Dragon Quest e Final Fantasy erano eventi nazionali, con file chilometriche e studenti che marinavano la scuola per acquistare i giochi al day-one.
Leggiamo un estratto delle dichiarazioni condivise da Yoshida:
“Il mio capo era un affabulatore. Aggiungo che veniva da Sony Music, frequentava spesso i dirigenti di Squaresoft, organizzando feste nel suo appartamento. Alla fine riuscimmo a convincere Squaresoft a impegnarsi con PlayStation. Hanno portato tutti i loro franchise da Nintendo a noi”.
La decisione di Square di sviluppare Final Fantasy 7 in esclusiva per PlayStation segnò un punto di svolta epocale, aiutando Sony a imporsi come leader nel settore videoludico e contribuendo alla nascita di una delle saghe più iconiche della storia dei videogiochi.