Return to Monkey Island è senza dubbio un titolo estremamente atteso da chi, come il sottoscritto, è cresciuto accompagnato dall’umorismo tipico di Ron Gilbert e Dave Grossman, e il suo lancio sarà anche una buonissima occasione per presentare al pubblico più giovane una IP decisamente importante per un genere oggi scomparso (a parte nella scena indie), ovvero il genere punta e clicca, il diretto antenato dei titoli oggi definiti come avventure dinamiche.
Un tuffo nel passato con un occhio sul presente – ecco cosa sappiamo di Return to Monkey Island:
Questo articolo vuole aggiungere più dettagli a quelli di cui vi parlammo, tempo addietro, con un articolo analogo, dunque non sorprendetevi se tra le novità andremo a ripeterci. La trama, come già detto, riprenderà dal momento preciso in cui si conclude Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, e vedrà Guybrush sulle tracce del demone-pirata LeChuck, finito all’inferno, luogo in cui tra l’altro si trova anche il povero Stan (se avete giocato i titoli precedenti sapete chi è, altrimenti lo imparerete, ndr).
Prima di decidere per questo filone narrativo si sono discusse molte possibilità, alcune sono state salvate solo in parte, altre del tutto cancellate. Uno dei più probabili incipt per la trama di Return to Monkey Island voleva il nostro eroe cadere in un misterioso sonno per risvegliarsi ben tre millenni più tardi, in un mondo ghiacciato e iper-tecnologico. Una eventualità che sono felice sia stata scartata poiché, per mio gusto, la fantascienza avrebbe rotto quella magia da mondo piratesco che da tanto carattere all’ambientazione della saga.
Altre idee, invece, sono state scartate perché troppo simili a trovate già avute nei titoli successivi della serie, quelli prodotti senza il coinvolgimento di Ron Gilbert o Dave Grossman. Da questi titoli, però, come già vi abbiamo accennato in passato, sono stati salvati alcuni elementi che saranno riproposti, come eventi o personaggi – un esempio è il simpatico Murray, che tornerà nella saga pur non essendo una creazione del duo Gilbert-Grossman.
Si sa anche che il gioco abbandonerà la sua natura pixel art, per abbracciare uno stile più cartoon. Questo è quanto vuole Gilbert, che ha sempre caratterizzato i titoli della serie con stili differenti: i primi due erano in pixel art, ma molto diversi tra loro stilisticamente parlando. Return to Monkey Island andrà a fare lo stesso. Una decisione che farà piacere ad alcuni e dispiacere ad altri, specie a chi gode del senso di nostalgia che solo la pixel art riesce a trasmettere.
Un titolo più moderno anche dal punto di vista musicale, che sarà caratterizzato da una colonna sonora che, a detta di Gilbert, è molto promettente, sulla quale hanno lavorato artisti del calibro di Michael Z. Land, Clint Bajakian e Peter McConnell.