Ci siamo fatti strada a suon di Karate tra schiere e ondate di studenti, insegnanti, paesani e brutti ceffi per poter essere qui, e darvi la possibilità di leggere la nostra recensione di Cobra Kai 2: Dojo Rising. Approfondiamo insieme!
Per i fan di Cobra Kai, Karate Kid e… Double Dragon
Le 4 ore o poco più con le quali ci siamo intrattenuti con il titolo di Flux Game Studios, ci hanno lasciati perplessi sotto molti punti di vista che, una volta superata la soglia della simil disperazione, si è tramutata in quel senso di piacere che si prova quando si guardano i famosi film Trash che piacciono proprio per le loro peculiarità. Le ricerche a riguardo non hanno fatto altro che confermare ciò che si poteva facilmente intuire, cioè che Cobra Kai 2: Dojos Rising è un titolo realizzato con budget limitato e senza nessuna pretesa. Ma non è tutto uno “scatafascio” (termine tecnico) completo come lo abbiamo descritto poco fa.
Solitamente titoli ispirati a franchise di sorta puntano ad un pubblico di nicchia e nulla più. Il sottoscritto è un grande fan dei Karate Kid (anche quello con Jaden Smith e Jackie Chan) e ho adorato anche la serie Cobra Kai per svariati motivi. Sia il gioco che la serie TV si appellano al fattore nostalgia e, anche se in modo un po’ estroso, anche all’esagerazione. Il gioco in questione però va preso “con le pinze” perché non ha quasi nulla a che vedere col franchise. Un Double Dragon in 3d con i personaggi della serie ma con uno stile di progressione che risuona un po’ antiquato.
Il Gameplay attacca bene ma pecca nella difesa
Tralasciando i commenti per la fine, Cobra Kai 2: Dojos Rising è un basilare picchiaduro 3D che ripercorre gli eventi della serie Netflix grossolanamente e che pone il giocatore davanti alla scelta della propria fazione preferita tra il Miyagi-Do, l’Eagle Fang e ovviamente il Cobra Kai. La vostra decisione vi porterà su strade molto simili con l’obiettivo di reclutare più persone possibili da poi portare sul ring dell’All Valley Tournament. Tutti e 28 i personaggi giocabili sono acquisibili solo se prima sarete in grado di batterli tramite il vostro Karate.
A differenza della serie, qui avrete a disposizione spettacolari mosse che sfiorano il mistico e il soprannaturale, come evocare palle di ghiaccio, cobra fantasma e Aquile assassine da scagliare contro la miriade di ragazzi e adulti che hanno deciso che dovete essere pestati a sangue. Un sistema molto semplice di combo ad un solo tasto funziona tutto sommato benino mentre dovrete essere attenti ad alternare difesa, schivate e contromosse per sopravvivere. Fino a quando scoprirete che per ogni minion sconfitto, avrete abbastanza KI per una super mossa che decimerà i rimanenti avversari in poco tempo. Più ponderati sono i “boss” cioè i ragazzi da portare al proprio dojo. Il tutto su di un “carrello” in 3 dimensioni ad ondate attraverso le location che compaiono anche nelle varie puntate.
Dai la Cera, Tira due schiaffi, Togli la cera, Piglia due schiaffi
Nonostante il gameplay macchinoso e una gestione della telecamera che sfiora l’assurdo (deficit maggiore dell’intera esperienza), altri fattori giocano a favore di Cobra Kai 2: Dojos Rising. Visivamente le scene di intramezzo e molti scambi di battute tra i personaggi risultano piacevoli grazie ad una trasposizione cartoonesca di quest’ultimi e una cosa molto apprezzata quale il doppiaggio degli stessi attori della serie. Tra una sessione e l’altra di scambio reciproco di mazzate, ci viene data la possibilità di parlare col nostro Sensei e di accedere quindi alla parte secondaria del gioco stesso (dato che praticamente dobbiamo solo fare a botte in quella principale).
Tramite questo Hub inizialmente poco intuitivo potremo potenziare i personaggi dalla nostra parte in molto, aimè, macchinoso, ma indispensabile se si vuole ottenere i ragazzi più promettenti che i fan della serie riconosceranno sicuramente. I primi contatti con quest’ultimi ci faranno provare le pene dell’inferno per quanto picchiano duro con apice Sensei Kreese messo KO da Pastinaca. Questo sistema sminuisce enormemente l’abilità del giocatore a favore di una necessaria progressione e ripetizione dei livelli per potenziare i propri combattenti.
La recensione in breve
Cobra Kai 2: Dojos Rising è un titolo per i fan dei picchiaduro a scorrimento indipendenti dal numero delle dimensioni, questo è certo. Ci mette davanti sia ad un sistema di combattimento macchinoso e ripetitivo fino alla nausea che ad un ulteriore nemico, quale la telecamera. Nonostante ciò non è un titolo da scartare se adorate il genere. Il prezzo al momento di questa recensione è sicuramente da valutare indipendentemente dalla piattaforma sul quale intendete giocarlo. Inoltre non si capisce a cosa servano 48Gb di spazio su PC (stesso peso di Assassin’s Creed Valhalla per farvi un paragone). Se non vi spaventano i problemi sopra descritti, allora potete portare a termine la campagna fino a 3 volte perorando i principi dei tre distinti Dojo a vostra disposizione e finalmente accedere alla modalità Torneo, ovvero un PvP online con la quale cimentarvi in molteplici scontri nel All Valley Tournament contro altri giocatori. Quest’ultima modalità è decisamente più divertente perché molto simile ad un Tekken (come stile si intende) e che abbiamo reputato molto più adatto a questo titolo, dato che si tratta di Karate. Saltuari bug alle volte sgradevoli e talvolta divertenti ci impediscono di dare la sufficienza a Cobra Kai 2: Dojos Rising, un prodotto che non delude soltanto se non vi create nessuna aspettativa.
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Voto Game-Experience