Arrivato dal Giappone dopo un lungo periodo d’astinenza e presentato a sorpresa assoluta durante la conferenza Microsoft, Jump Force ha interessato immediatamente i fan occidentali per un motivo ben preciso: far scontrare i personaggi più conosciuti degli anime tra di loro, in un brawler senza esclusione di colpi. Durante lo Showcase di Microsoft abbiamo potuto approfondire un po’ il gioco di Bandai Namco, cercando di rispondere ad una domanda a cui cerchiamo risposta da anni immemori: è più forte Rufy o Naruto? (perché Goku è fuori scala).
Jump è un brande che riunisce a sé tutti i personaggi di cui la casa editrice giapponese è proprietaria, che in occidente hanno raccolto consensi e folle di ammiratori che rasentano la religione. Sebbene in Giappone sia ormai tradizione consolidata, in occidente, tralasciando alcuni sparuti tentativi, la serie Jump non ha mai fatto smuovere troppi portafogli, ma con l’avvicinamento di Xbox ai brand orientali, è capace che qualcosa stia cambiando. Consideriamo infatti che anche il pubblico occidentale è ormai assuefatto a personaggi come Goku, Naruto o Rufy, quindi un titolo che riunisca tutti questi eroi insieme sarà sicuramente tenuto d’occhio. Durante la nostra prova abbiamo potuto dare un’occhiata ai personaggi di gioco, che però erano limitati solamente a sei scelte, due per ogni anime. Ecco che quindi potevamo scegliere tra Goku e Freeza di Dragon Ball, Naruto e Sasuke dal villaggio della Foglie e Rufy e Zoro direttametne da Onepiece. Gli scontri sono tra squadre, per cui abbiamo potuto creare il nostro dream team di tre giocatori e scontrarci contro la CPU guidata dal computer, con due arene a scelta tra ambientazione urbana e montana.
Jump Force è un brawler non dissimile dai picchiaduro della serie di Naruto, sempre ad opera di Bandai Namco, in cui si potrà cambiare da un personaggio all’altro presente nella squadra in un istante, così da avere sempre forze fresche in campo. La partita infatti non finisce con il KO di tutti i componenti della squadra, ma nella modalità da noi provata al primo knock down il giocatore avversario si aggiudicava la vittoria. Per questo è essenziale cambiare costantemente un eroe dall’altro, di modo da sfruttare appieno la potenza di ogni squadra. Ogni personaggio avrà delle abilità specifiche attinte direttamente dalla sua lore, quindi aspettatevi Onde energetiche e Genkidama da parte di Goku, Rasengan per Naruto, Chidori su Sasuke e l’Onigiri di Zoro, tutte con un proprio peso specifico in termini di danno e spettacolarità. Eseguire le mosse speciali è abbastanza semplice e non richiede eccessiva pratica come i classici picchiaduro, rendendo quindi Jump Force un titolo accessibile a tutti, cosa che non è necessariamente un male.
Le animazioni dei personaggi sono ricalcate esattamente su qelle degli anime/manga, cosa che farà la felicità di tutti gli appassionati, e che si riflette ovviamente sull’immersività del gioco, tanto che durante l’esecuzione della Genkidama, anche noi eravamo con le braccia al cielo. Dovendo però analizzare in maniera più approfondita il gioco, è chiaro come Jump Force sia in effetti un titolo molto orientato al mercato casual, da giocare senza troppi pensieri e senza troppo impegno, dato che punta esclusivamente sulla spettacolarità delle mosse piuttosto che sulle combo o una curva d’apprendimento “rewarding” come si dice da queste parti. Sul versante tecnico però nulla da eccepire, non tanto per la grafica spaccamascella (che non c’è), quanto piuttosto per lo stile fumettoso adottato e la realizzazione dei particellari durante il combattimento. Non siamo di certo davanti ai fasti di Dragonball FighterZ, ma comunque il risultato raggiunto da Jump Force è buono quanto basta per essere goduto da tutti gli appassionati. Rimangono per ora parecchi dubbi sul roster dei combattenti, ma visto il parco personaggi disposizione dalla redazione del Jump, possiamo stare abbastanza tranquilli. Non possiamo dire lo stesso sulle modalità di gioco, di cui non si sa ancora praticamente nulla, né tantomeno sui combattimenti e le arene, che ci hanno dato un’impressione di vacuità quasi totale. Nonostante tutto, abbiamo avuto modo di provare un titolo decisamente divertente e senza troppe pretese, arrivato finalmente in occidente, mercato da sempre snobbato, e soprattutto anche su Xbox One, piattaforma sui cui i titoli giapponesi si contavano sulle dita di una mano fino a qualche anno fa. Se questa è l’interazione che cerca Microsoft, allora ben venga.