I pro player di Call of Duty: Warzone non ne possono più. La situazione cheat, nel celebre battle royale free-to-play di Activision, sta diventando insostenibile. Specie per un titolo che, come molti altri del suo genere, potrebbe a pieno diritto ospitare dei veri e propri eventi eSport; se solo gli equilibri di gioco non fossero tanto corrotti dai disonesti cheaters, che rendono a conti fatti i tornei ingiocabili per ogni giocatore onesto e sportivo.
Per questo motivo, i molti pro-player, ma anche i semplici gamer esasperati dalla situazione, hanno avanzato una pretesa rivolta ad Activision: l’implementazione di un un migliore sistema anti-cheat in Call of Duty: Warzone. Tra i nomi celebri che hanno dato corpo a questo giusto reclamo collettivo, che pressoché dal lancio del gioco ha serpeggiato nella comunità senza tuttavia trovare mai corpo fino a oggi, figurano personaggi del calibro di FaZe Nickmercs, Doug e OpTic Create.
La proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la controversia sorta attorno allo streamer canadese noto come Metzy, accusato dell’utilizzo di un cheat aimbot durante una competizione Twitch Rivals. Ciò ha comportato l’immediata espulsione dello streamer e del suo intero team dal torneo di Call of Duty: Warzone.
Uno tra coloro che ha fornito le prove della disonestà di Metzy ha, in seguito, avuto modo di analizzare il PC utilizzato dallo streamer espulso, scoprendo come in verità non fu commessa alcuna manipolazione di Call of Duty: Warzone. Ciò nonostante, per il discolpato Metzy era oramai troppo tardi per poter rientrare in gara e competere per il sostanzioso premio di 250.000 dollari.
Mancando la possibilità di monitorare la macchina di ciascun partecipante al torneo, cosa ovviamente impossibile in un torneo eseguito online durante la pandemia globale, risulta impossibile capire se un preciso gamer stia barando o meno, mancando a conti fatti un elemento oggettivo su cui basare il giudizio. Ciò ha spinto la comunità di giocatori di Call of Duty: Warzone ha puntare il dito contro il sistema anti-cheat adottato dal gioco, ritenuto non all’altezza di garantire la sicurezza necessaria durante le sessioni di gioco.
Molti ritengono che, in questa situazione, i rischi che corrono i giocatori ma anche gli organizzatori dei tornei divengono troppo alti, specie quando sono messi in palio premi di natura molto consistente e, considerando l’importanza che sta conquistando Call of Duty: Warzone nel panorama eSport, sarebbe opportuno che Actvision intervenisse per cercare quantomeno di arginare la situazione.
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