Quest’anno, per la prima volta da quasi 30 anni, la serie FIFA non è sugli scaffali dei negozi, fisici e digitali. Dopo una lunghissima partnership, che ha non solo permesso al publisher americano di diventare ciò che è oggi ma anche di plasmare i videogiochi di calcio dei giorni nostri, Electronic Arts e l’organo che controlla il calcio mondiale si sono separati. Divergenze creative? Macché: semplicemente, la licenza FIFA ha raggiunto costi così esorbitanti che anche EA, che ogni anno fattura miliardi solo grazie ad Ultimate Team, ha dovuto rinunciare.
Chi si occuperà ora del brand di FIFA non è ancora dato saperlo (il presidente Gianni Infantino ha già fatto grandi proclami nei mesi scorsi, dando però l’impressione di conoscere molto poco dei processi produttivi di un videogioco). Nel frattempo Electronic Arts non ha affatto gettato la spugna, reinventandosi. Addio tradizione, benvenuto EA Sports FC 24, primo di quella che sarà, come spera l’azienda, un’altra serie ricca di soddisfazioni.
L’operazione sulla carta non è così semplice come si potrebbe pensare. Il brand FIFA era sulla bocca di tutti a partire dal suo stesso nome, un marchio che ogni appassionato di calcio conosce; prendere un franchise così conosciuto e chiuderlo all’improvviso, cambiando nome (e rimuovendo inoltre tutti i titoli precedenti dagli store, probabilmente per le licenze) è un rischio non da poco, soprattutto pensando a quel pubblico di casual gamer che poco si interessano al mondo dei videogiochi se non appunto quando inizia la nuova stagione del campionato. Insomma, FC 24 è una ripartenza totale, un reset per il publisher che prima del lancio ha cercato in tutti i modi di portare il pubblico verso questa nuova entusiasmante direzione. Ecco la recensione di EA Sports FC 24.
Sempre più ricco nei contenuti
La ricerca di una qualche forma di innovazione la si nota a partire dal menù principale, più snello e comprensibile rispetto al passato, ma in realtà la sostanza non è cambiata. A livello di modalità e contenuti, EA Sports FC 24 prosegue sulla strada tracciata ormai da anni quando gli sviluppatori hanno iniziato a infarcire la serie con sempre più cose da fare. Oltre agli immancabili Calcio d’Inizio (con tutte le simpatiche varianti delle regole speciali), Carriera (tecnico e giocatore) e Ultimate Team, il quale perde ovviamente la dicitura FIFA all’inizio del nome ma restando fedele alle sue dinamiche, tornano anche Volta Football (l’erede di FIFA Street), Stagioni, le classiche modalità multiplayer e Club, che altro non è che quella che fino all’anno scorso era chiamata modalità Pro Club.
Parlando più nel dettaglio di alcune di queste, Volta si rivela essere l’aspetto più intonso rispetto a FIFA 23. La modalità, nata come successore spirituale dell’indimenticabile serie FIFA Street e, in particolare, dell’ultimo titolo di tale brand risalente al 2012, non subisce evoluzioni sostanziali: l’obiettivo resta quello di costruire il proprio avatar digitale e farlo crescere fino a diventare una star di quel calcio da strada fatto da tante acrobazie, tocchi di prima, scatti fulminei. I giocatori possono trovare il solito carico di missioni e attività per sbloccare abilità e contenuti estetici, a fronte di un gameplay che non è cambiato dal suo predecessore, limitandosi dunque a riproporre una modalità comunque interessante.
Club subisce alcune modifiche intriganti. Gli sviluppatori hanno evidentemente ascoltato i giocatori, e dopo anni di immobilismo ecco arrivare una ridefinizione della gestione del club e dell’avatar online del giocatore. Oltre ad aver finalmente accolto il cross-play (anche se con una netta separazione tra sistemi di vecchia e nuova generazione), Club introduce una fase playoff al termine delle stagioni in game e migliora soprattutto per quanto riguarda la progressione del calciatore che sogna di diventare grande. Gli Stili di Gioco, proposti anche nella modalità Ultimate Team, sono parte del rinnovato sistema di crescita.
Con pochi cambiamenti…
Non si segnalano cambiamenti invece in Stagioni e Stagioni co-op, multiplayer tradizionale per giocare in singolo o insieme a un amico contro altri utenti online, mentre Carriera ha subito alcune novità di rilievo. Nella Carriera Tecnico, ad esempio, viene data maggiore attenzione agli allenamenti e alla gestione quotidiana della squadra e dei singoli giocatori, con tanto di preparatori che vengono assunti a discrezione del manager per migliorare le qualità degli uomini in campo in base al Piano d’Allenamento da seguire. Ciò diventa ovviamente fondamentale pensando ai giovani di prospettiva, da gestire come sempre nel florido settore della Primavera di ogni squadra. Non viene invece minimamente intaccato il sistema di compravendita del calciomercato, che EA ritiene abbastanza soddisfacente.
Qualche novità anche per quanto riguarda la Carriera Giocatore. A differenza della Carriera Tecnico, che ha spinto sulla maggiore gestione della squadra (senza però ancora avvicinarsi a una componente profonda come quella di Football Manager), in questo caso EA ha spinto sul nuovo sistema degli Stili di Gioco, che si compone di un albero delle abilità e su statistiche migliorabili che portano il proprio avatar digitale verso i lidi del grande calcio. Anche le scelte lontane dai campi da gioco influiscono ora sul rendimento e sulla prospettiva di carriera del giocatore, il quale può inoltre essere aiutato dal proprio agente che deve rivelarsi utile. Si segnala poi l’affascinante partnership con France Football per l’inclusione del premio Pallone d’Oro, ambito riconoscimento europeo che diventa uno dei grandi sogni del proprio avatar.
La modalità più interessata da cambiamenti è però ovviamente Ultimate Team. Non potrebbe essere altrimenti: si tratta della componente più giocata e più redditizia in assoluto per Electronic Arts, e qui gli sviluppatori sono intervenuti in maniera più corposa. Non vengono chiaramente intaccate le meccaniche base della modalità: in UT, ogni giocatore può creare la propria squadra, scegliere un primo campionato di riferimento per settare gli atleti iniziali, accumulare punti tra Squad Battles, Divisioni e altre modalità incluse, e acquistare nuovi giocatori tramite il mercato trasferimenti o gli immancabili pacchetti. Gradevole anche l’idea di inserire la modalità Momenti, che non solo aiuta i nuovi e vecchi giocatori a rinfrescarsi le idee sulle dinamiche di UT, ma anche ad accumulare le prime risorse grazie ai premi assegnati per il completamento delle sfide.
…ma sostanziali nella forma!
Si segnalano però due importanti novità. La prima, annunciata sin dal momento del reveal, riguarda l’inclusione delle calciatrici femminili, con gli utenti che ora possono costruire squadre miste composte da grandi nomi come Erling Haaland, Kylian Mbappé, Samantha Kerr, Ada Hegerberg (è già una delle carte buggate più pericolose, ma ormai per i giocatori di UT questa è una tradizione) e così via. Si tratta del culmine del percorso di Electronic Arts, che negli anni passati ha introdotto il calcio femminile come semplice sfida e si è ritrovata oggi a farne uno dei motivi di vanto della produzione, per un settore in forte crescita a livello di numeri. L’implementazione delle atlete femminili, comunque, non cambia in alcun modo la classica struttura di Ultimate Team.
La seconda novità, più importante, riguarda le Evoluzioni. EA ha deciso di svecchiare la formula della progressione di UT, che cerca di divincolarsi, almeno in parte, dall’ossessivo mercato dei trasferimenti troppo spesso andato fuori controllo anche allo stesso publisher. In sostanza, ora è possibile investire le proprie energie per migliorare le proprie carte preferite e farle, appunto, evolvere in quanto a skill e potenziamenti aggiuntivi. Questo porta a scelte interessanti, con i giocatori che sono ora più liberi di variare nella loro strategia di crescita della squadra. Inutile ribadire, come ogni anno ormai da oltre un decennio, che aggiunte e implementazioni di questo tipo sono sì apprezzate, a discapito però di quella tanto desiderata modalità Carriera UT che Electronic Arts proprio non vuole introdurre. Se ne riparlerà, si spera, per EA Sports FC 25, ma nulla è certo.
Dimensione artistica: Quelle immancabili emozioni del giorno partita
EA Sports lo ha promesso da tempo immemore, ancor prima dello sbarco del suo simulatore calcistico nel porto della nuova generazione. Il colosso di Redwood ha sempre inseguito, sin dalla notte dei tempi, il suo credo, ovvero riproporre quelle sensazioni e quelle emozioni del giorno partita. Ha iniziato con i suoni dello stadio, proseguito con le animazioni del pubblico, per poi puntare fortemente sulla grafica dei giocatori, del campo di gioco e del pubblico presente. La nuova generazione ha amplificato tutti gli sforzi fatti sinora, ma ancora mancava qualcosa: la passione di chi vive veramente il calcio.
Se vi diciamo che quest’anno l’esperienza di EA Sports FC 24, o se preferite FC 24, è quella più televisiva dell’intero franchise, beh, non stiamo enunciando una blasfemia. Pad alla mano, sembra di guardare un match in televisione. Infografiche con tanto di realtà aumentata che mostrano – a video – i dati salienti dell’azione, con replay a corredo. Referee Cam che racconta l’azione dal punto di vista dell’arbitro e che nel calcio reale sembra sbarcata solo in MLS. E poi quell’animazione del goal in zona Cesarini, con la curva che fa tremare lo stadio, e gli allenatori, che non sono più dei blocchi di pietra monolitici e che (finalmente) si mostrano anche contrariati.
Esistono, altresì, una mole di situazioni subliminali che non risaltano ad occhio nudo, ma che nel loro insieme aiutano a restituire quel senso di “vero” e non solo di “virtuale”. Come ad esempio i movimenti senza palla dei giocatori, con quelle loro sfumature umane catturate dall’Hypermotion V. Non si tratta più solo di motion capture, ma di animazioni contestualizzate rispetto al momento, che può essere una situazione di palla inattiva piuttosto che un contropiede. I giocatori non danno più l’idea di essere dei meri “automi” realizzati in serie, ma sembrano comunicare molto di più con le loro movenze (alcune delle quali sono proprio le medesime delle controparti reali).
Spettacolo garantito…
Doverosa menzione anche per il comparto grafico, che ancora non si sente di sfidare – almeno per quello che riguarda le console di nuova generazione – il muro dei 120fps. Ancora 60fps, con una risoluzione che si attesta intorno al 4K, e una definizione dei giocatori “big” ancora più dettagliata rispetto alla passata edizione. Un discorso che vale anche per il face design, anche se la mimica facciale talvolta fa le bizze. La perfezione, in tal senso, è ancora lontana.
Pad alla mano, la sensazione lasciata da EA Sports FC 24 è quella di uno dei classici appuntamenti annuali serviti da Electronic Arts, con alcune modifiche che mirano talvolta a migliorare il gameplay, talvolta a renderlo sempre più spettacolare (non sempre in positivo). Da tempo l’azienda ha varato una sorta di linea comune per la serie calcistica, con partite dai risultati roboanti che non sono più limitate alla sola modalità Ultimate Team. Anche in questo nuovo titolo, appunto, si ha sempre la sensazione che i match possano concludersi con punteggi tennistici, questo soprattutto grazie alla rinnovata IA della difesa.
Apportare novità è sempre un buon segnale, anche se l’impressione da queste prime settimane di gioco è che il reparto difensivo, specie nella modalità Carriera (il discorso si può però ampliare a tutte le modalità salvo UT), abbia più di un problema. La tendenza dei difensori centrali e laterali, molto spesso, è infatti quella di seguire fin troppo attentamente la palla senza prestare attenzioni agli uomini e apportare efficati contrasti, col risultato che gli attaccanti rivali, complice anche una fase offensiva molto più aggressiva (anche per quanto riguarda la squadra comandata dall’utente), si ritrovano molto facilmente di fronte al portiere e fin troppo spesso in condizioni di 1v1. La strategia più adeguata risulta quindi essere quella dell’attenzione e della pianificazione, imparando a prevedere e a far avanzare il secondo difensore piuttosto che comandare direttamente un contrasto diretto al portatore di palla, che successivamente rischia di segnare anche grazie a qualche fortuito rimpallo di troppo.
…anche troppo, a volte
Difendere, insomma, non è affatto facile in EA Sports FC 24, e non sperate ad esempio di concludere una stagione in Carriera Tecnico con tante partite a reti inviolate. Se non altro, lo spettacolo è garantito, proprio per il fatto che gli attaccanti arrivano facilmente nell’area avversaria per tirare a rete. I portieri soddisfano, risultando abbastanza reattivi, sebbene non si tratti di barriere invalicabili.
Inoltre, l’implementazione degli Stili di Gioco esalta le grandi stelle del calcio mondiale, che in determinati momenti di ogni match possono fare la differenza. Osservando l’icona gialla sulla testa dei giocatori, che compare in alcuni frangenti, particolari abilità vengono amplificate e così il gameplay ne risente: una furia come Haaland, ad esempio, diventa un’inarrestabile macchina da gol in questi momenti, come se già non bastasse la sua innata qualità. In tal senso, gli Stili di Gioco risultano essere un concetto all’apparenza inedito, ma che in realtà sembra confermare quello che da moltissimi anni sospettano tutti i fan della serie. È infatti difficile non pensare a questi Stili, dei veri e propri boost temporanei che esaltano i giocatori, accomunandoli al famoso Momentum, una delle feature più oscure della storia di FIFA. EA Sports, con questo piccolo stratagemma, non ha fatto altro che legittimarlo, e se non altro oggi i giocatori ne hanno la certezza.
Ciò che invece convince poco, ancora una volta, è la fisica della palla. Il problema non è nuovo alla serie di EA, e già con FIFA 23 molti utenti avevano sollevato dubbi su questo elemento fondamentale. Stranamente, sembra che gli sviluppatori abbiano deciso sì di ascoltare i feedback ma nel senso contrario. Data la ricerca costante di spettacolo, con ribaltamenti di fronte continui e rarissimi casi di attenta pianificazione e possesso palla concessi al giocatore, ci si potrebbe aspettare una velocità fulminea del pallone, in linea con questa filosofia. Così non è: in FC 24, la componente strategica viene ancora una volta meno, anche perché il pallone risulta molto pesante nei piedi dei giocatori quando questi stanno cercando di imbastire una rete di passaggi o quando gli eletti si dilettano a diventare funamboli del pallone.
La recensione in breve
EA Sports FC 24 rappresenta un passaggio molto importante per Electronic Arts. Questo primo titolo del nuovo corso riprende esattamente da FIFA 23, aggiungendo nuovi contenuti e alcune funzionalità, specie in Ultimate Team. Di contro, oltre a un gameplay ancora non perfetto e a una problematica gestione del reparto difensivo, alcune modalità come Volta e Carriera non ricevono adeguate attenzioni.
Un passo in avanti, mezzo indietro, in attesa di EA Sports FC 25.
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Voto Game-Experience