Di fronte a una notizia che parla di Elden Ring, un videogioco, in un contesto bellico, già mi figuro molti cinici a storcere il naso, chiedendosi quale senso abbia affrontare simili futili argomenti in un quadro complesso e drammatico come quello dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. Vero, non c’è nessun alto significato in questa notizia, ma c’è un profondo messaggio sulla realtà dei fatti: le vittime sono come noi – potevamo essere noi e, la sorte non voglia, prima o poi nella vita potremmo finire con l’esserlo (e non necessariamente in relazione alla guerra ora in corso su suolo europeo). Oggi siamo qui per parlarvi di come Nikita abbia, finalmente, dopo mesi di paura e stenti, potuto tornare a sentirsi un ragazzo normale, e per farlo è bastato un monitor e l’ultima fatica di From Software.
L’infernale mondo di Elden Ring non apparirà poi tanto terribile dopo aver vissuto il vero inferno sulla propria pelle
Perché il giorno dopo il lancio del gioco che tanti come lui hanno atteso lungamente, Nikita ha dovuto fuggire dal suo paese. Era la mattina del 24 febbraio 2022, quando il giovane ha dovuto fuggire dal luogo che chiamava casa, un luogo che le bombe hanno completamente raso al suolo e che è divenuto teatro di una terribile vicenda lungamente discussa da tutti i media del mondo, Bucha. Dopo il bombardamento, le forza d’invasione hanno fatto irruzione nella città, saccheggiato case e massacrato una miriade di persone, stando ai report resi celebri dalla copertura BBC di questo scenario di guerra.
“Ci siamo svegliati la mattina al suono delle esplosioni. Hanno ucciso moltissima gente in strada che semplicemente cercava cibo. La gente è rimasta intrappolata in città per due o tre settimane senza cibo, acqua ed elettricità. Alla fine sono stati evacuati, ma fu orribile e molti soffrono di disturbi da stress post traumatico ora”, queste le parole del giovane Nikita.
Nikita, 21 anni, un ragazzo come tanti, un ragazzo come i vostri amici, i vostri fratelli, i vostri compagni di scuola; un ragazzo come molti di voi lettori. Lui e la sua famiglia sono dunque fuggiti da Bucha con un automobile e hanno viaggiato verso il confine polacco nel primo giorno dell’attacco. Hanno preso strade alternative al fine di evitare le forze d’invasione. “Sono quasi morto per lo stess” ha detto. Nella fuga, purtroppo, il giovane ha dovuto abbandonare il suo PC da gioco e la sua copia ancora chiusa di Elden Ring. Lasciare indietro un computer e un gioco sarà poca cosa, in confronto all’urgenza di una guerra d’invasione, ma vedetelo come il forzato abbandono della propria innocenza e di quella che si usa chiamare “normalità” – a volte tanto noiosa, ma anche tanto sicura e confortevole – e capirete la grandezza della tragedia in un altrimenti piccolo gesto.
Molti amici di Nikita sono rimasti indietro, in quell’inferno, perché purtroppo non tutti hanno avuto i mezzi e/o la prontezza per fuggire in quel primo giorno. Loro hanno riferito all’amico, oramai in salvo, di come i russi siano andati di porta in porta sparando alle serrature per entrare. La casa della sua famiglia aveva un vantaggio però, una porta blindata che gli invasori non hanno ritenuto necessario abbattere, cosi il ragazzo ha detto agli amici dove si trova la chiave nascosta per l’abitazione, cosi che potessero entrare e sfruttare tutte le scorte lasciate indietro.
Dieci giorni dopo la fuga, Nikita ha ripreso il suo lavoro di artista 3D, impegnato a create modelli Vtuber (avatar complessi adoperati al posto delle webcam) dagli streamer. Ha poi passato gli ultimi cinque mesi lavorando con un laptop prestatogli dalla sorella per fare modelli venduti a circa 200 dollari l’uno. Ha detto che “non era un grande sogno, ma qualcosa su cui concentrarsi” mentre lui e la famiglia rimbalzavano di hotel in hotel prima di trovare una casa a Varsavia.
Appassionato di videogiochi su PC fin dai 14 anni, il suo genere principe come per molti altri gamer è l’FPS, ma ha sempre avuto anche un debole per la serie Dark Souls, e di riflesso dunque anche per Elden Ring: “Andavo ancora a scuola quando ho visto Dark Souls 1 giocato dal mio YouTuber preferito. Io avevo perfino paura di toccarlo, ma alla fine l’ho scaricato e ne sono rimasto rapito. Ho giocato tutti i giochi della serie eccetto quelli console, perché non posseggo una console da gioco. Dark Souls 1 e 2 sono i miei preferiti. Anche Sekiro fu molto fico, ma sono più per il dark fantasy” ha spiegato.
Quando From Software annunciò il suo nuovo titolo open work, Elden Ring, la prima sperimentazione di mondo aperto in un souls-like dello studio di Miyazaki, ne rimase cosi rapito da seguire ogni dettaglio, ogni leak e ogni trailer rilasciato con attenzione “semplicemente amo il dark fantasy e il gioco sembrava un sogno per me”. Dopo la tragica fuga, il ragazzo ha provato a giocare con il PC della sorella, ma non riusciva ad andare oltre il menù, cosi decise di attendere finché non si sarebbe potuto permettere un PC decente. Una bella sofferenza, per un gamer appassionato, rinunciare al gioco tanto atteso mentre il mondo intero ha modo di sviscerarlo e viverlo senza ostacoli.
Per evitare spoiler sul gioco mentre questo faceva man bassa di meme, al punto che molti non gamer arrivarono a conoscere dettagli del titolo, Nikita ha preso una pausa dai social media e, nonostante il suo amore per il lavoro degli streamer, non ha guardato nessun gameplay di Elden Ring. “Mi frustrava che tutti gli altri potessero godersi il divertimento e io non potessi unirmi alla festa”. Poi, ha accennato al suo “risveglio” circa la realtà dei fatti: “Volevo giocare con i miei giochi, lavorare e andare in palestra. Ho dovuto guardare in faccia la realtà, molto probabilmente non tornerò a casa per molto tempo. Avevo un lavoro online il che mi ha permesso di continuare a lavorare e restare mentalmente stabile, perché avevo qualcosa su cui concentrarmi invece di pensare tutto il giorno”.
Cosi il ragazzo s’è messo d’impegno, ha risparmiato 3.800 dollari e si è portato a casa un PC che ha subito reso la sua vita da gamer ma anche la sua vita professionale da artista 3D molto più semplice. Ora possiede un PC che molti di noi invidierebbero (io lo invidio, ndr) dotato di una RTX 3080 Ti, i7 12700k e 32 GB di memoria RAM in una elegante case arancione.
“Ho dovuto trasferirmi qualcosa come cinque o sei volte nel corso di una sola primavera e ho sofferto molto stress da tutto ciò. Ora faccio ciò che sento più confortevole per me ed è stare seduto a casa a realizzare opere Vtube mentre gioco nel mezzo. La vita è tornata alla normalità anche se in un paese totalmente diverso. Fa sentire bene tornare a fare ciò che si ama, non conte che lo si faccia a casa o altrove”. Alla fine, quando gli è stato chiesto se desidera tornare in Ucraina in futuro, ha risposto “anche sei volessero dieci anni”.
Elden Ring per questo ragazzo è stata una delle chiavi della sua normalità, una normalità che gli è stata strappata via violentemente che finalmente sta tornato ad assaporare. Questo dimostra come ogni discorso politico dietro una guerra sia futile: quando i civili cominciano a morire, non c’è ragione politica che conservi del valore per chiunque riconosca nella vita un bene a cui non si possa affibbiare un prezzo.