Rilasciato con l’ormai consueta formula di Early Access su Steam, PlayerUnknown’s Battlegrounds è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, scalando rapidamente le classifiche di Steam andandosi a piazzare come secondo titolo più giocato dopo DOTA2. Abbiamo deciso dunque di paracadutarci nell’esperienza di Playerunknown’s Battlegrounds per scoprire qual è il vero potenziale di questo titolo ancora in sviluppo.
Meglio conosciuto come Playerunknown, Brendan Greene rappresenta per milioni di giocatori un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda una tipologia di videogiochi in forte ascesa che sembra avere un mordente molto forte sull’utenza: i Battle Royale. Greene è infatti considerato il padre di DayZ ancora prima che il titolo assumesse una forma vera e propria, esso è infatti nato dalla mente di Brendan Greene come una mod per Arma 2, originariamente chiamata Dayz: Battle Royale. L’enorme successo di DayZ e, in seguito, di H1Z1 ha portato Greene allo sviluppo di quello che oggi è diventato PlayerUnknown’s Battlegrounds.
Il titolo mette sin da subito in evidenza delle caratteristiche chiave per quanto riguarda gli MMO e propone una formula molto interessante che spinge il giocatore a provare e riprovare dopo ogni partita. Tra queste caratteristiche, la più importante è probabilmente l’imprevedibilità di ogni partita che, unita ad una componente survival capace di fare la differenza tra la vita e la morte, trasforma PlayerUnknown’s Battlegrounds in un titolo fortemente carismatico dedito alla sfida.
Ma andiamo con ordine, PlayerUnknown’s Battlegrounds appartiene a quella categoria di videogiochi ormai definita come Battle Royale, il titolo propone infatti un saggio mix di elementi MMO e Survival che confluiscono infine in un gunplay da shooter sia in prima che in terza persona. Le partite sono strutturate in modo molto semplice e proprio per questo l’intera struttura del titolo è basata sulle sue variabili.
Ben cento giocatori vengono catapultati su un’isola di 8 Km² con l’unico obiettivo di sopravvivere fino alla fine. La struttura da Last Man Standing conferisce ad ogni partita un altissimo livello di tensione, non ci sono respawn e si parte senza il minimo equipaggiamento. Ogni partita ha inizio a bordo di un aereo e i giocatori scelgono su quale punto dell’isola lanciarsi prendendo una semplice ma spesso decisiva decisione: le zone ricche di edifici contengono più armi e accessori ma c’è il rischio di trovarsi ancora disarmati di fronte agli avversari mentre le zone più periferiche presentano meno opportunità in termini di equipaggiamento ma l’azione in solitaria garantisce una vita media più lunga. Molti di voi staranno pensando che PlayerUnknown’s Battlegrounds sia in fin dei conti un titolo riservato a quella tipologia di giocatore che si nasconde e non combatte (la fiera dei camper, insomma, ndr. ). Il team di sviluppo di PlayerUnknown’s Battlegrounds ha però ideato una soluzione davvero geniale per evitare che le partite di trasformassero in un’eterna attesa tra cecchini, dopo appena cinque minuti dall’inizio la mappa infatti si restringe, costringendo i giocatori al di fuori dei nuovi confini stabiliti casualmente a spostarsi nella zona di gioco entro un tempo limite per non essere eliminati. Considerando le ingenti dimensioni della mappa è facile capire come la scelta del luogo di atterraggio possa essere vitale, spesso ci si trova infatti costretti ad abbandonare la propria zona lasciandosi scoperti agli avversari ma è proprio questo che rende PlayerUnknown’s Battlegrounds un titolo tanto gratificante quanto imprevedibile. La zona di gioco si restringe per tutta la durata della partita, lasciando ai giocatori un margine di tempo sempre minore fino ad arrivare al punto in cui la mappa si restringe talmente tanto da forzare l’ingaggio tra i giocatori rimanenti.
Le possibilità sono dunque infinite e ogni partita assume davvero un carattere diverso garantendo una longevità incredibile ad un titolo che si limita a dare semplicemente alcune regole di base. L’arsenale disponibile in PlayerUnknown’s Battlegrounds è davvero variegato e permette di equipaggiare due armi principali, una pistola e un’arma corpo a corpo. Ogni arma è completamente personalizzabile attraverso degli accessori, anch’essi ritrovabili all’interno degli edifici sparsi per la mappa, in questo modo anche un M16, impostato a dovere, può diventare un formidabile fucile da cecchino.
Spostarsi all’interno di una mappa talmente grande può richiedere tempo e proprio per questo in PlayerUnknown’s Battlegrounds sono presenti diverse tipologie di veicoli, dalla classica automobile al fuoristrada passando alle moto, dune buggy, barche e addirittura sidecar. Lo sviluppo di una partita assume sempre un carattere diverso, ci si può ritrovare catapultati al centro dell’azione sin dall’inizio o passare intere sezioni a correre per i campi senza incontrare nessuno per poi finire cecchinati o investiti, ma il bello è anche questo. L’imprevedibilità è la chiave, ogni passo, ogni spostamento da una zona all’altra va fatto con cautela, pianificazione e, soprattutto in squadra, coordinazione. L’azione di PlayerUnknown’s Battlegrounds può sembrare spesso lenta, stantia, ma quando si entra in azione la tensione arriva a livelli altissimi e proprio in quel momento viene rivelata una componente vitale dell’intero gioco: eliminare un avversario da una soddisfazione incredibile. Una volta eliminato, l’intero inventario dell’avversario sarà a vostra disposizione, garantendo così la possibilità di migliorare il proprio equipaggiamento nel corso della partita.
Passando ad una sfumatura più pratica, PlayerUnknown’s Battlegrounds mette in campo delle meccaniche da shooter molto interessanti, proponendo un motore fisico eccellente soprattutto per gli ingaggi a distanza che si scontra di tanto in tanto con una leggera legnosità nei comandi e nei movimenti del nostro personaggio. Tale contrasto è dato dalla necessità di far convivere un gunplay che presenta le caratteristiche sia degli FPS che dei TPS, favorendo una grande adattabilità con le esigenze dei giocatori che magari sono più avvezzi agli shooter in prima persona o a quelli in terza. Purtroppo non è facile far convivere entrambi i concetti in un unico ambiente, queste dissonanze si presentano nei combattimenti a corto raggio nei quali sono spesso presenti delle coperture ingannevoli che illudono il giocatore di aver colpito l’avversario. Si tratta comunque di piccolezze facilmente riscontrabili in un titolo ancora in fase di sviluppo. PlayerUnknown’s Battlegrounds ha infatti un potenziale, un margine di crescita, incredibilmente elevato e le possibilità di inserire nuove componenti sono immense.
Ciò che viene a mancare è un vero senso di progressione da una partita all’altra, una semplice valuta di gioco premia i giocatori più capaci e permette di acquistare pacchetti contenenti indumenti con i quali adornare il proprio personaggio ma non è presente un vero sistema di leveling che ricompensi i giocatori più assidui. Nonostante tutto, PlayerUnknown’s Battlegrounds si lascia giocare con estremo piacere e divertimento, il titolo è infatti capace di intrattenere anche se alla fine la partita la vince qualcun altro consolidando un insolito concetto di “l’importante è partecipare” che è difficile incontrare nei titoli odierni. Le modalità disponibili sono attualmente tre ma sono principalmente basate sulle dimensioni della squadra: solo, duo e team vanno infatti a regolare un matchmaking praticamente istantaneo che non ha bisogno di combinare i giocatori in base a dei parametri ma si limita a prendere blocchi da cento giocatori in quanto non esiste un vero e proprio indice di esperienza che conferisca vantaggi ai giocatori più esperti.
PlayerUnknown’s Battlegrounds è atteso anche su Xbox One e Xbox One X per la fine dell’anno mentre è ancora sconosciuta una possibile finestra di lancio per la versione Playstation 4, quello che è certo è che il successo di un titolo del genere potrebbe portare dei cambiamenti molto interessanti al panorama videoludico a patto che tale successo venga gestito in modo appropriato e che il titolo si evolva nel corso dei mesi a venire.
Aspettative:
- Imprevedibile e divertente
- Fisica di gioco molto interessante
- Un potenziale immenso..
Dubbi:
- ..che va sfruttato nel modo giusto
- Gunplay ancora acerbo nelle animazioni e nei movimenti
- Assente un vero e proprio sistema di progressione