Dopo aver incorniciato un capolavoro come Red Dead Redemption 2, Rockstar Games si accinge a consolidare il nome del titolo ambientato nel Far West attraverso un comparto multigiocatore che promette di portare in un ambiente completamente online l’esperienza maestosa del comparto single-player. L’apertura della beta ci ha permesso di addentrarci nel mondo di Red Dead Online e di cavalcare tra le distese erbose di un mondo ancora più selvaggio di quello vissuto nella campagna principale.
Bilanciare un’esperienza multigiocatore dalle dimensioni massicce come quella di Red Dead Online non è certo un gioco da ragazzi. Rockstar Games lo sa benissimo ed il lancio della beta ad un mese dall’uscita di Red Dead Redemption 2 non fa altro che consolidare la tesi di un titolo fortemente incentrato sul feedback della community. Durante la nostra prova abbiamo assistito a diverse polemiche legate ad alcune meccaniche del titolo ma soprattutto ad un sistema economico fatto di microtransazioni che non lasciano scampo. Vogliamo parlare sin da subito di quello che sembra essere l’argomento più spinoso della questione. Le microtransazioni in Red Dead Online sono al momento improponibili, farmare i lingotti d’oro senza mettere mano al portafogli è praticamente impossibile sperando di ottenere risultati anche lontanamente accettabili e le ricompense durante le prime ore di gioco scoraggiano fortemente il giocatore dal procurarsi un equipaggiamento decente, costringendoci ad utilizzare le armi fornite in early game per gran parte dell’esperienza.
Al di là delle questioni economiche che possono sì influenzare l’esperienza di gioco ma non mutarne l’essenza, Red Dead Online si presenta come un immenso parco giochi (la mappa è la stessa del single player, come in GTAV) pieno di attività e missioni da svolgere. A differenza della caotica esperienza in quel di Los Santos, Red Dead Online non si limita a proporre un’enorme sandbox da riempire con attività ben distanti tra loro bensì cerca di imbastire una vera e propria storyline all’interno della quale noi, insieme ad altri giocatori, andremo a tessere una trama caratterizzata dalle eccellenti qualità narrative messe in campo da Rockstar Games. Vestendo i panni di un condannato evaso da una condanna apparentemente ingiusta, ci ritroveremo in mezzo ad una storia di sangue e vendetta frutto di un colpo andato a male e finito nel tradimento. A spezzare la magia di un comparto narrativo realizzato a regola d’arte vi è il mutismo forzato del nostro personaggio; più di una volta ci siamo sentiti fuori luogo, poco inseriti nel quadro generale della trama che, pur essendo ben scritta, soffre di quella maestosa ed imponente sensazione di coinvolgimento personale che caratterizza Red Dead Redemption 2. Se analizzata in un contesto puramente multiplayer, la trama di Red Dead Online funziona comunque molto bene, numerosi dialoghi ed un background da criminale ( o presunto tale ) vanno a comporre un mosaico di storie e personaggi che vanno ad incastrarsi perfettamente con le vicende di Arthur Morgan e della sua banda.
Il mondo di Red Dead Online è infatti vivo, pulsante e mantiene quelle meccaniche che hanno saputo catturarci in single player. Anche qui, la cura per i dettagli è davvero incredibile, durante le cavalcate con gli amici capita spesso di accamparsi per cucinare la selvaggina o per aspettare il momento giusto per assaltare un gruppo di giocatori ignari per poi lanciarsi ancora una volta all’orizzonte in groppa al proprio destriero che, per inciso, mantiene le meccaniche di legame di Red Dead Redemption 2. Come spesso accade, a rovinare un maestoso dipinto, vi è la mano umana. Sono bastate poche ore per rendersi conto che la maggior parte dei giocatori non fa altro che sparare a caso ad ogni cosa che si muove, rendendo praticamente invivibile qualsiasi città da Saint Denis a Blackwater. Un bagno di proiettili non soltanto inevitabile ma che non fa minima distinzione tra l’attaccante e l’attaccato, punendo con l’abbassamento dell’onore del giocatore che uccide a prescindere dall’aggressore. Anche le meccaniche di respawn vanno pesantemente riviste, un giocatore ucciso potrà respawnare con estrema facilità a pochi metri di distanza dal luogo del delitto per dare vita ad una catena potenzialmente infinita di uccisioni. Tuttavia siamo ancora in beta ed aspetti del genere sono facilmente modificabili, basterebbe inserire un sistema capace di riconoscere chi attacca e di impostare punti di respawn casuali nel momento dell’uccisione.
Ad arricchire l’offerta di gioco troviamo anche diverse attività collaterali che vanno a toccare le corde più PvP del titolo come Deathmatch e Corse a cavallo. Il modello di shooting di Red Dead Redemption 2 purtroppo non si sposa benissimo con le meccaniche di gioco di Red Dead Online, un sistema di mira quasi automatico permette l’aggancio del nemico con troppa facilità ed è davvero difficile non colpire in testa un avversario anche in movimento. In un contesto dove un headhsot comporta, giustamente, un’uccisione, non ci si può permettere di concedere facilmente un colpo letale, urge dunque un ribilanciamento generale dello shooting quantomeno per la mira assistita, ottima in single player quando ci si trova davanti a decine di nemici, poco bilanciata quando a sparare sono giocatori reali. Il Dead Eye non fa altro che girare il coltello nella piaga, permettendo ai giocatori di concedersi qualche momento in più per mirare e far fuoco. Red Dead Online offre però un’esperienza di gioco che ci mette contro sia a nemici “umani” che controllati dalla CPU, anche qui bisognerebbe dunque fare una distinzione sostanziale. Oltre alla main quest ed alle attività PvP, Red Dead Online mette a disposizione una serie di incontri con personaggi sconosciuti che ci permetteranno di prendere parte ad eventi pubblici all’interno dei quali tutti i giocatori potranno prendere parte sia per aiutare che per interferire. Non si tratta della qualità narrativa e per certi versi comica del comparto single player ma riesce comunque a fare il proprio lavoro, proponendo attività abbastanza in linea con il mood del titolo. Recuperare merci di valore, assaltare accampamenti o catturare e portare indietro criminali di vario tipo, il tutto in compagnia di un gruppo di amici pronti a coprirsi a vicenda in caso di assalto da parte di altri giocatori.
Il sistema di progressione di Red Dead Online è ancora troppo simile a quello di GTA Online, esistono tantissimi modi per accumulare esperienza e sbloccare nuovi oggetti acquistabili sebbene il modo migliore per livellare resti sempre seguire la missione principale e compiere attività di vario genere. Molte delle funzioni legate all’esperienza di Red Dead Online sono tuttavia ancora avvolte nel mistero o comunque in forte mutamento. Una delle meccaniche meno esplorate è quella delle “posse”, le bande che i giocatori potranno mettere in piedi in modo da affrontare il mondo di gioco come gruppo e non come singolo. Divise in temporanee e permanenti, le posse mettono in mano al “capogilda” il potere decisionale sulle missioni da svolgere ed il carico economico da sostenere per mantenere in piedi il gruppo. Per creare una posse permanente vengono richiesti ben 200$, una cifra da capogiro viste e considerate le ricompense medie ottenibili durante le prime ore di gioco. Se siete agli albori vi tocca dunque creare una posse temporanea e metter su un bel gruzzoletto prima di investirlo nella vostra banda di criminali. Ad accompagnare la meccanica delle posse troviamo anche la possibilità di istituire un proprio accampamento che, proprio come nella campagna principale, funge da HUB. Più o meno assaltabile dagli altri giocatori, l’accampamento ha la funzione principale di ospitare il negozio di oggetti cosmetici e la cassetta della posta all’interno della quale ritirare gli oggetti comprati durante i nostri viaggi e non nei negozi. Potremo scegliere se issare la nostra bandiera e renderci inattaccabili dagli altri giocatori o di tenerla ammainata e prepararsi a difendersi da possibili assalti. In ogni caso non è possibile perdere i propri averi o essere derubati anche in caso di uccisione.
Quello che traspare dall’esperienza di Red Dead Online è un progetto, giustamente, agli albori che affonderà le proprie radici sul feedback della community, lasciandosi spazio di manovra per eventuali correzioni. Non c’è dubbio che in futuro torneremo a parlare del Far West online imbastito da Rockstar, al momento non possiamo che dirci soddisfatti dalla qualità del coinvolgimento che, qualche difetto a parte, può offrire un’esperienza come quella di Red Dead Online.