Dal 1° luglio 2025 è arrivata una misura che ha cambiato notevolmente le regole per migliaia di automobilisti.
Il nuovo Codice della Strada introdotto lo scorso gennaio presenta una serie di norme più severe in materia di sicurezza e responsabilità alla guida. Le modifiche, sono entrate pienamente in corso durante l’anno, e mirano a ridurre drasticamente il numero di incidenti dovuti a comportamenti scorretti, con una particolare attenzione all’abuso di alcol e sostanze.
L’obiettivo del legislatore è quello di rendere le strade italiane più sicure attraverso un sistema di controlli sempre più stringenti e l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici di prevenzione. Le novità comprendono l’inasprimento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza, l’installazione di dispositivi di sicurezza obbligatori e la revisione dei meccanismi di sospensione e revoca della patente.
Alcolock, il dispositivo che diventa obbligatorio in auto
Lo scorso 1° luglio 2025 è entrato in vigore un obbligo che va a inasprire ulteriormente il Codice della Strada. È stato infatti introdotto un dispositivo elettronico di blocco del motore, chiamato alcolock, pensato per impedire l’avvio del veicolo.

L’apparecchio impedisce l’avvio del motore nel caso in cui il conducente non superi un test del respiro: prima di partire, infatti, sarà necessario soffiare in un bocchino collegato al sistema. Se il livello di alcol nel sangue supera i limiti stabiliti dalla legge, il motore non si avvierà.
Tuttavia, questo dispositivo non è obbligatorio in ogni automobile. L’obbligo si applica a quei soggetti che hanno riottenuto la patente dopo una sospensione o revoca, legata per l’appunto a episodi di guida in stato di alterazione.
Una volta superata la sospensione, la patente viene restituita applicando i codici 68 e 69, che indicano la necessità di utilizzare il sistema alcolock per un periodo stabilito dal giudice o dalla commissione medica, generalmente da due a tre anni.
Il dispositivo, che deve essere omologato e installato da un tecnico autorizzato, ha un costo medio di circa 2.000 euro. A questo si aggiungono spese di manutenzione e verifiche periodiche obbligatorie per garantirne il corretto funzionamento. Si tratta di una misura non opzionale ma imposta per legge: chi viene trovato alla guida di un veicolo sprovvisto del dispositivo, pur essendo soggetto all’obbligo, rischia una nuova sospensione della patente e pesanti sanzioni amministrative.
L’obbligo riguarda esclusivamente i veicoli a quattro ruote delle categorie M e N, ovvero automobili e mezzi destinati al trasporto di persone o merci.