Il nuovo Assassin’s Creed Shadows ha segnato un potente ritorno per la celebre saga di Ubisoft, grazie a un’ambientazione open world affascinante, una storia avvincente e una protagonista femminile carismatica: Naoe, interpretata dall’attrice giapponese-americana Masumi. Tuttavia, il successo iniziale ha presto lasciato spazio anche a critiche legate alla rappresentazione della cultura giapponese.
Come riportato da Insider Gaming, durante un’intervista ai BAFTA Games Awards, Masumi ha espresso profondo disappunto per una scelta controversa del gioco: la possibilità, inizialmente concessa ai giocatori, di distruggere i santuari giapponesi, inclusi oggetti sacri come gli specchi. L’attrice ha spiegato quanto questi elementi siano parte integrante della spiritualità e dell’identità culturale giapponese. Vederli distrutti nel contesto di un gioco le ha provocato un dolore reale, dichiarando che “le ha spezzato il cuore” e aggiungendo che “quelle cose semplicemente non succedono” nella realtà giapponese.
Leggiamo le dichiarazioni condivise da Masumi:
Per quanto mi riguarda, come Naoe giapponese, sono soddisfatto del mio lavoro, di ciò che sono riuscita a rappresentare. Come giapponesi, cresciamo con tutto il santuario, gli specchi sacri, tutto il resto – e ho visto nel gioco che sono distruttibili, e queste cose semplicemente non accadono. Vedere tutto questo mi spezza un po’ il cuore. Nel gioco si possono fare cose che in Giappone non si potrebbero mai, mai, mai fare, e queste mi feriscono. Non è semplicemente autentico poter fare una cosa del genere.
Le sue parole hanno evidenziato un tema delicato: l’equilibrio tra libertà creativa nei videogiochi e rispetto autentico per le culture rappresentate. Le critiche non sono rimaste isolate. Il dibattito ha raggiunto perfino il parlamento giapponese, dove alcuni membri hanno espresso preoccupazioni per potenziali atti emulativi nella vita reale. In risposta, Ubisoft ha prontamente rilasciato una patch che rimuove la possibilità di distruggere i santuari, dimostrando sensibilità verso le reazioni del pubblico e degli esperti culturali.