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Home»Articoli»Recensioni»DOOM: The Dark Ages, la recensione dell’accessibilità: l’Inferno alla portata di tutti

DOOM: The Dark Ages, la recensione dell’accessibilità: l’Inferno alla portata di tutti

Il focus si sposta sulle funzioni di accessibilità, scopriamo se id Software non si è risparmiata in termini di inclusione
Alberto RossiDi Alberto Rossi17 Maggio 2025Aggiornato:17 Maggio 2025
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Il DOOM Slayer di DOOM: The Dark Ages in compagnia di una creatura meccanica
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DOOM: The Dark Ages è il nuovo capitolo della storica serie Bethesda, uno sparatutto di grande qualità che si distingue non soltanto per il suo gameplay frenetico ed un’affascinante ambientazione di stampo medievale, ma anche per il grande impegno profuso da id Software nel cercare di rendere il gioco il più accessibile possibile per il maggior numero di persone possibile. Il team di sviluppo ha confermato sin dall’annuncio ufficiale l’obiettivo di consentire a tutti (o quasi) di indossare la possente armatura del DOOM Slayer con questo gioco, permettendogli in questo modo iniziare a massacrare demoni nel modo più confortevole possibile.

Tralasciando quindi le incredibili qualità che contraddistinguono The Dark Ages (e che abbiamo evidenziato ampiamente nella nostra recensione), in questo articolo desideriamo concentrarci sulle tante funzioni di accessibilità presenti nella nuova produzione Xbox. Dopo aver trascorso una dozzina di ore in compagnia dello slayer più famoso del mondo dei videogiochi, non possiamo che reputarci incredibilmente soddisfatti dai risultati raggiunti dal team di Xbox, visto che le tante opzioni di accessibilità incluse nel titolo non si pongono come un semplice contorno, ma rappresentano un vero e proprio pilastro dell’esperienza di gioco, con giusto qualche piccola mancanza che speriamo possa essere rimediata nel corso dei prossimi mesi attraverso degli aggiornamenti gratuiti.

Accessibilità fin dal primo avvio

Detto questo, segnaliamo che già dal primo avvio DOOM: The Dark Ages permette di regolare le impostazioni fondamentali come la dimensione del testo, assicurandosi in questo modo che ogni giocatore possa adattare (autonomamente) l’interfaccia a schermo in base alle proprie esigenze prima ancora di far partire la propria avventura. Ovviamente è possibile accedere successivamente a tutte le altre opzioni di accessibilità offerte dal gioco attraverso il menù principale, rendendo la configurazione iniziale semplice, intuitiva ed estremamente rapida.

Aggiungiamo che oltre alle classiche modalità legate strettamente alla difficoltà (come “Fatemi male”, “Ultra-Violenza” ed ”Incubo”) e che vediamo praticamente in quasi tutti i videogiochi che approdano sul mercato, il nuovo titolo di id Software fa un ulteriore passo in avanti, mettendo a disposizione dei giocatori ben otto cursori che permettono di regolare tutta una serie di aspetti del gameplay e che consentono al singolo utente di creare la migliore esperienza di gioco possibile per le proprie esigenze (o preferenze). In sintesi è possibile affermare che grazie alle feature di accessibilità realizzate da Bethesda ed id Software è effettivamente possibile mettere mano a praticamente tutti gli elementi più importanti del gameplay di The Dark Ages.

Modalità Alta Contrasto e Personalizzazione Visiva

Addentrandoci maggiormente nel dettaglio, uno dei punti di forza di DOOM: The Dark Ages è la modalità ad alto contrasto. Attraverso la desaturazione del mondo di gioco, la possibilità di evidenziare nemici, gli oggetti con cui è possibile interagire e le minacce con colori personalizzabili, i giocatori con difficoltà visive possono godere di una chiarezza visiva irraggiungibile attraverso i settaggi standard. Precisiamo inoltre che il livello di evidenziazione è regolabile tramite i valori di opacità (Alpha), permettendo in questo modo una personalizzazione estremamente profonda ma senza compromettere l’estetica di gioco.

Supporto per giocatori con sensibilità al movimento

Passando alle impostazioni dedicate alla riduzione del disagio visivo, queste includono la disattivazione di effetti come il motion blur, la vibrazione della telecamera, l’effetto di aberrazione cromatica e la granulosità da pellicola. Si tratta sostanzialmente di opzioni che aiutano a minimizzare l’affaticamento visivo ed il malessere legato alla cinetosi (che causa giramenti di testa, nausea e via dicendo).

Personalizzazione del HUD e dei sottotitoli

Come se tutto ciò non fosse sufficiente, id Software ha permesso che l’interfaccia utente possa essere adattata sia nella scalabilità (dimensione dei caratteri, HUD e sottotitoli) che nella visibilità, con sfondi ad alto contrasto e con la possibilità di ingrandire porzioni dello schermo per migliorare la leggibilità (funzione Magnify). Tra le opzioni messe a disposizione dalla nuova produzione Xbox troviamo anche una voce che consente di evidenziare le minacce in arrivo tramite indicatori visivi (Threat Detector), feature particolarmente utili per chi soffre di difficoltà uditive o visive.

Controlli flessibili e facilitazioni di gioco

Ovviamente anche in DOOM: The Dark Ages troviamo l’ormai celeberrima possibilità di rimappare completamente i comandi, con tanto di possibilità di regolare la sensibilità e l’inversione degli assi (sia per lo Slayer, l’Atlan, il Dragone e la Mappa) dimostrando l’assoluta attenzione che gli esperti di id Software hanno deciso di riservare alla personalizzazione. Inoltre, funzioni come l’Auto-Sprint, la Mira Assistita e le Assistenze al Combattimento (es. finestra di parry ampliata, attacchi potenziati) rendono il gameplay più accessibile, ma senza sacrificare il tasso di sfida pensato dallo studio in fase di progettazione.

Difficoltà modulabile e modificatori di gioco

Inoltre come abbiamo soltanto accennato poco sopra nell’articolo, ogni salvataggio di The Dark Ages può essere personalizzato con dei preset di difficoltà e modificatori come la velocità di gioco, l’aggressività dei nemici, i danni ricevuti e quelli inferti, rendendo l’esperienza di gioco totalmente calibrata su misura per ogni giocatore. Aggiungiamo proprio riguardo a questo elemento che mentre modalità più severe come Ultra-Nightmare e Pandemonium offrono sfide puramente hardcore, i nuovi giocatori possono contare su preset più permissivi, affrontando di conseguenza un’esperienza di gioco più equilibrata e meno stressante.

Come abbiamo visto quindi, le tantissime opzioni di personalizzazione offerte da The Dark Ages riescono nell’intento originale di id Software: adattare il gioco alle esigenze cognitive e sensoriali dei giocatori, così da offrire all’utenza un’esperienza più gestibile. Ad esempio, la possibilità di rallentare la velocità del gioco o di aumentare la finestra temporale per le parate può risultare particolarmente utile per chi ha difficoltà di reazione o di elaborazione degli input a schermo.

Limiti attuali e prospettive future

È comunque importante precisare che, in un contesto di assoluta positività, un punto dolente delle funzioni di accessibilità di DOOM: The Dark Ages è rappresentato dall’attuale mancanza del supporto ai lettori di schermo per la navigazione dei menù, limitando di conseguenza l’accessibilità per utenti non vedenti. Tuttavia, il team ha espresso la volontà di colmare questa lacuna attraverso il rilascio di aggiornamenti futuri. Anche la navigazione audio non è supportata al momento della stesura di questo articolo, ma il gioco sopperisce parzialmente a questa mancanza con indicatori visivi per i suoni critici e con delle opzioni di sottotitoli molto dettagliate. Nonostante queste assenze, il gioco consente di modificare nelle opzioni il volume generale, il volume della musica, quello legato agli effetti sonori, ai dialoghi, al mix audio (cuffie, home theater, speaker), ed infine persino all’audio associato ai grugniti di dolore dello Slayer.

Precisiamo che la nostra recensione di DOOM: The Dark Ages è stata effettuata su Xbox Series X. Il titolo supporta tutte le periferiche di Microsoft dedicate all’accessibilità, come Xbox Adaptive Controller ed il recente Xbox Adaptive Joystick.

La recensione in breve

10.0 Straordinario

In definitiva The Dark Ages è riuscito a convincerci sotto praticamente tutti i punti di vista, offrendo una quantità di funzioni di accessibilità francamente straordinaria, grazie alla quale tutti (o quasi) sono messi nelle condizioni perfette per “costruire” il proprio DOOM: The Dark Ages. Bethesda ed id Software sono riusciti nell’impresa di far adattare il gioco al giocatore, invece di chiedere al giocatore di adattarsi al titolo, come avviene con la maggior parte dei videogiochi disponibili sul mercato. Si tratta di conseguenza di un titolo che, in attesa di qualche piccola aggiunta che dovrebbe essere in arrivo nei prossimi mesi, si pone come un vero e proprio capolavoro di accessibilità! L’Inferno non è mai stato un luogo così accessibile, ragion per cui non resta che gettarsi nella mischia in compagnia del DOOM Slayer e dare il via al massacro dei demoni!

  • Voto Game-Experience 10
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