Telit Communications Limited è un’azienda specializzata nella tecnologia radio machine to machine. Vediamo come è evoluta.
L’azienda italiana si è ritagliata uno spazio nei servizi a valore aggiunto tra cui cloud, connettività e PaaS Application Enablement Services. L’azienda opera tramite altre due business unit: Telit Services e Telit IoT Platforms and Solutions.

Si tratta di un major con sedi a Londra, con sedi regionali in EMEA (Trieste e Cagliari, Italia), America (Raleigh, Carolina del Nord, California), America Latina (San Paolo, Brasile) e APAC (Seul, Corea). L’azienda ha una rete di uffici di vendita che si trovano in: Australia, Brasile, Cina, Danimarca, Germania, Francia, India, Israele, Italia, Corea, Russia, Spagna, Sudafrica, Taiwan, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti.
Il punto di forza di Telit
Telit ha lanciato il modulo con ball-grid-array (BGA), promossi i concetti di “Family” e “Unified-Form-Factor” e il più piccolo modulo ricevitore GPS. Innovazioni che hanno cambiato il mondo. L’azienda produce prodotti per telefonia cellulare, short-range, e GNSS. I suoi prodotti sono disponibili in circa 80 Paesi, commercializzati da 35 uffici vendite.
L’origine di Telit risale alla metà degli anni ’80. A Triste, nel 1986, nacque come Telital e Telital Automotive, per opera di un gruppo di tecnici provenienti dalle comunicazioni militari. Produsse telefoni portatili più piccoli dei Nokia, garantendo servizi di ricerca e sviluppo per telecomunicazioni multinazionali. Nel 1997 i dedicò alla produzione e alla commercializzazione di prodotti con il marchio Telital. Nel 2003, a causa dei debiti, l’azienda venne acquistata dall’israeliana Dai Telecom con l’appoggio del fondo di investimento Polar Investments in cui lavora il manager Oozi Cats. Telit rinasce come Telit Communications e nel 2005 è quotata al mercato di Londra.
La crescita è stata esponenziale. Nel 2013, Telit acquisì Crossbridge Solutions, espandendo m2mAIR in Nord America. L’azienda è stata oggetto di un management buy-out, con il controllo passato alla holding di Bernabè, Cats, Siclari e Giglio. Un evoluzione mondiale scontata, come tante altre aziende italiane che sono state cedute all’estero.