Non è facile tornare dove si è stati bene tanti anni dopo quei momenti, soprattutto se si parla di videogiochi. L’effetto obnubilazione da ricordo, è infatti sempre dietro l’angolo. Sostanzialmente il ricordo di un momento viene amplificato nelle sensazioni positive e/o negative per via del momento felice o triste in cui abbiamo vissuto l’esperienza. Ecco dunque come nascono i famosi “è invecchiato male” “è invecchiato bene” che diciamo spesso e volentieri. Con Dragon Quest 3 HD-2D, come abbiamo potuto già vedere nel nostro provato, questo non è avvenuto. Il capolavoro senza tempo che è stato l’originale resta senza alcun dubbio tale, ma questa riproposizione si erge addirittura come baluardo di rappresentazione del valore generale di Dragon Quest nel mercato.
Non dobbiamo dirvelo noi quanto questa saga, sia stata e sia tutt’ora un emblema di come i JRPG possano esprimere sia ludicamente che narrativamente un modo unico di intendere i videogiochi. Dragon Quest III 2D-HD ricorda a tutti quanti come un’ottima scrittura inserita in un contesto funzionale e non per forza rivoluzionario siano in grado di fare la differenza tutt’ora. Ecco dunque la nostra recensione di Dragon Quest 3 HD-2D.
Una forte impronta narrativa
La narrativa è al centro di tutto ed è al centro anche della scelta di partire con l’ultimo capitolo, in senso cronologico di pubblicazione. Dragon Quest 3 è infatti il prequel dell’avventura originale e, dunque, partire da qui permette di seguire in maniera logica le avventure di Erdrik. Vestire i panni del figlio di Ortega, vi condurrà in un viaggio a caccia di Padramos, meschino Ultrademone che minaccia il mondo intero. A noi dunque l’arduo compito di continuare dove nostro padre fallì. La storia è abbastanza classica, le pieghe intraprese sono ormai note, ma è comunque gradevole ritornare dove si è stati bene, per l’appunto. Pochi fronzoli, il racconto di Dragon Quest 3 HD-2D è un viaggio nei ricordi, che ci riporta sotto gli occhi un modo di fare narrazione di cui ogni tanto si sente nostalgia. Gambe in spalla, dunque, e si parte assieme al nostro gruppo di compagni scelti personalmente dal giocatore. Qui però ci fermiamo, dato che Dragon Quest 3 HD-2D va assaporato in ogni sua sfaccettatura senza ulteriori spoiler.
Se l’elemento narrativo è comunque in sinergia con quella che è la storicità della saga, l’elemento visivo mantiene alta la qualità, ma si discosta dal passato andando a proporre una formula vincente come quella del contrasto 3D-2D- Gli sfondi tridimensionali si amalgamano perfettamente con gli Sprite 2D e anche la possibilità di esplorare una mappa del mondo dettagliata ma in stile diorama, restituisce delle ottime sensazioni ed emozioni oltre che favorire la giocabilità.
Un gameplay sempre all’altezza
A livello ludico invece, la base rimane invariata, ma vengono inserite tutta una serie di migliorie della qualità della vita che aiutano molto soprattutto i giocatori che hanno esperienza con il titolo originale. Il combattimento a turni viene gestito tramite indicazioni manuali per ogni singolo membro della squadra oppure, tramite apposita funzione, si può controllare solo l’eroe principale andando ad automatizzare gli altri membri del party. Questo sistema automatico prevede tre indicazioni: una offensiva, una difensiva e una di supporto. Tutte e tre abbastanza auto esplicative e lapalissiane. La difficoltà del titolo non è stata intaccata, la gestione della morte anche. Non c’è rigenerazione automatica della salute dopo lo scontro e se un membro del party viene ucciso in battaglia una bara lo sostituirà fino alla sua resurrezione presso una chiesa. Chiese che saranno anche un punto di salvataggio dei progressi. Interessante anche il fatto che ogniqualvolta un membro del party venga sostituito automaticamente lasci nel posto inventario l’equipaggiamento, salvo poi riprenderlo automaticamente se reinserito in gruppo.
Anche la velocizzazione degli scontri è un cambiamento importante, ma che non intacca l’incedere dell’avventura. Arrivare sottolivellati ad uno scontro potrebbe essere una scelta non ottimale, dato che Dragon Quest 3 HD-2D fa pagare le scelte frettolose. Ultimo grande elemento da citare è l’introduzione di un indicatore di direzione, totalmente opzionale. L’originale Dragon Quest 3 prevedeva che le indicazioni da seguire per proseguire nella varie tappe dell’avventura fossero fornite dagli NPC attraverso i dialoghi. Le informazioni sono spesso chiare, come lo erano al tempo, ma se per caso ora, voleste rivivere l’esperienza senza patire eccessivamente i tempi dilatati, nelle impostazioni è attivabile un indicatore che vi segnalerà sulla mappa il prossimo luogo in cui dirigervi per proseguire nell’avventura. Tutto il resto, compresa l’intramontabile ouverture, rimane memorabile e speciale come nell’originale.
Commento finale
Dragon Questa 3 HD-2D è un’opera pazzesca che tutti gli appassionati dei JRPG dovrebbero recuperare in questa forma smagliante. Un prodotto in grado di fungere da prequel di una trilogia superba e soprattutto in grado di ricordare quanto creare un’opera indimenticabile non sia frutto di articolate rivoluzioni di genere, ma sia il risultato di idee e creatività in grado di lasciare una impronta. Horii, Hayasaka e anche il compianto Toriyama queste idee le avevano ben chiare e oggi, nonostante tutti questi anni, sono ancora in grado di fare la differenza.
La recensione in breve
Un gioco maestoso che rimarrà negli annali di storia videoludica anche in questa versione ammodernata e resa capace di cavalcare il mercato moderno. Giocatelo, comprendete e ascoltate perché si tratta di una saga tra le più importanti della storia dei JRPG.
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Voto Game-eXperience