Qualcuno di voi si ricorderà dell’ottimo titolo rilasciato da Gunfire Games e pubblicato da THQ Nordic, uscito col titolo di Remnant: From the Ashes, che recentemente festeggia i due milioni e mezzo di copie vendute. Ben pochi invece si ricorderanno del timido Chronos: Before the Ashes, concepito nel lontano 2016 per VR e Oculus – un gioco in terza persona dall’ottima atmosfera che però non pare venne percepito bene dai videogiocatori. In virtù del successo del team, Gunfire Games ha deciso di riesumare in versione ottimizzata e non VR Chronos, che a tutti gli effetti è un episodio pilota, un prequel agli eventi di Remnant: From the Ashes. Se siete tra i curiosi che si fanno domande su Remnant, di certo qualche risposta potrete trovarla nella nostra recensione!
Il cavaliere ed il labirinto
Chronos: Before the Ashes punta con più decisione al genere fantasy rispetto al suo predecessore Remnant. L’invasione dei Root è già iniziata in Chronos, ma gli eventi avvengono molto prima che il nostro eroe in Remnant decida di provare a rimuovere l’infezione che coglie il globo. La storia all’apparenza è banale: una volta all’anno, una Pietra del mondo si attiva e apre un portale verso un altro luogo, da cui spesso fuoriescono cose terribili.
Il nostro eroe o eroina, a nostra discrezione, si è prestato al compito di sconfiggere un drago. Non uno qualsiasi, ovviamente: dovremo dare battaglia al Drago ancestrale che ha seminato una tale rovina nel mondo da far regredire quasi al Medioevo quella che doveva essere una civiltà veramente avanzata e futuristica. Per trovarlo dobbiamo quindi addentrarci cautamente nel Labirinto, una struttura suddivisa in più strati e che comprende anche diverse dimensioni temporali provenienti da altri mondi, o versioni parallele del nostro mondo originario. Prima di arrivare al tiranno alato dovremo però, proverbialmente, “passare sui cadaveri” dei tre guardiani che lo proteggono, sopravvivere alle minacce del labirinto e risolvere enigmi di ogni sorta.
Souls facilitato
Chronos: Before the Ashes è un Dark Soul con un pizzico di roguelike e di elementi GDR, dove ci troveremo a controllare in terza persona un guerriero armato di spada e scudo in una mappa di gioco che, a differenza del predecessore, non è generata proceduralmente. Molti dei giocatori che hanno già affinità col genere dei Souls Like troverà comandi molto simili da pad: i dorsali servono per attaccare o parare, c’è un tasto per mirare gli attacchi ad un determinato nemico “in lock”, e c’è la classica e irrinunciabile schivata. Durante la nostra traversata nell’area di gioco, dovremo farci strada tra diversi nemici e attivare dei cristalli che altro non sono che una versione dei falò di Dark Souls, ovvero checkpoint dal quale il giocatore ripartirà nel caso dovesse patire una morte atroce. In caso contrario, sconfiggendo mostri e boss sul nostro percorso, il personaggio salirà di livello dandoci punti abilità da distribuire tra varie caratteristiche in un’interfaccia molto semplice: Forza, Destrezza, Vitalità e Arcano. Gli scontri sono tutti all’arma bianca, ma nello specifico solo con armi ad una mano e scudo. Non ci è possibile utilizzare armi a due mani, magie o attacchi a distanza di qualche tipo.
Sebbene tutto questo possa sembrare penalizzante, Chronos: Before the Ashes eredita dalla sua versione originale una meccanica particolare, sicuramente la meglio riuscita della produzione: l’invecchiamento. Ricordate i bei vecchi tempi del primo Fable, nel quale il nostro eroe ingrigiva arrivando alla veneranda età di ottant’anni (nonostante l’ottimo fisico, s’intende)? In Chronos partiremo nei panni di un implume guerriero diciottenne, che invecchierà di un anno ad ogni morte nel labirinto. Finchè il nostro eroe rimarrà relativamente giocane, traboccherà di forza ed energie, ma mano a mano si avvicinerà all’anzianità perderà sul versante fisico per guadagnarne in saggezza – nelle statistiche, più Intelligenza e Arcano – e le battaglie non potranno più essere prese di petto, ma dovranno essere avviate in maniera più strategica. Non un problema, dato che con la vecchiaia otterremo facoltà di usare abilità speciali e poteri elementali, anche se per brevi periodi. Inoltre, ogni 10 anni passati avremo accesso ad un’abilità passiva (chiamata tratto) che migliorerà permanentemente il protagonista apportandogli molti benefici. La morte quindi è sì problematica e si porterà dietro delle conseguenze, ma ci permetterà anche di ottenere vantaggi o di cambiare di molto il nostro stile di gioco, col passare del tempo.
Nonostante le mappe di gioco non siano procedurali, le aree di gioco rimangono interessanti da esplorare per tutta la lunghezza del titolo, complici anche diversi enigmi di varia difficoltà e nemici sempre più pericolosi, che si adegueranno al nostro livello. Forse il primo, vero problema di Chronos: Before the Ashes appare proprio a questo punto: i nostri avversari avranno uno, massimo due set di attacchi che non sarà difficoltoso imparare – specie per i giocatori più incalliti. Dopo aver affrontato alcune volte lo stesso avversario, nonostante l’asticella dei danni inflitti si alzi col passare dei livelli, essi diventano facilmente prevedibili e dunque non portano il livello di difficoltà così in alto come ci si aspetterebbe da un Souls. Assieme allo scarso numero di attacchi, anche la varietà dei nemici risulta bassa: nella quasi totalità dei casi cambierà solo l’arma che impugnano. Il sistema di combattimento è invece qualitativamente lontano da quello dei suoi simili. Venendo da un Dark Souls o simili, è possibile notare fin da subito un ritmo molto blando, con animazioni non proprio eccezionali, schivate e hitbox imprecise: spesso è possibile ritrovarsi colpiti a prescindere dalla nostra prontezza nello schivare. Nonostante di pazienza ne serva a palate in questo genere di titoli, qui la frustrazione non è derivata da errori di calcolo personali, quanto più da morti ripetute che avvengono indipententemente dai nostri sforzi, o mancanze. A questo si aggiunge purtroppo una telecamera molto imprecisa ed il fatto che gli oggetti curativi sono rari e limitati. Esiste comunque la possibilità di selezionare il livello di difficoltà a inizio partita, possibilità non comune agli altri titoli ma che aiuta a superare questi ostacoli. Chronos: Before the Ashes sembra un gioco molto più vecchio di Remnant a tutti gli effetti, mancando nel sistema di combattimento, nella varietà delle armi e nella varietà dell’equipaggiamento. A conti fatti, funziona meno bene del suo precedessore, probabilmente anche a causa di un’ottimizzazione non perfetta sotto molti aspetti.
Discreto rispetto al “predecessore”
Rispetto a Remnant, Chronos: Before the Ashes utilizza un’estetica leggermente più cartoonesca che lo caratterizza bene senza risultare troppo aggressiva, dando un effetto del tutto particolare ai modelli e attirando notevolmente l’attenzione sul lato “fantasy” della storia narrata. Le ambientazioni, innegabilmente belle a primo impatto, piene di colori ed effetti di chiaro-scuro, risultano molto intriganti nel loro complesso, ma dopo il primo impatto soffrono della poca varietà dovuta ai pochi dettagli (sulle superfici quanto nell’oggettistica) sparsi nelle zone e ad un consistente riciclo di assets. Casse, vasi, oggetti distruttibili qui sono intoccabili, particolare che potrebbe far storcere il naso a molti giocatori di Souls-like. Anche gli scontri risentono di una transizione da VR a console tradizionale poco curata, con poche animazioni.
A compensare il lato grafico abbiamo il comparto sonoro che invece è ottimo e vario. La colonna sonora è piacevole e accompagna il giocatore, ogni tanto incalzandolo verso l’avventura e l’esplorazione. I rumori ed in generale il suono dei passi sui terreni più disparati, o delle armi che cozzano contro altro materiale, è coerente e preciso, e con esso il doppiaggio inglese che è ben recitato nei momenti i personaggi secondari cardine interagiscono con il nostro.
La longevità del titolo è molto ridotta rispetto alla media di questo genere, che ci garantiva una durata tra le venti e le quaranta ore. Chronos: Before the Ashes può essere giocato in dieci, dodici ore, ottenendo tutti gli obbiettivi.
Se inizialmente il titolo poteva vantare di una localizzazione unicamente in inglese e nelle principali lingue europee, con l’ultima patch è stata invece inserita la traduzione in italiano per sottotitoli e interfaccia, traduzione ben allineata al tono del gioco e che ci permette di godere al meglio quest’avventura molto particolare.
Versione Provata: PS4
Disponibile su: Nintendo Switch, PC (via Steam), PS4, Xbox One, Stadia
La recensione in breve
Quello che c'è di buono in Chronos: Before the Ashes è la volontà di approfondire la saga di Remnant, dandoci una retrospettiva del mondo di gioco e introducendo l'originale e piacevole meccanica dell'invecchiamento nel genere dei Souls. Per quanto semplice nel gameplay e nella difficoltà, Chronos riesce comunque a farsi apprezzare per lo sforzo di offrire un'esperienza di gioco breve ed entusiasmante con elementi da GDR, specialmente per chi non ha mai toccato - oppure ha spesso avuto paura - di giochi come Dark Souls e Bloodborne. Tuttavia l'ottimizzazione del titolo è ancora lontana dall'essere perfetta e Gunfire Games ci ha mostrato di saper fare di meglio a partire da Remnant: From the Ashes. Speriamo quindi che ulteriori patch e correzioni vengano introdotte (anche lentamente) per apportare migliorie al comparto tecnico di questo titolo.
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Voto Game-Experience