Il wrestler professionista Booker T. Huffman ha perso la causa contro il publisher Activision per una causa contendente il personaggio di COD: Black Ops 4, nello specifico stiamo parlando di Prophet. Huffman aveva infatti sostenuto che il personaggio del gioco sembrava molto, troppo simile a G.I. Bro, un personaggio che lui aveva interpretato nel corso degli albori della sua carriere in quel del wrestling. Tuttavia la giuria non si è dimostrata d’accordo con quest’accusa.
La causa di Huffman è iniziata nell’ormai lontano febbraio 2019, quando lui e il suo team legale hanno fatto causa ad Activision proprio per i motivi di cui sopra. Per dimostrare la somiglianza tra Prophet e G.I. Bro ha fornito un poster del suo personaggio confrontato direttamente con Prophet di COD: Black Ops 4.
“Se visto fianco a fianco, non c’è dubbio che questo personaggio sia stato copiato da G.I. Bro“, ha spiegato l’avvocato di Huffman, tale Micah Dortch. “Dai capelli, dal tipo di corporatura ei vestiti, fino alle espressioni facciali, le somiglianze sono troppo profonde per essere una semplice casualità“.
Gli avvocati di Activision si sono ovviamente opposti a questa accusa ed hanno sottolineato, in una mozione presentata in tribunale, che l’immagine che Huffman e il suo team legale stavano usando come prova non era originale ma solo una copia di The Rock da “… dal collo in giù”. In tribunale Huffman ha comunque sostenuto che il personaggio di Prophet in quell’immagine replicava anche la sua “espressione facciale” ed il suo “atteggiamento“. Tuttavia, come ha sottolineato Activision nella sua mozione, non è possibile mettere il copyright su un atteggiamento. “Il querelante non possiede i diritti riguardanti semplicemente un uomo arrabbiato con uno sguardo accigliato“, ha detto il team legale del colosso americano.
La giuria ha quindi concordato con Activision, dando torto ad Huffman. Alla domanda se Activision o gli sviluppatori di Black Ops 4 avessero violato il copyright di G.I. Bro, la risposta è infatti stata un semplice e perentorio “No”.
“Avevamo molta fiducia che la giuria avrebbe visto le cose a modo nostro, e siamo davvero felici che lo abbiano fatto“, ha dichiarato l’avvocato di Activision, Daralyn Durie di Durie Tangri in una dichiarazione condivisa con Reuters.
Qui sotto trovate l’immagine al centro della causa: