Activision ha compiuto alcune mosse notevoli nel suo sforzo per combattere la tossicità in Call of Duty: Warzone e gli altri capitoli della serie, inclusa l’implementazione di alcuni filtri per individuare nomi di giocatori potenzialmente offensivi, tag di clan e tossicità nella chat di testo. Durante la giornata di ieri il publisher ha comunicato di aver bannato nell’ultimo anno ben 350.000 utenti “per nomi razzisti o comportamenti tossici“. Oltre a questo con un nuovo aggiornamento rilasciato ieri Activision ha affermato che intende espandere le opzioni di segnalazione dei giocatori e la moderazione e adotterà anche misure per ridurre i comportamenti tossici durante la chat vocale. Questa la dichiarazione di Activision:
“Il nostro obiettivo è fornire ai giocatori gli strumenti necessari per gestire la propria esperienza di gioco, combinato con strumenti per contrastare l’incitamento all’odio, il razzismo, il sessismo e le molestie. Siamo impegnati nell’offrire una divertente esperienza videoludica ai nostri giocatori. Non c’è spazio per atteggiamenti tossici, discorsi d’odio o molestie di qualunque tipo nei nostri giochi e nella nostra società. Siamo concentrati nel compiere passi avanti positivi e celebrare assieme i migliori fan del mondo“.
In particolare, ciò significa più risorse dedicate a rilevare e bloccare comportamenti scorretti, revisioni continue delle politiche dell’applicazione, “ripulire i database per portare i sistemi agli standard attuali” e più e migliori comunicazioni con i giocatori.
Il numero di 350.000 ban di account bannati è sicuramente impressionante, anche se ben al di sotto dei 475.000 che sono stati banditi nell’ultimo anno per utilizzo di trucchi all’interno soprattutto di Call of Duty: Warzone. La cosa più interessante della dichiarazione di Activision, tuttavia, è la promessa di sopprimere la tossicità all’interno della chat vocale, che è una sfida più complicata rispetto al monitoraggio delle comunicazioni basate sulle chat di testo, nomi o tag. Di conseguenza, fino ad ora la voce in-game è sfuggita in gran parte alla supervisione, creando così molto malcontento nella community. Vedremo quindi se Activision riuscirà a mantenere questa promessa e moderare maggiormente tutti i quei giocatori che rovinano l’esperienza di gioco altrui tramite razzismo, tossicità e altro, oltre a continuare a fronteggiare anche i cheater presenti.
Ricordiamo che Call of Duty: Black Ops Cold War e Warzone sono disponibili per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e PC.