Di Chernobyl se n’è risentito parlare molto in questi ultimi anni, dopo che il fenomeno degli eventi traumatici avvenuti attorno al reattore si era affievolito. Serie televisive e l’ottimo titolo S.T.A.L.K.E.R. hanno però ravvivato l’interesse verso il setting russo, dove The Farm 51 ha voluto ambientare il proprio gioco. Già conosciuto per Get Even, il team di sviluppo indipendente con base in Polonia adesso ci porta il nuovo lavoro, Chernobylite, un RPG non lineare con elementi survival horror ambientato proprio nella zona calda di Chernobyl. Il titolo si è potuto sviluppare anche grazie al successo della campagna Kickstarter, che ha attirato la curiosità di milioni di giocatori nel mondo. Dopo l’uscita della versione PC arriva quindi il momento anche per le console di testare la bontà del titolo: Chernobylite sarà all’altezza delle aspettative oppure no? Scopritelo con noi in questa recensione per la versione PS4.
Zona di esclusione
Il disastro nucleare che ha coinvolto l’ucraina Chernobyl e tutto il mondo attraverso la sua grande diffusione è già avvenuto da trent’anni in Chernobylite. Il nostro protagonista, quello di cui ci metteremo i panni, è Igor, un fisico che lavorava proprio alla centrale durante il famoso incidente. Igor è alla disperata ricerca di Tatyana, una scienziata e la donna amata di cui si persero completamente le tracce in seguito all’incidente. Il protagonista non sa se possa essere morta a causa dell’esposizione alle radiazioni, o se sia stata evacuata, ma la sua labile presenza fatta di visioni guida Igor alla scoperta di un segreto che il governo vorrebbe tenere nascosto: una misteriosa fonte di energia che si è sprigionata dall’incidente, chiamata Chernobylite, causa delle mostruose mutazioni che si aggirano per quel che rimane della zona radioattiva. Non solo, perchè Igor trova un’utilità ulteriore alla sostanza, riuscendo ad imbrigliarla come principale fonte necessaria alla creazione di wormhole. Con la Chernobylite si possono creare squarci interdimensionali e addirittura arrivare al passato, manipolando le proprie azioni per modificare le conseguenze delle decisioni prese.
Chernobylite, un materiale dell’altro mondo
Chernobylite è una fusione di diversi generi, con la sua visuale e impostazione da FPS che però introduce elementi stealth, survival e perfino GDR. Nel gioco è necessario infatti muoversi con circospezione, evitando di ingaggiare il nemico aggirandolo con furtività, attirandolo verso delle trappole appositamente costruite da noi oppure – come ultima risorsa – coinvolgendolo in uno scontro diretto. Avremo solo due tipi di nemici presenti in tutto il titolo, con due pattern d’attacco piuttosto differenti e limitati: i militari della NAR che cercheranno di stanarci da una parte, e le entità interdimensionali che cercheranno il faccia a faccia dall’altra. Nonostante la limitata intelligenza artificiale, quest’ultimi sono i nemici più subdoli dell’ambiebientazione, essendo in grado di creare portali e spostarsi attraverso la Chernobylite ed essendo molto più resistenti di un normale soldato. Inoltre se affrontati ad una distanza insufficiente, ci avveleneranno con le radiazioni emesse ed influiranno pesantemente sulla mente di Igor, che dispone nell’HUD di un contatore della sanità mentale che gli servirà per affrontare queste visioni mostruose, e molte altre.
Dopo pochi minuti il titolo già ci proietta nelle fasi di esplorazione che costituiscono una grossa fetta del gioco, in quanto legate al contesto narrativo. La vasta mappa sferzata dalle radiazioni contiene tutti i punti di riferimento che abbiamo visto in film, video e libri, come le scuole, il luna park con la sua ruota panoramica e l’immensa struttura radar Duga. Per non rischiare che il giocatore si perda, queste fasi sono state opportunamente razionalizzate dal team con una suddivisione in piccole mappe sand box, che ben si integrano con il sistema “a missioni” del titolo. Le aree vengono quindi aperte procedendo con la trama principale e contengono ognuna risorse, obbiettivi ed eventi casuali che possono farci guadagnare punti esperienza. E’ necessario far attenzione sia ai segnalini della mappa, sia ad analizzarla debitamente alla ricerca di posizioni particolari o edifici di discrete dimensioni che potrebbero contenere potenziali risorse: l’intera esplorazione è infatti asservita alla raccolta di risorse, che ci aiuteranno a costruire e migliorare armi, creare macchinari, distillare acqua e creare un rifugio migliore per noi ed i nostri compagni.
Inoltre l’esplorazione è libera solo all’apparenza: il governo ha messo sulle tracce di Igor uno Stalker, e più tempo trascorreremo all’esterno del rifugio, più i segni della sua comparsa si avvicineranno – segni che si traducono in una tempesta anomala, in un cielo scuro pieno di lampi che compone il nostro conto alla rovescia. E’ bene tornare alla base tramite un wormhole se possibile, dal momento possono essere attivati in qualsiasi momento, oppure avviarsi di corsa al rifugio per scampare a quello che appare come un nemico inaffrontabile. Come già anticipato, ogni azione di Igor, dalla raccolta di risorse al ritrovamento di indizi e PNG, ci permette di guadagnare punti esperienza che verranno segnati in un contatore in alto a sinistra dello schermo. Una volta riempito il contatore, avremo un punto abilità da spendere parlando con i compagni della nostra squadra: il compare ci porterà in un piccolo campo d’addestramento dove effettivamente seguirci e migliorarci, facendoci affrontare piccoli ostacoli od altro in base alla scelta. Abbiamo gradito molto questa scelta di far giocare l’addestramento, cosa che non fa sembrare la spesa dei punti abilità un’azione scontata e priva di conseguenze.
In ogni caso, è chiaro che per il completamento della missione principale (“il piano”) è necessario raccogliere una squadra di almeno cinque elementi, tutti in gradi di insegnarci tecniche precise legate alla loro storia e vita dopo il disastro di Chernobyl. Per sviluppare il piano di azione e accogliere i compagni, dovremo anche avere una base operativa dal quale dirigere le operazioni, un rifugio che fa da campo base e HUB centrale di Chernobylite: in questo luogo potremo realizzare strutture e attrezzature riutilizzando le materie e le cianfrusaglie trovate nel corso delle esplorazioni, come tavoli da lavoro, macchine da taglio, generatori, purificatori d’aria, macchine per la produzione di medicinali, letti e perfino un piccolo orto costituito da cassette nella quale far crescere erbe e funghi. Ogni struttura richiede costi di produzione e di mantenimento in termini di energia elettrica, ma ci aiuterà a migliorare i nostri oggetti e l’equipaggiamento del gruppo, oltre che il morale. Inoltre alcuni gadget creati saranno portabili in missione e daranno modo a Igor di padroneggiare meglio i wormhole. La costruzione di mobilio e comodità ci aiuterà invece a migliorare la qualità della vita del gruppo, che va sfamato e di cui va sempre tenuto in considerazione lo stato psichico. A seconda di come tratteremo i personaggi, ci saranno ripercussioni su morale ed efficenza in battaglia e nelle missioni, fino ad arrivare ad un vero e proprio ammutinamento causato da fame e stenti.
La storia viene scandita da giornate, nel quale il protagonista può portare a termine o delegare gli incarichi proposti. Quelli urgenti sono legati alla trama e a particolari avvenimenti, mentre le altre quest secondarie andranno completate entro un certo numero di giorni e verranno utili sopratutto per il reperimento di rifornimenti.
Grazie al sistema di scanning di Igor, attivabile dai direzionali che fanno da scorciatoia, possiamo vedere chiaramente ciò che c’è da raccogliere nell’area anche oltre i muri. Laddove la nostra ricerca non porti frutto, ci saranno dei mercanti col quale scambiare provviste, equipaggiamenti e munizioni in cambio di materie più rare.
La morte in Chernobylite viene gestita in maniera particolare: avremo la possibilità di usare la Chernobylite per tornare indietro nel tempo e quindi di fare un salto alla cieca per modificare le nostre decisioni, in meglio o in peggio. Ogni volta che lo faremo perderemo una considerevole quantità di oggetti randomicamente scelti dal gioco, quindi occhio a non sprecare troppe risorse in quella che può risultare facilmente in un’arma a doppio taglio.
Gli unici difetti per ora riscontrabili sono che dopo un’uccisione silenziosa i gruppi nemici entrano in allarme anche se siamo fuori dal loro campo visivo, e che l’aiming è leggermente impreciso. Inoltre l’intelligenza artificiale nemica è discreta, facilmente prevedibile in molti casi.
Un buon mix di elementi
Rispetto alla versione per PC, la versione per PS4 ( posticipata di qualche settimana) di Chernobylite risulta un po’ meno precisa nelle animazioni ma comunque ben fatta e fluida. I modelli 3D dei personaggi risultano ben confezionati, l’area di esclusione è stata completamente scansionata in 3D coprendo anche luoghi iconici come la cittadina di Pripyat e la suggestiva ruota panoramica, divenuta iconica nelle serie tv. Il mondo di gioco è ricoperto da vegetazione densa che si muove in maniera realistica durante i vari cambi di meteo e al nostro passaggio. Gli effetti atmosferici sono piuttosto realistici, influiscono sul gameplay in termini di movimento e capacità di vedere i nemici, potendoli quindi sfruttare a nostro vantaggio per sgattaiolare o tentare un’imboscata. Nelle zone radiattive gli effetti più particolari ed il blur simulano bene l’effettiva pericolosità delle ceneri radioattive della zona, ed il mondo in generale risulta inquietante ed evocativo nelle atmosfere, nel suo grado di abbandono e sporcizia. La colonna sonora è ben costruita attorno alle situazioni e alterna momenti di silenzio in cui si percepiscono solo i nostri passi a ritmi più incalzanti, specie in quei luoghi spazzati dalle radiazioni in cui solo fantasmi e mostri sopravvivono. Al mondo reale di alternano le realtà degli squarci interdimensionali, che veicolano bene allucinazioni e inquietudini del protagonista, dove la Chernobylite è sia filo conduttore tra zolle di mondo sospese nello spazio e nel tempo, sia materia che invade, cresce e si aggrappa ad ogni centimetro per svilupparsi come un rampicante maligno.
Per quanto riguarda i dialoghi, questi sono ben sviluppati e comprendono risposte multiple ed un ottimo doppiaggio. Consigliamo caldamente l’audio russo rispetto all’inglese; ad ogni modo il titolo è completamente tradotto per interfaccia e sottotitoli in italiano.
Sotto il profilo della rigiocabilità, Chernobylite risulta ripetitivo dopo qualche ora, sia per le poche mappe presenti, sia per la necessità di avanzare lentamente, raccogliendo più materiali possibile per poi tornare in quell’area e ripetere l’operazione. Inoltre il numero notevole di meccaniche a cui badare a volte devia l’attenzione del giocatore, spezzando troppo l’incedere della trama verso la sua risoluzione. La longevità è connessa ai livelli di sfida presenti nel gioco, dal facilissimo al folle, ma nel complesso può facilmente superare le 80 ore seguendo solo la quest principale e le necessarie secondarie.
Versione testata: PS4
Piattaforme: PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series S|X, Stadia
La recensione in breve
Chernobylite è un titolo nato da un piccolo gruppo, ma sorprendentemente sviluppato e grande, che mescola diversi generi videoludici con risultati altalenanti. Una storia horror-fantascientifica intrigante, elementi da GDR, survival, una bella dose di crafting, azione da FPS: tutti elementi ben mescolati, che generano un mix sorprendente, capace di tenere incollati allo schermo per ore. In alcuni punti Chernobylite sembrerà troppo stratificato e ambizioso a causa delle sue larghe vedute, ma in sostanza The Farm 51 ci propone un titolo che funziona e intrattiene, e che potrebbe tranquillamente essere un degno erede di S.T.A.L.K.E.R..
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Voto Game-Experience