Si apre con “Oltre la luce” quello che per molti è, di fatto, il progetto “Destiny 3” appositamente ridimensionato per evitare una transizione dolorosa come avvenuto qualche anno fa. Bungie si rimette in piedi in seguito al distacco da Activision/Blizzard e lo fa con un programma di espansioni mirato ad allungare notevolmente il periodo vitale di Destiny 2, abbiamo passato qualche decina di ore in compagnia del nostro guardiano, vediamo dove ci porterà l’avventura targata Bungie.
Il buio oltre la luce
Destiny è sempre stato un titolo controverso, il passaggio dal “Virtualmente Decennale” primo capitolo all’odierno Destiny 2 è stato tutt’altro che indolore e ha diviso non poco la solidissima community che si era formata intorno al GaaS dei creatori di Halo. La separazione con Activision ha dunque portato gli sviluppatori ad un periodo di “stasi”, situazione dalla quale bisognava assolutamente uscire.
Le strade percorribili erano due: abbandonare la nave come fatto con il primo Destiny oppure ridisegnare i piani di un fantomatico Destiny 3, frammentarli in diverse espansioni e continuare a supportare il titolo. Non potendo sopportare un altro scisma, Bungie ha deciso di optare per la seconda opzione, Destiny 2: Oltre La Luce è il primo di una serie di 3 espansioni che vedranno la luce nei prossimi mesi.
Destiny 2: Oltre La Luce rappresenta quindi un punto di partenza che culminerà nel 2022 con l’ultima espansione, un programma triennale sicuramente a lungo termine che getta le basi con Oltre la luce, introducendo un paio di concetti che mirano a ribilanciare l’economia di gioco ma che rischiano di minare inesorabilmente l’esperienza di gioco.
Destiny 2: Oltre La Luce ci porterà su Europa, la luna ghiacciata di Giove, sulla quale scopriremo che la linea che divide il bene dal male è più sottile di quanto potessimo immaginare. In Destiny 2: Oltre La Luce entreremo infatti in contatto con l’oscurità e, per la prima volta, ne sfrutteremo le potenzialità. Il concetto di bene e male, almeno in Destiny, trascende dal suo significato etico, non si parla di cosa è giusto e cosa è sbagliato ma, narrativamente parlando, si parla di due entità uguali ed opposte, in poche parole, abbiamo conosciuto la Luce per puro caso. Le vicende narrate in Destiny 2: Oltre La Luce ci porteranno dunque ad approfondire questi concetti introducendo alcune novità di gameplay davvero affascinanti ma non riuscendo ad avere quel mordente necessario per far presa come si deve, soprattutto per un nuovo inizio. L’intera campagna si concentra sulla battaglia contro un casato dei Caduti e del loro leader che è entrato in possesso di un potere potenzialmente distruttivo. Il vero cuore della campagna tuttavia va a battere nelle dinamiche che coinvolgono il nostro personaggio nel suo contatto con l’oscurità, capace di scatenare quella che viene definita “stasi”.
Dualismi galattici
La “Stasi” è forse l’elemento più importante all’interno di Destiny 2: Oltre La Luce, una nuova specializzazione che si adatta alle varie classi capace di rinfrescare un gameplay ormai troppo vetusto e saturo di inclinazioni. La stasi apre infatti le porte al primo vero e proprio crowd control della saga, capace di cristallizzare i nemici e di controllare gli avversari. Leggermente troppo sbilanciata in PvP, la stasi e le sue declinazioni vanno ad inserirsi perfettamente nel modello di gioco pensato per il PvE e offrono un nuovo modo di vivere la propria classe.
Una volta portata a termine la campagna, l’endgame di Destiny 2: Oltre La Luce si apre in un ventaglio di attività mirate ad incrementare il livello di luce del giocatore per prepararlo al Raid finale; se da un lato ci troviamo di fronte ad attività interessanti come si Settori Perduti Leggendari, dall’altra ci rendiamo conto di quanto sia necessario farmare per raggiungere un livello di luce anche soltanto accettabile per entrare nel raid. Purtroppo il modo più veloce di raggiungere l’obiettivo è quello di buttarsi nel crogiolo ed incrociare le dita affidandosi ad un sistema di ricompense completamente affidato alla fortuna, rovinando qualsiasi progresso fatto in precedenza e rendendo Destiny 2: Oltre La Luce poco più di una slot machine all’interno della quale investire il proprio tempo ( e non ne vale minimamente la pena ). Oltre al farming incredibilmente banale e noioso, passiamo a quella che viene introdotta come la soluzione per diluire i contenuti di gioco sbarazzandosi di elementi risalenti ai primi periodi di Destiny 2. Chiamato “sunset”, il programma di Destiny 2 permette agli sviluppatori di rendere inutili armi ed armature appartenenti al passato, costringendo di fatto i giocatori ad abbandonare alcuni stili di gioco in favore del nuovo. Una soluzione che da un lato valorizza quei pochi contenuti introdotti con la nuova espansione ma dall’altro getta il giocatore in uno stato di sconforto, consapevole che da un momento all’altro il tanto sudato loot potrebbe essere reso inutile da uno sviluppatore capriccioso. Questo è il modo di relazionarsi con la fanbase di Bungie, arginando i problemi invece di affrontarli, è dura ma è un concetto che trova fondamento in tantissime vicende legate al titolo ed al suo supporto.
Destiny 2 guarda dunque ad un futuro senza Destiny 3 ma pianifica un’uscita a cadenza annuale per rinnovare i suoi contenuti, il suo raid finale, la Cripta di Pietrafonda non fa gridare al miracolo in termini di meccaniche ma riesce comunque ad intrigare proponendo un livello di sfida adeguato e delle sezioni interessanti soprattutto per quanto riguarda la componente platform del raid, nulla di eccezionale ma il nostro guardiano ha sicuramente visto di peggio.
In conclusione, Destiny 2: Oltre La Luce è un buon inizio per un periodo in cui Bungie deve cavarsela da sola, alcune meccaniche non ci hanno per niente convinto, come il farming estremo ed il sunset mentre i contenuti proposti riescono a far respirare una produzione che, prima o poi, dovrà rinnovarsi davvero e non basterà una semplice espansione a farlo.
Versioni disponibili: Xbox One, PC Xbox Series X Ps4
Versione testata: PC
La recensione in breve
Destiny 2 è stato una bestia morente per troppo tempo, non vogliamo bocciare subito Bungie ne tantomeno fare i fatalisti di fronte ad un tentativo di rinascere, motivo per cui ci riserviamo un giudizio complessivo sullo stato dell’arte dell’opera almeno fino a quando non uscirà la prossima espansione. Bungie ha messo in campo delle meccaniche molto azzardate e non riesce a pareggiare il piatto della bilancia in termini di contenuti, forse sarebbe stato meglio pensare a Destiny 3 ma questo è ancora presto per dirlo.
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Voto Game-Experience