Nel corso della giornata di lunedì, Sony Interactive Entertainment ha annunciato l’acquisizione ufficiale di Bungie al fine di inglobarla all’interno dei propri PlayStation Studios, rivelando un affare dal costo di ben 3,6 miliardi di dollari.
Al fine di analizzare al meglio questa particolare decisione aziendale, la redazione di VideoGamesChronicle (VGC) ha raggiunto Christopher Dring di GamesIndustry.biz, il primo ad aver discusso approfonditamente dell’annuncio di Sony dopo aver parlato con entrambi i leader di PlayStation e Bungie.
Dopo aver chiesto chiarimenti sull’approccio di Sony sulle acquisizioni in confronto a quello di Microsoft, Dring ha rapidamente fatto notare i due differenti approcci da parte delle compagnie videoludiche. Qui di seguito trovate alcune dichiarazioni di Dring dopo aver parlato con il presidente di SIE Jim Ryan successivamente all’annuncio.
“Quando Microsoft ha comprato Activision Blizzard, non ha soltanto comprato Call of Duty… Ha comprato ogni gioco che sia mai stato fatto da loro nel corso di trent’anni di storia… Sony è molto più esitante.”
Questo perché Sony continuerebbe a nutrire dei forti dubbi sul modello di abbonamento, in quanto la preoccupazione maggiore sarebbe quella di arrecare danno alla qualità dei giochi e a devalorizzare i propri titoli sviluppati internamente, che sono principalmente single-player.
Sempre nel corso della chiacchierata con VGC, Dring ha affermato che a questo punto Bungie sarebbe un team più adatto a Sony che a Microsoft. Prima di tutto, ha voluto far notare come l’interesse di Sony nel portare le proprie IP al cinema o in televisione si sposi alla perfezione con il volere di Bungie di portare Destiny su altri medium di intrattenimento.
Successivamente, viene sottolineato come Microsoft abbia bisogno in maniera incondizionata di un gran numero di IP da lanciare all’interno del proprio catalogo Xbox Game Pass. Sony invece, preferendo una via più tradizionale, avrebbe bisogno al massimo di espandersi in altri generi dove è sempre stata relativamente carente, come ad esempio i live service e multiplayer.
Bungie e in particolare Destiny sarebbero una grande occasione per i PlayStation Studios di ottenere know-how e risorse tecniche importanti al fine di produrre nuovi videogiochi “come servizio” e dalla forte componente multigiocatore. Sappiamo infatti che Naughty Dog sta lavorando a un live service (probabilmente Factions 2, il multiplayer di The Last of Us) per cui l’arrivo di Destiny potrebbe aiutare in questo senso i team di PlayStation a crescere su ambienti nuovi per loro.
Stiamo parlando in pratica della “crescita organica” a cui si riferiva Jim Ryan in alcune dichiarazioni di tempo fa, secondo cui sarebbe necessario far crescere i propri team e coltivare i loro talenti nel corso del tempo, anche attraverso acquisizioni mirate all’aspetto qualitativo dei videogiochi.
La carenza di IP, soprattutto attive, di Bungie rappresenterebbe infatti una risorsa decisamente scarsa ed eccessivamente costosa per Microsoft, un azienda che ha bisogno invece di tante IP da rendere disponibili sul Game Pass (e quindi non di free-to-play come Destiny 2) e che nei giochi come servizio e titoli multiplayer ha già puntato da sempre.
Non bisogna dimenticare poi che Bungie è da decenni alla ricerca della libertà creativa e dell’indipendenza massima che non è riuscita a trovare nel corso del tempo nemmeno in Microsoft o in Activision. Un recente rumor ha infatti spiegato che Microsoft sarebbe stata in trattativa con Bungie nel corso del 2020, anche se quest’ultima non sarebbe riuscita a trovare un accordo in quanto avrebbe voluto mantenere la propria indipendenza nel vero senso del termine.
Ora, in Sony Interactive Entertainment, Bungie può agire come una vera e propria compagnia indipendente, sussidiaria a SIE ma strettamente legata ai PlayStation Studios e contare sulle promesse dell’azienda giapponese al fine di poter agire con una certa libertà creativa e finanziaria.
Proprio per questi motivi, Bungie sarebbe più adatta per entrare in Sony che per entrare in Microsoft, almeno stando a quanto riferito dall’analisi di Christopher Dring sulla questione. Qui di seguito trovate l’intero video che abbiamo preso in considerazione per scrivere l’articolo.
Ricordiamo che dopo il completamento dell’accordo, Bungie sarà una sussidiaria indipendente di Sony Interactive Entertainment e rimarrà perciò uno studio multipiattaforma, così come è stato dichiarato dallo stesso Jim Ryan, presidente della stessa SIE. Bungie ha infatti affermato che il supporto cross-platform per Destiny 2 continuerà come anche che i loro futuri giochi non saranno necessariamente esclusive PlayStation.
Infine, Ryan ha anche affermato che la decisione di acquisire Bungie è motivata dalla strategia di “espandere il brand di PlayStation a un pubblico maggiore“, “evolvere le esperienze di gioco che creiamo” e di “guardare oltre le console“. Tra l’altro, si segnala che nel comunicato ufficiale di Ryan si è parlato anche della possibilità per Bungie se lo vuole di lavorare sullo sviluppo di IP PlayStation Studios (Killzone, Resistance, ecc.).