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Home»Articoli»Anteprime»Dune Awakening, provato in anteprima

Dune Awakening, provato in anteprima

Abbiamo provato in anteprima la closed beta di Dune Awakening, un MMO che prende le distanze (con rispetto) dalla controparte cinematografica
Alessandro SkleroBy Alessandro Sklero25 Aprile 2025
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Un temibile mostro riemerge dalle profondità della sabbia
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Nel mercato dei videogiochi, ogni giorno viviamo evoluzioni, innovazioni e miglioramenti. Il pubblico ne vuole sempre di più e pur di riuscire a rendere felici i potenziali clienti abbiamo visto nascere, perire e mutare moltissimi generi negli ultimi anni. Oggi però vogliamo parlarvi di un titolo che oltre ad essere attesissimo da tanti appassionati, fa parte di quelle categorie capaci di resistere poco mutate, ma in grado di coinvolgere giocatori provenienti da tutto il mondo. Di cosa si tratta? Degli MMO e grazie alla fase di test che abbiamo avuto il piacere di giocare, possiamo dirvi quali sono le nostre primissime impressioni su Dune Awakening.

Le distanze dal Dune cinematografico

Paul Atreides non è mai nato, i Fremen sono scomparsi e Lady Jessica ha messo al mondo una bambina, con queste premesse parte una guerra tra fazioni durata ben 15 anni ed i fatti che viviamo in questa nuova avventura sono letteralmente una realtà alternativa del dune cinematografico. Non tutto è perduto, le ambientazioni, i luoghi e ciò che riconosciamo anche solo con uno sguardo, esistono e sono ben presenti in gioco. Il rischio di far arrabbiare i fan c’è, ma al tempo stesso Funcom ha così garantito a coloro che vorranno provare a dare fiducia al team, di vivere un’esperienza totalmente originale, con la possibilità di essere ampliata nel tempo grazie al probabile supporto che gli verrà offerto.

Come nei più classici del genere, anche in Dune Awakening il nostro viaggio partirà con la creazione e personalizzazione del nostro personaggio. Avremo la possibilità di renderlo unico grazie ai moltissimi tratti distintivi, alla forma fisica e soprattutto grazie alle sue origini. Tratti di dialogo, emote esclusive, abilità offensive, queste sono le prime decisioni che il nostro alter ego dovrà prendere una volta trovatisi di fronte alla reverenda madre. Il mondo natale e la casta saranno in grado di garantire scelte differenti nei dialoghi, mentre il nostro mentore offrirà un addestramento tecnologico o offensivo, garantendoci dei vantaggi in game davvero essenziali nelle prime ore.

I primi passi su Arrakis

La scoperta di un luogo mistico

La vera natura del gioco balza subito all’occhio nel momento in cui ci ritroveremo a muovere i nostri primi passi su Arrakis. Questo pianeta non ci vuole, il clima è arido, i ripari sono pochi e per poter sopravvivere dovremo essere attenti e rapidi a recuperare le risorse necessarie. Durante le prime ore di gioco ci siamo subito resi conto,  mediante un lungo ma utile tutorial, che il fattore survival è decisamente presente e necessita di essere appreso in maniera corretta. A farla da padrone vediamo una barra che indica la nostra sete ed una che indica il livello di calore corporeo, ambedue a differenza delle classiche stamina e salute, necessitano di un occhio più di riguardo, dato che sono gli unici aspetti legati al fattore sopravvivenza in game citato poco fa.

Il nostro personaggio non potrà restare sotto il sole per lungo tempo, soprattutto se sprovvisto di una armatura consona, questo perché causerebbe un continuo prosciugarsi dei liquidi indicata come la barra H2O. Per sopravvivere è quindi necessario trovare risorse utili a dissetarsi temporaneamente, o addirittura materiali essenziali al poter realizzare riserve di viveri per i giorni ed i viaggi che ci attenderanno. Anche in questo caso infatti la creazione è un altro aspetto fondamentale da conoscere ed apprendere, utile ed indispensabile per la crescita del nostro alter ego. Le tecnologie che potremo realizzare spaziano da mezzi di trasporto alla realizzazioni di vivere ed armamenti, tutto potrà essere creato da noi in poco tempo con la sola richiesta di materiali e progetti.

Tra sopravvivenza ed esplorazione

Un soldato che punta la sua arma

Una base ha la possibilità di offrire un riparo dal sole, un deposito per gli oggetti raccolti, una stazione di creazione dedicata alle riserve di acqua. Questi e tanti altri esempi, fanno parte di un craft ad oggi non particolarmente ricco, ma anche non troppo complesso, che indica a schermo precisamente cosa serve per realizzare il nostro progetto. Avete bisogno di un arma per fronteggiare i viandanti del deserto? Siete a corto di cure o volete una nuova armatura? Magari invece volete solo un posto più ampio dove lasciare tutte le risorse a vostra disposizione? Vi basta realizzare ciò che fa per voi tramite un menu semplice ed accessibile, e grazie alla mappa dinamica tutto ciò che avete già raccolto almeno una volta, verrà salvato e resterà visibile così non impazzirete alla ricerca di quel minerale che avevate visto non so dove.

Per potersi dedicare anima e corpo alla ricerca di nuovi materiali ed ai nuovi progetti di creazione, il gioco offre una possibilità di esplorazione davvero ampia, che non si limita al solo movimento orizzontale ma anche ad una verticalità curata e che strizza l’occhio agli ultimi Zelda. La barra della stamina entra finalmente in funzione, ponendosi da limite in una fase di scalata davvero permissiva e che serve principalmente per raggiungere vette inesplorate o basi alleate e nemiche. Scalare è utile anche per prendere visione di ciò che troveremo tramite un binocolo o addirittura creare qualche deposito poco visibile per future necessità.

It’s time to combat (con prudenza)

Un frammento di un violento combattimento

La stamina serve anche in un’altro aspetto fondamentale, ovvero il combat system, pensato per essere funzionale e appagante, non solo per chi ama fronteggiare le minacce ostili armato di fucile, ma anche per chi predilige lo scontro all’arma bianca. Usando infatti schivate perfette o parate, avremo la necessità di tenere d’occhio la barra che indica la nostra stanchezza così da evitare di prendere danno e rischiare di dover ripartire da zero durante una missione. Durante i combattimenti entreranno in funzione anche le abilità uniche della nostra classe, capace di usare colpi rapidi in corpo a corpo, schivate perfette o addirittura barriere capaci di evitare i proiettili. Questi talenti verranno sbloccati livellando il nostro personaggio e potranno essere potenziati dopo aver raggiunti determinati prerequisiti.

Il sistema di combattimento sembra essere un aspetto fondamentale del gioco, mettendo in evidenza quanto i punti spesi, l’esplorazione in cerca di segreti, ed i materiali ottenuti da parte del giocatore sapranno fare la differenza in end-game e negli scontri più difficili. Tra le svariate missioni provate, alcune di queste ci hanno messo davanti ad intere orde di nemici, capaci di attaccare senza sosta, dove il saper sfruttare le abilità ed i giusti armamenti ha di sicuro fatto la differenza. Tra parry, schivate ed abilità specifiche non manca davvero nulla, ogni giocatore potrà trovare ciò che desidera a farne un uso proprio.

Tra dubbi e certezze

Un gruppo pronto a partire per una missione

La parte da noi giocata però rappresenta solo un minuscolo segmento di ciò che sarà il contenuto finale. Il deep desert offrirà un parco giochi per un totale di 900 giocatori online dove le gilde e le attività PVP detteranno il futuro delle attività del titolo. Saper gestire una base con i propri compagni, socializzare, ottenere materiali e preparare le build al meglio saranno le fondamenta per tutte quelle attività end game che tanto piacciono a noi giocatori.

Dopo aver trascorso questi giorni in un MMO che pur essendo tanto legato al suo genere, riesce anche ad aggiungere qualcosa di suo, i dubbi e le certezze non sono mancati. Il comparto tecnico funziona bene, garantendo caricamenti veloci, pochissimi problemi legati ai server, ed una gestione delle illuminazioni davvero lodevole, ma d’altra parte anche a causa della mole di player in mappa previsti e delle tante problematiche che questi possano arrecare, non brilla per risoluzione e poligoni.

Il combat system risulta essere funzionante con una buona varietà di armi ed abilità, ma l’aggiunta del parry o della schivata non lo trasformano in un action capace di piacere a tutti i palati. L’aggiunta di meccaniche come le scalate ed il sistema di sopravvivenza legato al calore del sole ed all’acqua, sono invece qualcosa di lodevole che ci ha colpito in positivo, entrambi sono aspetti ben riusciti e ad oggi risultano ben dosati ed inseriti con criterio.
Un’ultima riflessione va alla progettazione delle basi ed alla creazione di equipaggiamenti, questi aspetti sono da sempre presenti negli MMO ed anche in Dune Awakening risultano essere importanti ma non frustranti. Trovare i materiali non è snervante e sapere la posizione di ciò che ci serve è utile a combattere la noia in gioco.

In conclusione

Una fase di esplorazione a bordo di un veicolo

Dune Awakening è un progetto ambizioso, che probabilmente non sarà in grado di convincere tutti i giocatori provenienti da altri generi, ad abbandonare i loro titoli preferiti per fiondarsi su di esso, ma riuscirà di sicuro a far entusiasmare i più accaniti fan del segmento o del mondo che vuole riproporre. Non abbiate timore di vivere una realtà alternativa, l’obiettivo è quello di salvaguardare i vostri ricordi legati all’universo cinematografico ed al tempo stesso di sapervi regale un’ interessante ‘What if’.

Siamo rimasti colpiti di come Funcom abbia saputo ripensare determinati aspetti e curiosi di ciò che potrà garantire. Il 2025 sembra voglia offrire sempre qualcosa di più in tutti generi videoludici e dopo la nostra prova, siamo certi che anche per gli appassionati degli MMO potrà essere lo stesso.

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