Quando si trattò anni fa di dover dare una valutazione a The Division sparammo subito in alto, più che altro perché ragionammo in un’ottica temporale di lungo periodo. I fatti a quanto pare ci diedero ragione, visto che dopo tutti i contenuti aggiuntivi, The Division divenne finalmente un titolo completo, in grado di poter mantenere i propri giocatori ed offrirgli contenuti tali da essere un’esperienza divertente anche dopo aver completato ogni singola missione. L’annuncio di The Division 2 da parte di Ubisoft non possiamo dire che ci abbia stupito più di tanto, essendo una naturale evoluzione del brand e l’opportunità di rimediare agli errori del passato. Dopo averlo visto presentato nelle conferenze Microsoft e Ubisoft, ci siamo fiondati in fiera per poter testare con mano le novità di questo nuovo capitolo, che fossero tali da giustificar un nuovo giro nell’America infettata dal virus del Venerdì Nero.
La prima grande novità è appunto il cambio di location, dalla fredda New York ad una più temperata ma non meno devastata Washington, capitale degli Stati Uniti d’America, completamente annichilita dal virus e dal caos che ne è generato. Inutile negare che la capitale è di fatto un’ambientazione iconica tanto quanto la Grande Mela, con tutti i suoi monumenti, Air Force One schiantato a terra incluso, che potremmo esplorare, cercando di non soccombere alle varie fazioni di sopravvissuti che ne infestano i resti. La dimostrazione ci metteva di fronte ad un nuovo tipo di missione, in cui bisognava mantenere il controllo di una specifica zona nemica eliminando tutti i nemici e resistere fino all’arrivo dei rinforzi guidati dall’IA. Nulla di trascendentale, ma abbiamo potuto ammirare la prima novità interessante di The Division 2, le classi avanzate. Dopo aver raggiunto i l level cap, ci verrà chiesto di proseguire tra 3 diversi tipi di specializzazioni, ognuno con le proprie abilità particolari ed arma dedicata. Il Survivalist ad esempio è esperto nelle uccisioni silenziose a corto raggio ed è dotato di una potentissima balestra; lo Sharpshooter è orientato più sul lungo raggio, essendo equipaggiato con un fucile di precisione; il Demolisti infine, come è facilmente intuibile, è esperto nel far saltare le cose per aria e affronta il mondo con un imponente lanciagranate. Per quanto riguarda le nuove abilità, la prova ha evidenziato come queste siano legate più al supporto tattico durante i vari scontri, non tanto al danno vero e proprio. Il risultato è più che positivo, sia dal punto di vista visivo che dell’economia degli scontri, aiutati anche dal fatto che i nemici ora sono molto più semplici da uccidere (anche se potrebbe essere una sensazione derivata dal fatto di aver giocato con personaggi di alto livello).
Se sorvoliamo su queste nuove feature del gioco, il feeling con The Division 2 è praticamente identico a quello del primo capitolo, a partire dall’HUD fino ad arrivare alla gestione dell’inventario e del loot. Quello che cambia è invisibile agli occhi, osservabile dopo aver giocato attentamente con altri compagni di squadra. The Division 2 punta tutto sulla cooperazione tra i vari giocatori, sia dal punto di vista della abilità che del rifornimento delle munizioni (che sono davvero scarsissime), portandovi ad affrontare situazioni sempre in inferiorità numerica. La difficoltà generale sembra essere stata tarata verso l’alto, quindi sarà molto difficile sopravvivere alle nuove missioni di gioco senza utilizzare un approccio tattico e ragionato, cosa che in effetti ci è piaciuta parecchio. Riuscire a portare alla base il loot non sarà certo una passeggiata, quindi la sensazione di reward che il gioco riuscirà a donare sarà decisamente importante, soprattutto se il livello delle missioni sarà in crescendo come ci aspettiamo. Per tutto il resto, come anticipato, siamo di fronte ad una sorta di The Division 2.0, dove mancano da approfondire moltissime altre componenti, come la gestione dei Livelli, i nuovi nemici, l’Hub centrale e ovviamente la novità più attesa, i Raid. Siamo sicuri che quest’ultima novità sarà quella che porterà The Division 2 finalmente dove merita, soprattutto in termini di longevità e varietà di gameplay a otto giocatori. Gli sviluppatori ci hanno assicurato di aver imparato dai loro errori e di aver ascoltato a fondo i feedback della community, e visti i risultati con le stagioni successive del primo The Division, siamo portati a credergli. Rimaniamo comunque sintonizzati in attesa delle prossime rivelazioni, che siamo sicuri arriveranno con regolarità fino alla release finale del gioco pianificata per il 15 Marzo 2018