Annunciato lo scorso maggio allo State of Play di Sony, Astro e la sua flotta sgangherata di robot atterrano finalmente su PlayStation 5. Mascotte introdotta per la prima volta nel 2013 con The Playroom, Astro debutta finalmente con un platform tutto suo che espande e migliora quanto già visto nell’ottimo free-to-play Astro’s Playroom. Sviluppato da Team Asobi, nuovo nome del leggendario Japan Studio da sempre in prima linea per supportare le console di casa Sony, Astro Bot è la prima, vera risposta di PlayStation dopo tanti anni allo strapotere di Nintendo nel mondo dei platform.
Un’avventura vasta e divertente nella galassia dei Bot, simpatiche creature sintetiche finite disperse nei meandri di alcuni pianeti coloratissimi e bizzarri. Con un’incredibile quantità di omaggi ed easter egg legati alla storia di PlayStation, Astro Bot è sicuramente fra i titoli in esclusiva PlayStation 5 più attesi di questo 2024. Sarà riuscita Sony a sfatare quel tabù che dura ormai da troppo tempo regalando al suo pubblico un platform degno di competere con Mario & co.? Scopritelo nella nostra recensione di Astro Bot!
La mascotte tanto attesa
Adesso possiamo dirlo: dopo oltre vent’anni PlayStation ha nuovamente la sua mascotte. In principio fu Crash Bandicoot, il peramele creato da Naughty Dog nell’ormai lontano 1996 per la prima console di casa Sony. Un titolo ancora oggi ritenuto fra i platform migliori della storia dei videogames, il primo che riuscì davvero a far dimenticare, anche se non per molto, l’eterna lotta fra Mario e Sonic che caratterizzò gran parte degli anni ’90.
Un idillio destinato però a decadere in breve tempo dato che, a inizio del nuovo millennio, l’IP di Crash passò definitivamente nelle mani di Universal Studios la quale portò avventure del Bandicoot su anche le altre piattaforme, vanificando quindi quella che sarebbe potuta essere un’icona indissolubile PlayStation destinata a durare nei decenni a venire. Negli anni successivi ci provarono in tanti, da Jak & Daxter, a Sir Daniel di MediEvil, fino a Ratchet & Clank, con vari alti e bassi, ma senza mai comunque conquistare il cuore del pubblico PlayStation a tal punto da diventare nuovi portabandiera.
Non ce ne vogliano nemmeno i vari gatto Toro, Parappa the Rapper o Polygon Man. Astro è sicuramente quanto di più si avvicini al ruolo di mascotte nell’odierna epoca di PlayStation. Un robot dal design semplice ma efficace, che finalmente si appresta ad avere un videogame “completo” a lui tutto dedicato. Questa è sicuramente la sensazione che abbiamo avuto esplorando i primissimi mondi di Astro Bot. Astro’s Playroom aveva mostrato in un quella che potremmo considerare tech demo il grandissimo potenziale sia della console che del suo controller DualSense. Astro Bot conferma tutto questo e fa persino di più.
Robots Escape
Pronti via, la vostra astronave a forma di PlayStation 5 s’imbatte con un alieno poco propenso alle buone maniere, il quale manderà in panne il vostro mezzo spedendovi su di un pianeta desertico. Nella caduta i bot a bordo con voi si sono dispersi nelle galassie vicine. Compito vostro sarà quindi quello di riparare la nave recuperandone i pezzi e, soprattutto, salvando gran parte dell’equipaggio tenuto prigioniero nei pianeti più assurdi e variopinti che il giovane robot abbia mai conosciuto.
Una vera e propria avventura quindi dopo la “scampagnata” pacifica di Astro’s Playroom, con tanto di ferocissimi boss a tentare in tutti i modi di mandare ai rotoli la vostra missione di salvataggio. Tantissimi livelli creati per l’occasione, 80 per la precisione, ambientati in 50 diversi pianeti. Questi potranno essere esplorati sbloccando le sei galassie che compongono il gioco, ciascuna delle quali dedicata a un animale in particolare, lo stesso che, in versione robotica, vi attenderà per una pirotecnica boss battle.
Ed è qui che Astro Bot si dimostra fin da subito un platform con tutti i crismi, di quelli che stupiscono sia per la bellezza delle ambientazioni dei livelli, sia per la varietà delle soluzioni di gameplay proposte all’interno degli stessi. La mappa intergalattica di Astro Bot è infatti una cornucopia di biomi, situazioni e stili visivi di volta in volta diversi come nei migliori Crash Bandicoot o Super Mario. Seppure però il level design non sia altrettanto “epico” come quelli di titoli come Crash Bandicoot 3 Warped o Super Mario Galaxy, Astro Bot riesce comunque a stupire con una formula più improntata alla ricerca dei segreti e delle chicche nascoste.
Oltre al salvataggio dei Bot prigionieri (una modalità che ricorda molto alla caccia alle scimmie che rese celebre Ape Escape, altro platform di culto di Japan Studio), alcuni dei quali con le sembianze di protagonisti dei classici del videogame, dovrete recuperare anche 3 pezzi del puzzle che, come approfondiremo più avanti, sbloccheranno alcune feature nel pianeta-hub. Arrivare quindi al traguardo è piuttosto semplice, diverso è scovare alla prima run tutti i collezionabili che qui in Astro Bot assumono un senso superiore rispetto alla maggior parte dei videogame.
Il DualSenso della vita
Fin dall’annuncio di PlayStation 5 il DualSense si è presentato come un controller dall’enorme potenziale, dotato di numerosissime feature mirate a migliorare l’esperienza ludica, dai tasti dorsali adattivi fino al rumble ad alta definizione. Purtroppo però, come accade spesso in questi casi, vedi anche Nintendo Switch, queste stesse feature finiscono per essere poco sfruttate dei developer, finendo per essere dimenticate anche dagli stessi giocatori.
Astro Bot, al contrario, fa delle potenzialità del DualSense la sua arma principale, sfruttandone appieno le caratteristiche e offrendo un’esperienza di gioco assolutamente divertente e immersiva. Se non sapete di cosa sto parlando, immaginate di camminare nell’erba alta e sentire sulle dita il fruscio a ogni passo, oppure il ticchettio della pioggia battente, o ancora il tintinnio cristallino delle pietruzze preziose o del metallo sotto ai piedi.
Insomma, Astro Bot mostra quanto l’accoppiata speaker e rumble del DualSense siano potenzialmente devastanti se sfruttate a dovere. Anche i dorsali adattivi fanno il loro gran lavoro, più duri da premere del normale quando si tratterà di afferrare qualcosa o di simulare la pressione del grilletto, creando così un effetto piacevole e ancor più immersivo. Se siete curiosi di provare la magia preparata per voi dal Team Asobi ma non siete convinti dell’acquisto di Astro Bot sappiate che alcune di queste feature sono presenti anche nel gioco gratuito Astro’s Playroom. Provare per credere!
Un mondo di robot
In Astro Bot le cose da fare, e soprattutto da trovare, sono parecchie. Come già citato in precedenza, i livelli disponibili sono 80, alcuni di essi sbloccabili solo trovando determinati portali disseminati fra i pianeti o direttamente a bordo della vostra navicella-controller dalla mappa di navigazione. In linea generale, Astro Bot offre un livello di sfida medio-basso, dove la principale difficoltà è determinata dalla tenacia di alcuni nemici e l’imprevedibilità di alcune trappole, eccezion fatta per alcuni livelli segreti, come quelli dedicati agli iconici simboli dei tasti PlayStation, appositamente creati per testare le vostre abilità.
Le vite in Astro Bot sono infinite, quindi morire non costituisce una grana come in altri platform. Astro Bot però non punta a questo, ma piuttosto si concentra nell’incentivare l’esplorazione e la scoperta dei punti più segreti, favorendo la rigiocabilità dei livelli. Se i bot salvati saranno fondamentali per proseguire nell’avventura, oltre che a sbloccare alcune aree inaccessibili del pianeta-hub, i pezzi del puzzle andranno invece a sbloccare nuovi edifici per ottenere nuovi cosmetici e ulteriori chicche a tema naturalmente PlayStation.
Prima su tutti è la vending machine dei Gashapon già visti in Astro’s Playroom dove anche qui potrete spendere le monete raccolte per i pianeti per ottenere deliziosissime statuine animate raffiguranti alcuni momenti storici dei videogame che hanno caratterizzato la storia dell’ammiraglia di casa Sony. Le stesse, una volta ottenute, popoleranno il pianeta desertico e, se colpite, mostreranno un’ulteriore animazione.
Altri negozi riguarderanno invece la colorazione della navicella grazie al quale è possibile esplorare le galassie, o ancora una boutique dove vestire secondo il proprio gusto il protagonista Astro. Anche in questi casi gli easter egg e le citazioni al mondo PlayStation si sprecano.
In conclusione
Meritevoli di menzione anche i livelli dedicati ai VIP-bot, ovvero rivisitazioni robotiche di alcuni dei protagonisti dei classici PlayStation con livelli a essi interamente dedicati e che ereditano e parodizzano dagli originali alcune caratteristiche peculiari di gameplay. Non vogliamo spoilerarvi quali sono questi giochi, ma preferiamo piuttosto lasciarveli scoprire da soli. Sicuramente il miglior modo visto sin’ora di omaggiare la storia di PlayStation e dei suoi giochi più iconici.
Tante chicche che vi spingeranno a completare il gioco alla caccia di un Platino mai così fortemente consigliato. Per scoprire tutto quanto vi basteranno circa 10-15 ore, standard comunque ottimi per il genere. Insomma, Astro Bot è un platform completo e originale, forse non il più adatto per mettere alla prova le proprie skill ma di certo uno dei migliori di questa generazione. La speranza è che il Team Asobi possa avere ancora più spazio nel futuro di PlayStation, magari per rivivere almeno in parte quell’epoca gloriosa dove platform e mascotte erano all’ordine del giorno.
La recensione in breve
Astro Bot conferma ed espande quanto visto in Astro's Playroom. Team Asobi confeziona il tanto agognato platform che da tempo mancava su PlayStation, un titolo divertente e frizzante che porta una ventata di aria fresca all'interno della softeca della console Sony. Pur non essendo il platform "hardcore" in grado di soddisfare i giocatori più esigenti, Astro Bot è comunque fra i titoli più interessanti di questa generazione, capace di stupire grazie alla quantità inverosimile di citazioni al mondo PlayStation e all'ottimo supporto al DualSense.
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Voto Game-Experience