Come ogni anno, EA Sports torna con la sua proposta per il mondiale di Formula 1. Si può dire che abbia imparato dagli errori dell’anno precedente, presentando infatti un modello di guida molto più raffinato e coerente. Si tratta pur sempre di un simcade, quindi non montiamoci la testa dal punto di vista del realismo. Godibile con o senza simulatore, EA Sports F1 25 è pronto per traghettare i giocatori verso un nuovo corso della Formula 1, in arrivo nel 2026.
F1 25 torna alla narrazione con Breaking Point
EA Sports F1 25 ci porta un nuovo capitolo di Breaking Point, modalità che ha diviso in passato i giocatori per via di qualche alto e basso. Dipende molto dal tipo di approccio che si vuole seguire con un gioco simile. Un minimo di narrazione è positivo in un titolo dove c’è stato storicamente poco spazio per tutto quello che circonda l’esperienza di guida. Oltretutto, è ormai da tempo che la Formula 1 ha deciso di mostrare il suo lato drammatico (e per certi versi molto romanticizzato) attraverso le stagioni di Drive to Survive. Forse è tutto un po’ troppo americano? Probabile, ma anche gli scettici l’hanno visto per intero pur di sapere dove va a parare.
In Breaking Point si vive parzialmente anche il lato politico ed economico della Formula 1, spesso legato a interessi ben lontani dal mondo motoristico. Il mondo gira grazie ai soldi, soprattutto in uno sport dove sono proprio loro a decidere il destino di un pilota o di una scuderia. Breaking Point pone il giocatore di fronte a domande e scelte che possono variare la percezione di stampa e investitori. La propria reputazione è importante per accedere a determinate risposte opzionali o a obiettivi extra durante le gare.
Si tratta anche di un valido tutorial per chi entra da zero nel mondo della Formula 1 virtuale. Niente assetti, niente strategie iniziali, solo una selezione di scenari di gara dalla longevità non entusiasmante, ma comunque con discreta difficoltà di esecuzione. Si può scegliere tra 4 livelli che coprono bene l’intero range ormai conosciuto da 0 a 110.
Un passo indietro che porta avanti
Senza giri di parole, un aspetto che abbiamo assolutamente odiato nel capitolo precedente è stata la scoperta di una tecnica di sterzo completamente irrealistica, eppure super efficace per essere veloci. Il flicking, che consisteva in un brusco intervento sullo sterzo in entrata di curva per sfruttare chissà quale legge della fisica, consentiva inserimenti precisi senza andare in sovrasterzo. Una manovra che non sta né in cielo né in terra, quindi quasi scomparsa in EA Sports F1 25. Diciamo “quasi” perché effettivamente può essere ancora utilizzata, ma risulta devastante per le gomme. Una sorta di punizione per chi si fa beffe della simulazione.
Tutto questo prologo per dire che F1 25, come guidabilità, ha azzeccato l’obiettivo. Non c’è alcuna difficoltà per chi ha esperienza ad avvicinarsi al limite della vettura. Questo significa che si può comunque perdere facilmente il controllo, ma sempre con quella finestra temporale in cui è possibile accorgersi di quanto stia accadendo. I cordoli tornano ad essere un po’ più severi, facendo saltare le auto e interrompendo così l’effetto suolo. Permettendo loro di avere la maggior parte della deportanza utile in curva, le auto prendono così il volo dritto per dritto.
Nel complesso il modello di guida è convincente. Si vede il positivo passo indietro verso lo stile degli anni scorsi, mantenendo però tutte le introduzioni più fresche come la gestione dell’ERS. Utilizzato nei confronti di piloti reali risulta essere meno impattante, mentre contro la CPU può portare a sorpassi surreali sul dritto. Forse, per avere un’esperienza più vicina al reale, conviene dare la sua gestione in mano al gioco.
La Carriera è ancora più gestionale
Come si è visto prima del lancio, EA Sports ha deciso di prendere una via diversa per la modalità più importante del comparto single player. My Team 2.0 ci toglie infatti la possibilità di vedere noi stessi alla guida di una monoposto di Formula 1, anteponendo la vera gestione della squadra. Dovremo quindi scegliere i piloti da assumere in scuderia e portarli alla vittoria, impersonando uno dei due a scelta per ogni weekend.
Tolto questo aspetto, che può essere odiato o tollerato, cambia anche la gestione della squadra. Per certi versi è semplificata, poiché divisa in sole 3 aree molto ben definite. Ricerca e sviluppo sono quindi separati per la prima volta e permettono di gestire l’approvvigionamento e l’effettivo utilizzo di nuovi pezzi decidendo su quale pilota provarli in test. Ogni decisione, un po’ come avviene per Breaking Point, può accontentare un pilota e allontanarne un altro contemporaneamente.
È per questo motivo che occorre anche tenere sott’occhio il personale della scuderia. I contratti dei piloti e dello staff in generale sono soggetti a cambiamenti dovuti alle scelte prese e alle performance sulla pista. L’area in questione include anche l’aspetto economico, sempre da seguire per via dei budget cap che costringono da anni i team di Formula 1 a lavorare con una enorme zavorra legata in vita.
Per finire, il nostro quartier generale deve ovviamente modificarsi nel tempo, basandosi su tutti gli investimenti scelti nel corso del tempo. Come ogni scuderia che si deve, l’HQ si evolve negli spazi visibili tra i weekend di gara. Oltre ad essere funzionale proprio per via degli sviluppi, è anche un buon metodo per mostrare visivamente la crescita del team e infondere voglia di continuare a giocare per più stagioni consecutive.
Occhi e orecchie possono gioire
Un aspetto che abbiamo criticato di MotoGP 25 è la mancanza di coinvolgimento e unione tra il gioco e la controparte reale del motorsport. EA Sports F1 25 è l’esempio da seguire. La vicinanza tra EA Sports e l’organo ufficiale della Formula 1 permette di far sentire il giocatore vera parte dell’esperienza. Lo avvolgono così con le grafiche ufficiali, le musiche e tutto ciò che si potrebbe trovare davvero sul tracciato.
Il fatto che ancora più tracciati vengano proposti con scannerizzazione LIDAR (Bahrain, Miami, Melbourne, Suzuka e Imola) è un’ottima introduzione che rappresenta la ciliegina sulla torta dell’immersione già tangibile. Anche la possibilità di gareggiare contromano su una selezione di tracciati (Silverstone, Zandvoort e Red Bull Ring) è un qualcosa di più e molto più apprezzabile rispetto ai passati tentativi di portare supercar tra una sessione e l’altra della Carriera.
Il comparto audio è notevolmente migliorato per quanto riguarda la fedeltà. Nota di merito ad esempio per le cambiate, più grezze come nella realtà e in grado di far percepire la “botta” anche senza un effettivo feedback sul volante o nella schiena. Anche l’occhio vuole la sua parte e, nonostante i requisiti PC siano davvero alti per questa categoria, i risultati sono comunque ottimi anche a risoluzioni più basse. Per fare un esempio, utilizzando una combinazione Ryzen 7800X3D e MSI RTX 4070 Super abbiamo mantenuto la stabilità a 60 fps con risoluzione 2K a dettagli massimi, generazione dei frame attivata e path tracing. In 4K, invece, gli fps minimi scendono anche a 25, un valore troppo basso per la guida a oltre 300 km/h.
La recensione in breve
EA Sports F1 25 è quel capitolo annuale che ci voleva dopo il piccolo tonfo dell’anno precedente. Breaking Point, per quanto dotato di punte a volte troppo drammatiche, è un valido ritorno alla narratività. My Team 2.0 tenta l’azzardo trasformandosi in un puro gestionale, coi suoi pregi e difetti in termini di immersività. Quello che si compone però è un titolo valido per correre sui tracciati del mondiale in un altro anno entusiasmante. Nel 2026 arriva una rivoluzione per il regolamento di Formula 1, quindi EA Sports non poteva chiudere in modo migliore questo ciclo.
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Voto Game-eXperience