È un Topolino a due facce quello dei 100 anni di Disney, che la major festeggia proprio quest’anno. Da un lato c’è il topo simbolo degli studi animati Disney, lontano da cinema e tv da quasi un ventennio – tralasciando le serie animate, ormai adattate a un pubblico molto giovane, l’ultima avventura risale addirittura al 2004 con Topolino, Paperino, Pippo: I tre moschettieri. Dall’altra c’è invece un’icona che Disney sta sfruttando per i videogiochi, un medium nel quale l’azienda è tornata miracolosamente a credere negli ultimi anni.
Dopo la brutale chiusura del progetto Disney Infinity, sembrava infatti che il colosso di Burbank avesse chiuso quasi del tutto con le produzioni videoludiche, decidendo di concedere pochi accordi esclusivi come nel caso di Star Wars che nel 2012 venne concesso a Electronic Arts. Le cose, appunto, sono cambiate: i brand di Lucasfilm e Marvel sono stati aperti a molti più developer e publisher interessati, e il discorso si estende anche alle opere legate ad altre proprietà di casa Disney come, appunto, Topolino.
Nello stesso anno di Speedstorm, il racing arcade che a settembre arriverà finalmente in forma di free to play dopo l’accesso anticipato, da pochi giorni su Nintendo Switch è arrivato Disney Illusion Island, opera prima (intesa come nuova IP) degli inglesi di Dlala Studios che segna ufficialmente il ritorno da protagonista del buon topastro a ben 13 anni da Epic Mickey 2. Quasi un evento, che merita di essere analizzato nel dettaglio: ecco quindi la recensione di Disney Illusion Island.
Tomi e timori
C’è all’apparenza poco da dire sulla storia di Disney Illusion Island, poco più che un pretesto per mettere in moto una nuova avventura di Topolino, Minni, Paperino e Pippo che un reale motivo per avanzare nelle terre di Monoth. I quattro protagonisti si ritrovano in questo misterioso luogo in circostanze ancor più misteriose, invitati per un picnic da alcuni nativi del posto che in realtà hanno ben altri obiettivi: essi stanno cercando di recuperare i tomi della conoscenza perduti.
I quattro fanno quindi la conoscenza dei simpatici, coccolosi ma anche bizzarri abitanti di Monoth da subito presentati come indifesi di fronte all’incombente minaccia che aleggia su questo mondo. Da buoni eroi, Topolino e i suoi amici non possono fare altro che assecondare la richiesta del leader degli autoctoni, e partono quindi per una nuova avventura che in realtà, inaspettatamente, si lascia apprezzare anche per qualche interessante spunto narrativo.
Gli spezzoni dedicati alla storia sono pochi, ma resta comunque evidente che il team di sviluppo abbia cercato di creare un racconto capace anche di sorprendere. Un importante colpo di scena, nelle battute finali del gioco, porta a ripensare l’intera avventura sotto una chiave di lettura differente. Non aspettatevi ovviamente Lost o Quarto Potere, ma la storia risulta incantevole e abbastanza interessante da poter essere utilizzata come base per un episodio speciale de Il meraviglioso mondo di Topolino. Il doppiaggio italiano, che riprende tutti i doppiatori dei vari personaggi, è poi una graditissima aggiunta all’opera.
Saltellando qua e là
Dopo aver scelto chi impersonare tra i quattro personaggi disponibili (si tratta solo di una scelta puramente estetica, in quanto non esistono abilità specifiche o segni distintivi per nessuno di loro), inizia l’avventura in quel di Monoth, e da subito le intenzioni degli sviluppatori diventano chiare. Disney Illusion Island è sì un platform puro, dove il combattimento non esiste ed è anzi relegato a salti e balzelli nelle poche boss fight presenti, ma è anche e soprattutto un metroidvania dal level design intricato e riuscito, ma mai complesso.
È bene ricordare che non vi troverete di fronte a un incubo come Topolino e le sue avventure, videogioco degli anni ’90 a due dimensioni che ancora oggi tormenta i ricordi di molti giocatori per un tasso di difficoltà assurdamente alto. Illusion Island è invece studiato per un pubblico abbastanza giovane, o comunque di tutte le età, e da queste premesse si dipanano tutte le considerazioni sulla costruzione della mappa, la difficoltà generale e il comparto artistico.
Esplorare Monoth rappresenta di per sé una bella esperienza. Il mondo di gioco è ricco di piattaforme sulle quali Topolino e i suoi amici corrono, saltano e rimbalzano per raggiungere nuove aree, tutte connesse tra loro da un complesso, ma non troppo, sistema di corridoi, gallerie e passaggi più o meno segreti, alcuni dei quali sono inizialmente però inaccessibili.
Come nella migliore tradizione metroidvania, anche in Disney Illusion Island sono infatti presenti alcune abilità particolari, che Topolino & co. ottengono con l’avanzare della storia. Incontrando il simpatico Mazzy, che sembra avere un debole nello sbeffeggiare il povero Paperino, i protagonisti apprendono nuove mosse per raggiungere luoghi prima inaccessibili. La prima nuova abilità concede la possibilità di eseguire un doppio salto, e in seguito arrivano anche la capacità di restare appesi a una parete, il nuoto, il colpo a terra (ma solo per aprire nuove strade e non eliminare nemici, che possono solamente essere evitati), e così via. Sono in totale sette le abilità, ognuna delle quali viene concessa ai protagonisti tramite oggetti all’apparenza diversi ma che in realtà non nascondono alcuna peculiarità.
Forse è questo il difetto più grande che si può imputare a Illusion Island, quello cioè di non aver saputo dare una vera identità ai vari protagonisti. Scegliere Pippo al posto di Topolino, ad esempio, non cambia in alcun modo l’esperienza e il gameplay, in quanto non ci sono abilità particolari o aree accessibili solamente attraverso un personaggio specifico. Un peccato, ma è probabile che Dlala abbia optato per questa scelta per semplificare la costruzione del gioco e soprattutto facilitare la coop disponibile fino a quattro giocatori (solo in locale, scelta assurda ma non nuova alla console Nintendo), che presenta inoltre alcuni aiuti extra nel caso i giocatori meno esperti non riescano a superare determinati ostacoli.
L’avventura giusta, al momento giusto
Fortunatamente, i comandi abbastanza reattivi (ma non perfetti) e la fluidità del gioco, nonostante ritmi bassi per tutta l’avventura, aiutano notevolmente Illusion Island a farsi apprezzare. Nelle circa 6 ore necessarie per completare la storia, alle quali vanno aggiunte altre 4 ore circa per la raccolta dei numerosi collezionabili tra cimeli (simpatici easter egg dedicati alla storia di Topolino, da Steamboat Willie fino ai giorni nostri), bigliotti, ritagli di mappa da Jido, e Glimt (i globi luminosi che permettono di aumentare il numero di cuori nella barra vitale), non si ha mai la sensazione di essere fuori posto o di avere di fronte ostacoli insormontabili, ma invece la curva di apprendimento è dosata con astuzia per aumentare gradualmente la difficoltà, nonostante non sia presente un game over – terminati i cuori, i personaggi vengono riportati alla cassetta postale più vicina.
Anche le boss fight, a dire il vero poche, riflettono bene queste sensazioni. Nessuno scontro fisico, ma tanto e sano platforming che richiede un certo studio, posizionamento e strategia per cercare di sconfiggere il nemico. Ottime digressioni dalla continua esplorazione, che inevitabilmente, come tutti i metroidvania, si lascia andare anche a una certa dose di backtracking mai davvero asfissiante, se non forse in un determinato momento nel quale Dlala ha esagerato un po’ troppo.
E questo, a conti fatti, è tutto. Disney Illusion Island non si propone certo come un’opera profonda e innovativa, ma è riuscita nel compito di riportare Topolino, finalmente, anche nei videogiochi con un’avventura divertente, adatta a tutte le età e anche visivamente ispirata. Nel pieno mood moderno che predilige la semplicità, specie in ambito grafico, anche la direzione artistica di Dlala ha saputo rispondere a queste esigenze, proponendo design dei personaggi in linea con le ultime serie animate di Topolino (ma ancor più caricaturali) e una Monoth stilizzata ma comunque contraddistinta da biomi ben definiti e coloratissimi, con qualche chicca sempre pronta per essere scoperta.
Sorprendenti, infine, le musiche di David Housen, capaci di entrare in testa e perfettamente adatte al contesto. La direzione artistica di Illusion Island, insomma, ha saputo catturare al meglio l’immaginario e lo stile dell’animazione Disney, e dunque ora occorre chiederselo: a quando un videogame di DuckTales da parte di Dlala Studios?
Il metroidvania per iniziare
Disney Illusion Island è un platform metroidvania con notevoli pregi, e probabilmente si potrebbe inserire al primo posto di una ipotetica classifica che riguarda i titoli da provare per i neofiti del genere. Con il suo spirito genuino, colorato e adatto a tutte le età, il gioco di Dlala Studios è un ottimo modo per trascorrere serate alternative in famiglia o con gli amici, ma anche da portare sotto l’ombrellone per intervallare di tanto in tanto un tuffo e un cruciverba della Settimana Enigmistica. La sola pecca, oltre a una reattività non sempre ottimale dei comandi, riguarda lo scarso coraggio nel caratterizzare tutti i personaggi, elemento che avrebbe dato maggiore spessore a un’opera comunque promossa.
La recensione in breve
Disney Illusion Island è un platform metroidvania di Dlala Studios, che segna dopo tanti anni il ritorno di Topolino con un videogioco tutto suo. Proponendo la co-op locale fino a 4 giocatori, Illusion Island permette di vivere una simpatica avventura nelle terre di Monoth, con Topolino e i suoi amici pronti a diventare maestri del platforming per aiutare gli abitanti di questi luoghi.
Un titolo molto piacevole e ispirato, anche se agli sviluppatori è mancata una punta di coraggio - oltre al mancato raggiungimento della perfezione nella reattività dei comandi, elemento fondamentale per un gioco di questo tipo.
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Voto Game-Experience