Nel mercato odierno, vediamo sempre più software house essere impegnate nella ricerca di un titolo, che possa renderle note principalmente per il numero di player attivi, piuttosto che per la qualità del prodotto complessiva. In questa costante ricerca di ciò che più possa attirare il pubblico, il genere degli extraction shooter negli ultimi anni la sta facendo da padrone. Dopo il recente successo di Delta force, un PvPvE in prima persona sviluppato da Team Jade, ora è il momento di Exoborne, il quale prova a lanciarsi sul campo di battaglia mescolando dinamiche già consolidate in diverse realtà a qualcosa di inedito. Il risultato?
Dai vampiri agli esoscheletri
In questi giorni è attiva una fase di playtest, dove dopo aver creato un team adatto alla sfida abbiamo deciso di dedicarci qualche ora sul nuovo titolo di Sharkmob AB, gli sviluppatori di Vampire: The Masquerade – Bloodhunt, un battle royale uscito nel 2022, ambientato in una Praga consumata da una guerra spietata tra clan di vampiri.
Messo da parte sia lo stile vampiresco che la componente B.royale, il team ha voluto sperimentare qualcosa di differente, offrendo ai giocatori un’esperienza più moderna sia nel design che nelle meccaniche.
Come in ogni extraction shooter che si rispetti, anche in Exoborne avremo come obiettivo quello di ottenere valuta, recupare armamenti ed oggetti, completare task sparse per la mappa ed ovviamente eliminare le minacce, che siano npc o giocatori reali.
Una volta completata la veloce fase di introduzione saremo subito pronti a lanciarci in una prima zona di combattimento, dove il nostro personaggio, creato e personalizzato a livello estetico poco prima, avrà a disposizione vari slot nel proprio inventario per essere arricchito di equipaggiamenti.
Tra zaini, fucili e kit per potersi curare, la particolarità ed unicità di questo titolo è offerta dalla presenza di un esoscheletro, il quale conferisce non solo un valore estetico ma anche abilità uniche a seconda di quale deciderete di schierare sul campo di battaglia. Ripristinare corazza dopo aver ucciso un nemico, resistere maggiormente ai danni, creare una barriera durante la fase di corsa, sono alcuni esempi di ciò che gli Exorig potranno offrire per differenziarsi.
Grazie all’ introduzione di questa meccanica il nostro alter ego si muoverà rapido in giro per la mappa di gioco, capace di correre anche con un grosso carico sulle spalle, o addirittura sfruttare la potenza dell’esoscheletro per saltare o arrampicarsi senza fatica. In aggiunta all’exorig troviamo anche un altro utensile creato per offrire ulteriore mobilità: il rampino. Un oggetto oramai onnipresente, capace di permetterci rapide fughe dagli scontri a fuoco e fondamentale per agganciarsi alle strutture sopraelevate.
L’ambiente è parte del gameplay
Per rendere tutto più appagante e veloce, il team ha anche introdotto una funzione di clima dinamico. Questa variabile non solo limita parte della visuale garantendo più tensione, ma offre – grazie all’arrivo di raffiche di vento intense – la possibilità di sfruttare il paracadute in dotazione per percorrere in volo parte degli spostamenti.
I raid si svolgono in ambienti davvero molto ampi, i quali se esplorati a piedi risulterebbero solo snervanti e noiosi, ma quando i tornado cominciano a fare la loro comparsa i giocatori devono sfruttarli per raggiungere i punti più caldi e remunerativi.
Come sempre avremo a disposizione una mappa dove indicare i propri interessi, segnare i punti di riferimento per sé o per i membri del team e solo quando il tempo lo permette ed il bottino recuperato sarà soddisfacente, potremo chiamare un’estrazione in una zona indicata per abbandonare l’area.
Una volta tornati nella nostra base, potremo investire il denaro guadagnato per comprare nuovi equipaggiamenti, che si differenziano in rarità e valore difensivo ed offensivo, rifornire le armi di nuove munizioni o nuovi accessori, selezionare le task da fare nel prossimo raid e ovviamente prepararci per andare nuovamente in missione.
Durante queste fasi di test, abbiamo provato diverse bocche da fuoco, tra mitra pesanti, fucili d’assalto, fucili a pompa e cecchini, i modelli a disposizioni sono risultati ben bilanciati ed appaganti sia nel danno che nel feed dei colpi. Il mirare in prima persona mentre i movimenti avvengono in terza, riporta alla mente i vecchi Ghost Recon e dopo pochi minuti ci si trova stranamente bene.
Durante questa fase di gioco abbiamo potuto testare 2 diverse modalità, una pensata per prendere dimestichezza con le meccaniche ed offrire ricompense e sfide adatte a tutti, nella quale ci si può addentrare anche privi di ogni armamento o esoscheletro e cercare di recuperare tutto in loco. Ed un’altra per coloro che sono già pronti a rischiare tutto, dove le ricompense saranno più alte ma per accedere sarà richiesto un valore in equipaggiamento molto più consistente.
Vogliamo ricordare a chi non conosce questa tipologia di giochi, che ogni volta che si muore (qualora non faceste ritorno alla base) tutti gli oggetti che avevate con voi verranno persi, perciò una zona con alte ricompense risulta interessante per molti ma non adatta a tutti.
Ma in conclusione, l’esperienza finale come risulta?
Durante questa fase di test, sicuramente si sono palesati svariati problemi legati ai server che di sicuro non ci hanno permesso di fruire al meglio del gioco, qualche proiettile sparato al vuoto, animazioni caricate in ritardo, perdita di connessione ed altre situazioni similari che ovviamente ci si aspetta siano del tutto inesistenti a tempo debito.
La versione provata, anche dal punto di vista grafico non vanta un lavoro degno di elogi, gli effetti ambientali di fulmini e sabbia sono tra i pochi ben curati, mentre le fiamme o i tornado pur essendo sempre presenti, rasentano il minimo standard della scorsa generazione di console, mettendo in evidenza l’importante impegno che il team dovrà compiere prima della release. Sono presenti le ultime tech come DLSS e frame generator garantendo stabilità di fps, ma spesso proprio grazie a questi supporti le immagini hanno del forte desync o stuttering.
Quello che però risulta chiaro è che Exoborne oggi si dimostra come una piacevole bozza di un progetto che deve essere decisamente sgrezzato e ripulito, migliorato sotto un punto di vista visivo ed alleggerito sul frangente ludico. Gli scontri con gli NPC sono talvolta caotici non offrendo una consapevolezza nel capire da dove stiano provenendo i colpi, e per quanto ci rendiamo conto che il focus sia quello di offrire al pubblico scontri con altri giocatori, le unità controllate dall’IA, risultano talvolta dei manichini pronti ad incassare i danni e talvolta dei terminator senza pietà.
Il gunplay con una transizione tra la terza e la prima persona risulta gradevole e sa di originale, ma da un altro lato le animazioni dei personaggi controllati dai giocatori e la poca pulizia degli scenari, rischiano di far rapidamente precipitare questo nuovo titolo nel dimenticatoio. Gli esoscheletri sono infine una componente originale, che non solo appare come nuova in questa categoria, ma che se sfruttata a dovere potrebbe offrire tantissime opportunità in più all’ interno del gioco.
Il genere degli extraction shooter ha moltissimo ancora da offrire e per adesso molte software house si sono limitate nel riproporre quello che altri hanno realizzato prima di loro, ma non essendoci ancora una data d’uscita fissata all’orizzonte, la speranza è che Sharkmob AB possa sfruttare il tempo a disposizione per mantenere ciò che effettivamente abbiamo apprezzato e migliorare tutto ciò che pone dei dubbi. Il lavoro è ancora tanto ma non vediamo l’ora di riprovare il titolo in una fase più avanzata per capire se Exoborne potrà essere il nuovo re degli extraction shooter.