Il lungo, e tortuoso, percorso per la riscrittura di Final Fantasy VII passa anche da PC. La seconda parte che comporrà il trittico di remake del capitolo forse più importante e memorabile della saga di JRPG a firma Square Enix, se non dell’intero genere, debutta quindi su Steam ed Epic Games Store. Dopo aver racimolato una sola statuetta, quella per la miglior colonna sonora, agli ultimi The Game Awards, nonostante le sette nomination, Final Fantasy VII Rebirth prosegue quindi da dove ci aveva lasciati Final Fantasy VII Remake ormai quasi cinque anni fa.
Diretto dal controverso Tetsuya Nomura, Final Fantasy VII Remake ha diviso critica e pubblico, ma è stato cruciale per il passaggio multipiattaforma della serie. Un porting quindi ampiamente preannunciato quello dell’ultimo Rebirth su PC, visti anche i successi di Remake e di FFXVI, che aumenterà ulteriormente la fanbase di una delle serie più iconiche di sempre. Grafica migliorata, miglior customizzazione e supporto a mouse e tastiera: Cloud e soci della ShinRa sono pronti a tornare in azione anche su PC. Sarà ancora un successo? Scopritelo con noi in questa recensione della versione PC di Final Fantasy VII Rebirth.
Un terzo alla volta
Chi conosce Square Enix, e soprattutto Nomura, sa quanto la software house giapponese, autrice di diverse leggende in ambito JRPG, ami rimescolare le proprie carte quando si tratta di riproposizioni e remake delle sue proprietà intellettuali. Final Fantasy VII ne è un esempio perfetto: uno dei masterpiece dell’epoca PlayStation 1, considerato tutt’oggi fra i migliori giochi di ruolo di matrice giapponese, il cui remake fu per anni un tormentone realizzatosi poi concretamente soltanto nel 2020, dopo parecchi anni dall’annuncio ufficiale.
Il “progetto per il perfezionamento” di Final Fantasy VII è stato pensato come una trilogia di giochi, che culminerà nei prossimi anni con il terzo e ultimo capitolo. Una scelta bizzarra giustificata però secondo gli stessi autori dall’enorme mole di storie da raccontare e materiale a disposizione fra titolo originale e spinoff annessi. Indubbiamente un’ottima trovata di marketing, viste le vendite ma anche visto il buon successo riscosso anche fra i recensori di tutto il mondo, noi compresi, sia dalla prima che dalla seconda parte, nonostante alcuni rimaneggiamenti alla trama ritenuti alquanto sacrileghi e inopportuni dai puristi della serie.
Quest’ultima parte, la seconda, è la stessa di cui vi parleremo in queste righe, un sequel diretto di Final Fantasy VII Remake che, inutile a dirsi, prevede che abbiate completato la prima parte per poter essere fruito, pena perdersi pezzi importanti della già di per sé complessa trama. In questo articolo ci concentreremo però sull’aspetto tecnico, senza fare riferimenti alla storia, e quindi senza pericolo spoiler, per la quale vi rimandiamo invece alla nostra recensione della versione per PS5.
La Rinascita su PC
Il porting di Final Fantasy VII Rebirth su PC arriva con alcune novità, anche se unicamente di natura tecnica visto che a livello di contenuti non è stato toccato sostanzialmente nulla. Fra questi, il sistema d’illuminazione è stato rivisto e reso ancor più spettacolare di prima. Per quanto riguarda framerate e risoluzione invece, Final Fantasy VII Rebirth su PC raggiunge i 120fps massimi in 4K. Il supporto a Nvidia DLSS garantisce inoltre performance generalmente migliorate.
Se non siete amanti della combo tastiera e mouse, Final Fantasy VII Rebirth su PC supporta comunque tutti i tipi di controller wireless e non, fra cui lo stesso Dualsense di PS5, completo delle sue funzionalità secondarie come l’haptic feedback e i tasti dorsali adattivi. La natura action del titolo rende di fatto il controller il sistema di input migliore, nonostante tastiera e mouse siano comunque perfettamente supportati.
Non è un paese per PC vecchi
Final Fantasy VII Rebirth su PC apre le porte a tutta una serie di personalizzazione grafiche mirate ad andare incontro alle esigenze di ciascun giocatore e a quasi ogni tipologia di configurazione di PC. Non che la versione originale su PS5 avesse chissà quale pecca, Final Fantasy VII Rebirth su PC riesce però comunque a risultare ancor più spettacolare e fluido, a patto che abbiate un buon PC dalle prestazioni elevate. Il gioco si presenta con tre preset principali: minimo, raccomandato e ultra.
Nel primo caso abbiamo una risoluzione a 1080p per un massimo di 30fps, i quali richiederanno “solo” una CPU AMD Ryzen 5 1400 o Intel Core i3-8100 come minimo sindacabile. Per quanto riguarda la scheda grafica la richiesta in questo caso è di un AMD Raden RX 6600, Intel Arc A580 oppure NVIDIA GeForce RRX 2060. Per maggiore fluidità invece il preset raccomandato è lo starting point perfetto, visto che garantirà un framerate di 60fps a 1080p a patto di avere un processore Ryzen 5 5600 o 7 3700X, oppure Intel Core i7 o i5. Requisiti che salgono anche per la GPU con la Radeon RX 6700 XT o la GeForce RTX 2070 o superiori necessarie.
Chi possiede invece un ottimo hardware potrà beneficiare del preset ultra, con 60fps garantiti a 2160p di risoluzione massima. In generale, i requisiti sono piuttosto alti, in linea con le produzioni tripla A del momento. La resa quindi su PC performanti è quindi eccellente, con dettagli di texture, luci e ombre di altissima qualità. Diverso invece il discorso per gli handled PC, dove il gioco riesce a mantenere una certa fluidità sia su Steam Deck che su Rog Ally X, pur con una pulizia grafica nettamente inferiore a causa della limitata risoluzione, e un framerate che si attesta sui 30fps massimi.
Al momento in cui vi scriviamo è possibile ottenere un risultato comunque decente dagli handled “giocando” con i settaggi, ma un titolo comunque di forte impatto visivo come Final Fantasy VII Rebirth potrebbe risentirne su hardware dalle capacità limitate come Rog Ally, Steam Deck e compagnia cantante. Contiamo però che il rilascio successivo di ulteriori patch potranno in futuro migliorare ulteriormente la resa anche su questi dispositivi ormai diffusissimi.
Il problema sta quindi forse nei requisiti che, di base, sono ancor più alti rispetto a quelli del precedente capitolo. Del resto Final Fantasy VII Rebirth ha subito numerosi ritocchi rispetto a Remake, e si vede, ma l’impatto in termini di requisiti è evidente e forse anche inevitabile.
La recensione in breve
Final Fantasy VII Rebirth su PC è un porting ben riuscito, senza sbavature di sorta e capace di trasferire le stesse emozioni vissute su PS5 anche sulla terra della "master race", che sempre di più vede le esclusive console giungere sui propri lidi preferiti. Certo, il titolo di Square Enix spinge piuttosto a fondo sull'acceleratore della potenza grafica, quindi sappiate che i requisiti per giocarlo al meglio sono piuttosto considerevoli e questo si vede soprattutto sugli handled PC dove il gioco, pur girando in maniera fluida, ne risente in termini di texture e pulizia grafica. Armatevi quindi di scheda grafica e GPU e partite alla scoperta del secondo capitolo della lunghissima opera di remake dell'indimenticabile Final Fantasy che, anche su PC, saprà ancora una volta emozionarvi.
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Voto Game-Experience