Recentemente sono state presentate sei azioni legali contro Microsoft, Activision, Epic Games, Rockstar e altri noti studi di sviluppo a causa della dipendenza da videogiochi. Le denunce sono state effettuate solo nell’arco degli ultimi dodici mesi e affermano che gli sviluppatori stiano deliberatamente creando una vera e propria dipendenza nei videogiocatori con i loro titoli di maggiore successo.
Questo mese, in risposta a una denuncia presentata da una donna e suo figlio in Arkansas, gli studi di sviluppo coinvolti hanno definito la causa un vero e proprio attacco al primo emendamento dei creatori di videogiochi. L’azione legale in questione si scaglia contro Roblox, Fortnite, Call of Duty e Minecraft, sostenendo che i titoli menzionati abbiano delle caratteristiche che possono portare alla dipendenza, per coinvolgere i videogiocatori, fra cui il figlio al tempo dodicenne.
Adesso, all’età di 21 anni, l’utente spende circa 350$ al mese soltanto per i videogiochi, ha lasciato gli studi e gli sono stati diagnosticati una serie di disturbi come forte ansia e problemi a gestire la rabbia. Proprio a causa degli scatti d’ira, secondo quanto è possibile leggere sulla denuncia, la madre non sarebbe riuscita ad aiutare il figlio con la sua dipendenza da videogiochi.
Gli sviluppatori sarebbero dunque i diretti responsabili della creazione di titoli che riescono a portare alla dipendenza, coinvolgendo soprattutto utenti minorenni e provocando successivamente ulteriori danni psicologici e fisici. Riguardo a ciò, la difesa degli sviluppatori ha sostenuto che i videogiochi sono un mezzo espressivo e, pertanto, definirli “troppo coinvolgenti” non costituisce un motivo sufficientemente valido per un attacco diretto. Inoltre, i querelanti non hanno saputo indicare quali aspetti del videogioco abbiano causato dipendenza e in che modo.