Gli NFT (Non Fungible Token) sono uno degli argomenti principi del mondo videoludico e informatico nella storia recente. Da alcuni osannati come un passo verso il futuro, da altri condannati come una piaga destinata a fare gravi danni.
Diverse compagnie hanno espresso interesse in questo nuovo mercato emergente, altre stanno mantenendo le distanze, e altre ancora che da principio si dicevano interessate al mercato NFT hanno poi fatto marcia indietro. Come Team 17, che rinunciato al progetto MetaWorms NFT. O anche come Electronic Arts, che dopo aver espresso il suo interesse nel recente passato ha ora deciso di cambiare le proprie priorità.
Solo tre mesi fa infatti la compagnia dichiaro che gli NFT erano “una parte importante del futuro della compagnia”. Qualcosa però è cambiato, perché Andrew Wilson, CEO di Electronic Arts, ha recentemente affermato: “Credo che i collezionabili continueranno a essere una parte importante della nostra industria, dei giochi e delle esperienze che offriamo ai nostri giocatori. Che siano questi in formato NFT o parte di una blockchain, è tutto da vedere. Valuteremo nel corso del tempo la cosa, ma al momento non è qualcosa su cui stiamo puntando con forza”.
Insomma, Electronic Arts non abbandona i suoi piani ma indubbiamente ha allentato l’attenzione sulle NFT, almeno per il momento. Molti criticano questo nuovo mercato, anche con forza e aspramente. Ad aggravare la situazione la scoperta di diverse truffe attuate proprio in formato NFT, pari a oltre l’80% del totale dei token distribuiti da OpenSea, uno dei più grandi marketplace di NFT esistenti al mondo.
Nell’industria c’è chi, come Ubisoft, è convinta che siano i giocatori a non comprendere i vantaggi offerti dalle NFT. Dal canto mio, personalmente, non vedo alcun vantaggio nel rendere ancora più monetizzabile l’universo videoludico. Già troppi free-to-play (o meglio pay-to-win) hanno fatto fortuna sulle spalle di poveri giocatori poco attenti ai propri risparmi, fornendo esperienze di scarso valore se non accompagnate da acquisti supplementari, e tremo all’idea di cosa potrebbe essere un mondo videoludico basato sulle NFT. Amo giocare come ho sempre giocato: pago il gioco (e al limite qualche eventuale espansione) e l’esperienza è tutta mia da godere. Questa, almeno, è la mia opinione.