Assassin’s Creed Origins è stato il grande assente dello scorso anno dell’E3, dove il team di sviluppo aveva preferito dare spazio a Watch Dogs 2 e focalizzare gli sforzi di produzione della saga degli assassini su di un capitolo molto più esteso e soddisfacente sotto ogni punto di vista. Evidentemente la mossa è stata azzeccata, visto che l’attenzione mediatica e del pubblico negli ultimi tempi ha visto una fuga di rumor e notizie confermate, arrivando alle porte dell’E3 con praticamente tutto il gioco svelato. Non c’è da meravigliarsi quindi che Assassin’s Creed Origins fosse il primo titolo che ci siamo fiondati a provare all’E3 2017 ospiti da Ubisoft, volendo saggiare finalmente con mano le novità ed i frutti del lavoro di questi due anni senza un titolo della saga più famosa della casa francofona.
Ormai si è visto e detto praticamente tutto di Bayek, il nuovo protagonista di Origins e dell’affascinante setting egizio, ma alcuni dettagli sono rimasti preclusi fino al nostro hands on diretto a Los Angeles. La prima cosa che ci ha colpito del gioco, pad alla mano, è stata l’eccezionale resa visiva del titolo: giocato in 4K, Assassin’s Creed Origins è una gioia per gli occhi immensa, con una nitidezza di colori e oggetti davvero impressionante. La mappa brulica di NPC, ognuno intento a svolgere una propria attività, del tutto indipendentemente dagli altri ed in linea con il contesto circostante. L’Egitto è vivo e vibrante sotto i nostri occhi e si dipana per centinaia di chilometri attraverso una mappa immensa, la più grande mai realizzata finora per un gioco della serie Assassin’s Creed. L’intero Nord Africa sarà alla vostra portata, con centinaia di location e decine di biomi differenti: passerete dai torridi deserti alle fetidi paludi, dalle città costiere alle cime montuose, il tutto accessibile a piedi, a cavallo, cammello, nave e altri mezzi di trasporto. L’accuratezza storica è sempre stata il fiore all’occhiello della serie, quindi la vista di soldati romani tra le città egizie ci fa ben sperare che i nemici saranno variegati e con stili diversi, così come sarà certa la presenza di personaggi secondari molto importanti, quali Cesare, Cleopatra o Marco Antonio, visto il periodo storico.
Durante la nostra prova di mezz’ora con il titolo, i primi 20 minuti sono stati spesi nell’esplorazione del nuovo mondo di gioco, permettendoci di apprezzare nuovamente il sistema di parkour, che opta nuovamente per la fluidità introdotta in Unity e le novità di gameplay costruito proprio per questo capitolo. Tra le principali, c’è ovviamente l’uso di Senu, la fedele compagna aquila del protagonista che sostituirà in tutto e per tutto l’abilità dell’occhio. Come i droni da ricognizione di Ghost Recon, Senu sorvolerà dall’alto la mappa di gioco, evidenziando gli obiettivi sensibili e marcando la posizione dei nemici, oltre a mostrare oggetti, raccoglibili e collezionabili. Una svolta inaspettata che punta molto verso la pianificazione delle proprie missioni, dando un’enfasi ancora maggiore alle parti stealth e non più al massacro insensato. C’è anche la possibilità di guidare automaticamente le frecce del proprio arco, ma ci è parsa una possibilità leggermente fuori luogo rispetto al setting classico del gioco, anche se probabilmente ci sarà qualche motivazione legata ai frutti dell’eden. Il mondo di gioco non si estenderà solo in superficie, ma anche sott’acqua, con ampie sezioni al di sotto del livello del mare, con segreti e opzioni d’infiltrazione accessibili solo nuotando. Il crafting sarà legato a doppio filo alla caccia e si potranno ottenere centinaia di oggetti ed armi costruendoli con i materiali raccolti durante l’avventura, che potenzieranno Bayek e gli forniranno numerose opzioni d’attacco e difesa. Anche per quanto riguarda le abilità, Bayek acquisirà esperienza per aumentare di livello, consentendogli così di spendere punti abilità in uno skill tree ben congeniato e diviso in tre sezioni distinte dedicate alla lotta, alla caccia e allo stealth. Queste aggiunte tipicamente rpg continuano la strada intrapresa da Unity, volt a trasformare Assassin’s Creed in un action sempre più profondo e dall’esperienza personalizzabile, cosa di cui non possiamo che esserne contenti.
La seconda parte della demo era dedicata al Colosseo, un’arena in cui Bayek potrà combattere per ottenere fama, onore e denaro e che permette di testare le proprie abilità di combattimento. Ogni arena in gioco avrà una serie di NPC nemici che vi attaccheranno ad ondate fino al boss finale, che sarà unico per ogni arena e decreterà la vostra vittoria o la vostra sconfitta. Tale modalità ci è stata mostrata per presentare il nuovo sistema di combattimento, che è stato radicalmente modificato per offrire un’esperienza molto più simile a Dark Souls che agli action classici. Che tutto fosse stato cambiato lo si poteva notare già dall’equipaggiamento iniziale del protagonista, ora dotato di spada e scudo, che offre mole più soluzioni di combattimento rispetto agli episodi precedenti. Bayek potrà effettuare attacchi leggeri e pesanti, parare, schivare e contrattaccare, inanellando tutto in una serie di combo mortali che però richiederanno una discreta abilità per essere eseguite. Pad alla mano, il sistema ci è parso molto skill based e siamo certi che richiederà qualche tempo prima di essere completamente assimilato, visto che l’asticella della difficoltà è stata settata verso l’alto. E’ ancora presto per esprimersi su bilanciamento e simili, ma già il fatto di aver completamente rivisto tale sistema è sintomo di come Ubisoft abbia finalmente accolto le lamentale sul più grande difetto del gioco, ovvero quel combattimento troppo semplice e molto spesso troppo anonimo. Lo scontro nell’arena è stato discretamente divertente una volta acquisite le basi del combattimento, soprattutto perché all’interno dell’anfiteatro erano presenti anche numerose trappole che potevano mettere difficoltà alle nostre schivate. Il combattimento con il boss ci ha fatto notare come effettivamente questi personaggi evolvano durante il combattimento, cambiando pattern man mano che vengono feriti e risultando ostici da sconfiggere se affrontati con eccessiva leggerezza. Un’ottima aggiunta, di cui non vediamo l’ora di vedere il quadro completo.