Bravely Default Flying Fairy HD Remaster Recensione, un’ottima conversione “monoschermo”

Bravely Default è stato il capostipite di un franchise JRPG moderno evocativo e potente, per quanto anche classico e super tradizionale nelle meccaniche e nei ritmi, nella narrativa e nella direzione artistica. Già ai tempi del Nintendo 3DS il cast di personaggi e le loro peregrinazioni nel mondo disegnato a mano rievocavano la storia, le immagini e le situazioni degli originali capostipiti di Final Fantasy; i cristalli da purificare, le backstory tragiche, ma mai troppo arzigogolate tutte da scoprire e poi le classi, gli incontri casuali, il grinding e le lotte a turno, in un loop ludico che conduceva di città in dungeon, di dungeon in open world, di esplorazione in città e poi di nuovo da capo, che sia a piedi, o a bordo di un’aeronave. Avete capito, insomma, cosa intendiamo quando diciamo che “è un classicone”, giusto?

C’era una volta un buon JRPG… …e su Switch 2 c’è ancora!

Bravely Default era e resta, anche in questa versione HD Remastered su Nintendo Switch 2, un buon JRPG. Con qualche difetto, un ritmo ludico non sempre perfetto soprattutto sulle battute finali, ma tutto sommato capace di tenere alta l’attenzione e sorprendere a più riprese, sia quando “racconta” che quando “gioca”. Non aspettatevi cambiamenti sostanziali alla struttura portante però, perché la parola “Remastered” nel titolo è veritiera, eloquente e Bravely Default HD non cambia in nessuna sua parte importante, nè in meglio nè in peggio.

I combattimenti a turni strategici, con la funzione peculiare che all’epoca fece parlare del gioco e lo elevò a qualcosa in più di un semplice “Final Fantasy wannabe” è sempre lì e funziona sempre benissimo. Perciò, oltre ad attaccare con l’arma, con una magia o a usare un oggetto, nel gioco potrete di nuovo mettere “in stasi” il personaggio per un turno, facendogli guadagnare un punto da spendere in seguito per compiere più azioni consecutive, o sfruttare abilità più potenti del normale. Immutata è anche la difficoltà generale, con un livello di sfida crescente che va tenuto a bada con gli espedienti ludici più vecchi del mondo: il grinding con i mob e gli incontri casuali a ripetizione, per cominciare, e non essere mai troppo più deboli o giù di livello rispetto agli avversari più coriacei.

Poi, la strategia, ovviamente, perché senza un team variegato e un adeguato sfruttamento della meccanica peculiare, delle abilità che ne abusano e degli oggetti, con la sola forza bruta non si va molto avanti in Bravely Default, HD o meno che sia. Perciò non skippate tutte le secondarie, esplorate per bene e fate attenzione quando un personaggio particolarmente appariscente vi appare davanti: seguendolo, potreste sbloccare la chiave per risolvere i vostri problemi e costruire il team perfetto. Certo, se siete particolarmente pigri andrà bene anche solo il classico squadrone con maga bianca per curare, mago nero per far danni elementali, ladro o spadaccino per i danni veloci e guerriero con scudo a torre per tankare i nemici: sta a voi decidere che tipo di JRPG volete giocare!

Mini giochi, o “mini gimmick”?

Paradossalmente, dove Bravely Default HD arranca di più, e non poco, è nelle sue uniche modalità aggiuntive pensate appositamente per Switch 2: i mini giochi che adoperano la funzione mouse dei controller, inediti e pensati, ovviamente, apposta per la versione in oggetto a questa recensione. Premesso che non sono poi così male in senso assoluto, e che abbiamo compreso quanta cura sia stata dedicata per integrare i minigiochi nel continuum del gioco, ciò non significa che si avvertano come esperienze meno “posticce” di quanto in effetti siano.

Soprattutto perché il completamento di alcune sessioni di volo con l’aeronave, nel minigame chiamato Ringabel e la sua frenetica crociera, o di Tifo lucente: Acchiappa il ritmo, un rhytm game abbastanza basilare, è diventato il biglietto di accesso per funzioni quality of life fondamentali sul lungo periodo: la modifica percentuale e lo skip delle battaglie casuali nel mondo di gioco, per dire. Se non giocate ai minigame, insomma, non potete sfruttare queste funzioni, se non in modo basilare e poco personalizzabile.

Il giochino di guida dell’aeronave è il più carino, comunque: sfruttando i joy-con come dei mouse si devono gestire i comandi del mezzo volante posseduto dai protagonisti stando attenti a non farlo schiantare, a seguire la rotta attraversando degli anelli e a riparare bulloni lenti, perdite di vapore e altre amenità varie ed eventuali. Alla fine, c’è anche sempre un “cannoneggiamento” in agguato, in aggiunta a tutti gli altri comandi da gestire contemporaneamente. Capite ora cosa intendiamo quando affermiamo che i minigiochi sono “curati”? Che non sono banali in senso stretto né come livello di sfida, né come tipologia di gameplay?

Ciononostante, per gli amanti del titolo originale, della sua classicità, della cura per i dettagli e della passione FinalFantasyana che sgorga da fondali, racconti e avversari, arriviamo a dire che i suddetti minigiochi potrebbero quasi essere un fastidio, più che una feature aggiuntiva. Nonostante siano, lo ripetiamo, ben pensati, sfruttino a dovere la funzione mouse dei joycon e sia evidente, bug saltuari a parte, che non si tratti di riempitivi eccessivamente pigri. bensì, di “gimmik” di buona fattura, ma pur sempre non indispensabili e che non aggiungono nulla di potente o interessante all’avventura.