Se siete dei fortunati possessori di PlayStation 5, cosa che ormai sembra essere più rara di vincere alla lotteria, probabilmente già saprete che fra i titoli disponibili per il mese di Febbraio con il PlayStation Plus figura anche Destruction AllStars, gioco in esclusiva per la neonata console di Sony sviluppato da Lucid Games, software house britannica sconosciuta ai più (a parte a chi come me è impazzito per Geometry Wars) nata dalle ceneri della più ben nota Bizarre Creation, sussidiaria di Activision chiusa nel 2011 famosa per aver sviluppato i giochi della serie Project Gotham Racing. Dalle gare di velocità per le strade urbane a quelle all’interno di arene, oggi vediamo insieme in cosa consiste il nuovo gioco di Lucid.
Bolidi al massimo!
Destruction AllStars si presenta come un gioco multiplayer ispirato ai demolition derby, gli eventi automobilistici di origine statunitense dove l’obiettivo di ogni pilota è quello di creare più danni possibili alle auto degli altri concorrenti schiantando la propria vettura contro quelle avversarie: non è la prima volta che vediamo videogiochi ispirati a questo tipo di spettacolo, su PlayStation abbiamo già visto Twisted Metal come serie in esclusiva che si rifà ai demolition derby, ma quindi cosa rende Demolition AllStars diverso dagli altri? Nel suo concept il gioco di Lucid permette al giudatore di scendere in qualsiasi momento dalla vettura e nuoversi per l’arena facendo parkour tra ostacoli e auto con l’intento di raccogliere le gemme sparse per il campo da gioco, salire su un altro veicolo situato du apposite piattaforme oppure rubare uno dei mezzi guidati dagli altri atleti. Questa scelta di gameplay permette di creare situazioni inedite per questa tipologia di gioco, permettendo non solo di cambiare la tipologia di auto in corsa ma anche di accedere ai break edalle auto speciali di ciascun personaggio giocabile, ma su questa caratteristica ci torneremo fra poco. Disseminate nell’arena vi sono tre tipologie di auto: le utilitarie, poco resistenti ma agili, i fuoristrada, blindati ma più difficili da manovrare, e le supercar che puntano tutto sulla velocità. Indipendente dal veicolo selezionato, ognuno di essi risulterà comunque piuttosto facile da maneggiare, con un sistema di guida pensato anche per i neofiti dei giochi di guida, immediato e divertente. Questo, mischiato ad un roster di piloti piuttosto variegato sia nello stile che nelle abilità (una da utilizzare a piedi e l’altra per richiamare un veicolo speciale personalizzato per ogni concorrente e dotato di caratteristiche uniche) ed ad uno stile artistico coloratissimo rendono il titolo, ad un primo impatto piuttosto divertente ed accattivante. Ma c’è un ma.
Whoa, whoa…slow down, egghead!
Destruction AllStars presenta 4 modalità di gioco che possono essere giocate in modalità arcade contro la CPU oppure in multiplayer con giocatori reali, la prima chiaramente svolge più una funzione di allenamento mentre è proprio attraverso il multiplayer che si accede ad un . Ciascuna di esse cerca di porre differenti obiettivi per il giocatore che dovrebbero spingerlo a valutare la migliore strategia per ciascuna di esse: se Mayhem altro non è che una tutti contro tutti che premia il caos più totale, Gridfall è la “battle royale” del gioco dove a vincere è l’ultimo giocatore che rimane in vita all’interno di un’arena che va man mano a perdere parti di terreno, Carnado è una partita a punti che prevede che una volta accumulati ingranaggi (ottenuti ovviamente distruggendo i veicoli avversari) essi vengano confermati lanciando il proprio veicolo all’interno di un cono di fumo al centro dell’arena e Stockpile dove ogni “uccisione” dovrà essere confermata raccogliendo gli ingranaggi e depositandoli in specifiche aree da conquistare. L’intento di Lucid Games è stato quello di creare una sfida diversificata fra una modalità e l’altra ed effettivamente questa sensazione è ben presente, il problema si pone quando le singole modalità tendono ad appiattirsi su di loro non riuscendo ad offrire un’esperienza variegata al giocatore nel corso del tempo. Sicuramente ci sarà qualcuno che apprezzerà comunque il titolo anche a lungo andare ed è giusto così: non significa che Destruction AllStars debba offrire sempre nuovi pretesti per poter essere godibile in multiplayer, ma manca qualcosa che sproni il giocatore a rimanere incollato al prodotto ed a godere di un’esperienza a lungo termine. Altro punto debole del gioco è il matchmaking che va assolutamente migliorato, anche perché nelle due modalità a squadre (Carnado e Stockpile) molto spesso si percepisce uno sbilanciamento fra i due team che va inevitabilmente ad intaccare l’esperienza di gioco. Dal punto di vista grafico invece il gioco si difende molto bene: un framerate bloccato sui 60fps ed una veste estetica colorata e ricca di pezzi che volano a seguito degli impatti vanno a compensare ill livello di dettaglio che non fa proprio gridare al miracolo next-gen ma che comunque dona una certa soddisfazione per gli occhi.
Versione testata: PlayStation 5
Versioni disponibili: PlayStation 5
La recensione in breve
Destruction AllStars parte da un concept che cerca di portare delle novità ad una tipologia di gioco che era stata messa un po' nel dimenticatoio, ibridandola con una serie di meccaniche che danno la parvenza di una nuova linfa vitale. Il problema è che guardando dietro allo strato superficiale, il gioco presenta una serie di modalità che tendono a riproporre con il tempo situazioni un po' simili fra loro. Pur non dimostrando velleità tecniche eccelse, si tratta comunque di un buon arcade adatto a partite mordi e fuggi senza troppo impegno.
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Voto Game-Experience