L’eccentrico multi-miliardario Elon Musk ama Cyberpunk 2077, ultima travagliata fatica dei polacchi di CD Projekt RED, questo è un fatto ben noto, ciò che forse molti potrebbero non sapere è invece che giocare, oltre a divertire il carismatico filantropo, lo fa anche sentire strano per via del tema della transumanizzazione, uno dei pilastri portanti dell’universo nato dalla mente di Mike Pondsmith nel 1988. La ragione è presto detta: Musk è attualmente al lavoro su tecnologie affini con la sua compagnia Neuralink.
La compagnia si prefigge l’obbiettivo di sviluppare tecnologia a interfaccia celebrale (brain machine interface technology) il cui obbiettivo è aiutare a ristorare le funzionalità nelle persone che hanno subito ferite celebrali o spinali. Ma proseguendo nel futuro? La convinzione di Musk è che la realtà dipinta nella fiction di Cyberpunk 2077 possa risultare terribilmente simile a ciò che ci aspetta. “Stavo giocando Cyberpunk, il gioco, e mi venne da pensare uhhh, questo è molto simile a casa. Come dire, diamine, è a questo che tutto ciò porterà? Potrebbe effettivamente portare a ciò. Per ora, quantomeno, l’obbiettivo è di aiutare chi ne ha veramente bisogno”. Ovviamente Elon Musk non s’illude il futuro profetico di Cyberpunk sia destinato ad accadere dal giorno alla notte. Non ci sveglieremo un mattino tutti con dei chip nel cervello. Sarà una cosa graduale, “la vedrete arrivare”, conclude.
Neuralink è progettato per essere il primo impianto neurale che consentirà di controllare diversi apparecchi con la mente. Il suo team è già riuscito ad applicare un chip nel teschio di una scimmia, nel tentativo di renderle possibile giocare a dei videogiochi con la forza della mente. L’umano potrebbe essere il prossimo passo, e Musk non è il solo convinto che simili tecnologie potrebbero rivelarsi uno dei prossimi passi compiuti dall’umanità in relazione a un evoluzione in simbiosi con la tecnologia. Anche Gabe Newell, miliardario fondatore di Valve e proprietario di Steam, in passato accennò a simili tecnologie: “Stiamo lavorando a un progetto open source che permetterebbe a tutti di avere segnali celebrali ad alta risoluzione per la lettura di tecnologie installate negli headset, in una moltitudine di differenti modalità”.
In correlazione ai videogiochi, Newell ritiene che simili tecnologie potrebbero essere adoperate per determinare se il giocatore è eccitato, triste, annoiato o sorpreso e fare si che il gioco in questione si adatti di conseguenza. Ha anche accennato a un futuro che lui prevede, in cui il mondo reale sembrerà troppo noioso e fastidioso se comparato a quanto sarà possibile ottenere con i sistemi macchina a interfaccia celebrale: “il mondo reale sembrerà piatto, privo di colore e sfocato, comparato alle esperienze che si potranno creare nel cervello stesso delle persone”.