Oggi vi parleremo di una tematica che interessa tutti gli italiani, in particolare chi si avvicina alla pensione o già la percepisce. Andiamo a scoprire quali saranno le novità a partire dal prossimo anno.
Dopo una vita passata a lavorare, il raggiungimento della pensione è spesso visto come una liberazione, ed oggi andremo ad approfondire una tematica di sicuro interesse generale. Il tutto riguarda, infatti, gli aumenti che ci saranno a partire da gennaio del 2026, che sono stati spiegati chiaramente sul sito web “Virgilio.it“. Gli aumenti vanno in base all’inflazione, e dal prossimo anno, ci sono di mezzo degli aumenti che riguardano proprio l’assegno erogato dall’INPS.
Nelle ultime ore, il Governo ha reso disponibile il Documento programmatico di finanzia pubblica, che riguarda alcuni dati economici in vista della legge di bilancio. Si potranno così calcolare quelli che saranno gli aumenti delle pensioni, che comunque saranno attenuati mediante il fenomeno della perequazione. Per chi non la conoscesse, si tratta di un meccanismo che aggiorna il valore dell’assegno INPS in base ai tassi di inflazione, i quali vengono stabiliti dall’Istat. Andiamo a scoprire a chi spetta l’aumento e come verrà rivalutato il tutto.
Pensione, a chi spetta l’aumento per il prossimo anno
La pensione verrà rivalutata in base alle stime del Documento programmatico di finanzia pubblica, che è dell’1,6%, un incremento doppio rispetto allo scorso anno, quando il tasso fu dello 0,8%. La rivalutazione si basa sul valore dell’assegno in confronto con la pensione minima, che è oggi di 603,40 euro al mese, pari a circa 7.844,20 euro all’anno. Per le pensioni fino a 4 volte il valore del trattamento minimo, e per chi è nel range massimo di 2.413,60 euro al mese, si avrà un pieno aumento.

In pratica, chi prende una pensione di 1.000 euro vedrà un aumento sino a 1.016 euro al mese, mentre per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minimo, fino a 3.017 euro, la rivalutazione sarà invece ridotta al 90%. Questo significa che una pensione di 2.500 euro al mese aumenterà di qualcosa come 40 euro. Per quelle che vanno oltre i 3.017 euro, invece, c’è una rivalutazione del 75%, con aumenti di 59 euro per assegni che invece valgono 4.000 euro.
Nel caso in cui il Governo dovesse procedere alla prerequazione, che è stata adottata fino allo scorso anno, gli aumenti sarebbero minori. Per le pensioni fino a 4 volte il minimo l’aumento sarà pieno, e non cambierà nulla neanche per quelle tra 4 e 5 volte. Scende al 53% l’aumento per gli assegni superiori tra 5 e 6 volte il minimo, al 47% per chi ha un assegno tra 6 ed 8 volte il minimo ed al 37% per chi è tra 8 e 10 volte il minimo. Tutto sarà da rivalutare.