In un mercato dominato da interfacce ricche di indicatori, Clair Obscur: Expedition 33 fa una scelta coraggiosa: niente minimappa. Una decisione che ha sorpreso molti giocatori, specialmente gli appassionati di JRPG, dove questo strumento è praticamente quasi sempre presente. A chiarire i motivi è Guillaume Broche, creative director di Sandfall Interactive, durante un’intervista concessa al canale YouTube di Sodapoppin.
Broche ha infatti colto la preziosa occasione rappresentata da una nuova interista per raccontare un’esperienza comune a molti: giocando ad altri giochi di ruolo, si è accorto di passare il 90% del tempo a fissare la minimappa. Questo lo ha portato a ignorare gran parte del lavoro artistico e ambientale creato dagli sviluppatori. Così, quando è arrivato il momento di costruire un proprio mondo, ha fatto una scelta chiara: rimuovere qualsiasi elemento che distraesse dal paesaggio, per valorizzare appieno l’impatto visivo del gioco.
Di conseguenza il risultato è un’interfaccia di Clair Obscur: Expedition 33 estremamente pulita, quasi invisibile, pensata per lasciare spazio a ciò che conta davvero: l’esplorazione, la narrazione e il senso di meraviglia. Una filosofia che richiama quella di celebri giochi francesi del passato, come Peter Jackson’s King Kong di Michel Ancel o Another World di Eric Chahi, noti per l’essenzialità della loro HUD.
A questo punto abbiamo avuto la conferma ufficiale che non si tratta di un limite tecnico o di una dimenticanza, ma di una scelta consapevole di design, che cerca di elevare l’esperienza del giocatore, spingendolo a orientarsi tramite i dettagli del mondo e non con una freccia lampeggiante.
Ricordiamo in conclusione dell’articolo che nei giorni scorsi è stato pubblicato un video che mostra l’evoluzione di Clair Obscur: Expedition 33 dal 2019 al 2025, gioco disponibile su PC, Xbox Series X|S e PS5.