Se si parla di Obsidian, io mi tolgo il cappello. Eredi della leggendaria Black Isle, che ha regalato al mondo alcuni tra i migliori GDR mai esistiti come Baldur’s Gate e l’imperituro Planescape Torment, hanno sapientemente sfruttato la piattaforma di Crowfunding Kickstarter per creare Pillars of Eternity, erede spirituale dei titoli sopra citati, che ha riscosso un clamoroso successo tra i giocatori nostalgici e quelli più curiosi. Era solo questione di tempo prima che arrivasse un seguito, ed infatti abbiamo avuto il piacere di provare in anteprima Pillars of Eternity II: Deadfire, che ci ha dato un assaggio nelle novità che ci aspettano in questo nuovo capitolo, in arrivo questo 3 Aprile.
La versione di test a cui abbiamo avuto accesso ci ha permesso di giocare per circa una decina di ore, e gli sviluppatori ci hanno assicurato che questo non rappresenta che una microscopica parte del gioco al lancio, facendoci ovviamente ben sperare sulla longevità e la rigiocabilità del titolo. Chi ha giocato il primo capitolo si troverà immediatamente a proprio agio nella creazione del personaggio, dato che praticamente nulla è cambiato dal 2015. Stesse razze, stesse classi, stessa profondità di creazione per quanto riguarda il background del proprio PG. Squadra che vince non si cambia insomma. Abbiamo creato un personaggio mago per questa nostra prova e anche da questo punto di vista, nessuna novità apparentemente per gli incantesimi, che sono praticamente gli stessi del primi capitolo. Una volta creato il nostro personaggio, abbiamo potuto affrontare una delle fasi avanzate del gioco, ritrovandoci al livello 6 e con un party già formato e discretamente bilanciato, con i classici tank, healer, rogue e wizard. Il motivo di questa scelta è ovviamente legato alla più grande novità di questo Pillars of Eternity II: Deadfire, le Navi.
In questo capitolo infatti vivremo le nostre avventure nell’Arcipelago Deadfire e per esplorarlo nella sua interezza, sarà necessario servirsi di spettacolari vascelli, tra cui spicca la Defiant, la nostra nave personale. Il gigantesco open world messo in piedi da Obsidian sarà completamente a vostra disposizione e potrete raggiungere ogni angolo del mare, incappando in isole misteriose, incontri ostili e non, tesori nascosti e via dicendo. La nave può essere potenziata ovviamente, aumentando la sua capacità di carico, le armi, la durezza dello scafo e così via, rendendola di fatto un membro aggiuntivo del vostro gruppo. Nelle varie location si potranno anche assoldare marinai ed ufficiali per migliorare le prestazioni del vascello, aggiungendo anche una componente di micro management alla già complessa struttura di gioco. L’esplorazione del mondo oltre le aree predefinite ricorda quella di Baldur’s gate, con il gruppo che si sposta lungo la mappa di gioco in maniera indipendente lungo la cartina, attivando di volta in volta una serie di eventi che possono portare a scontri con nemici randomici, tesori nascosti o altre avventure. Tornano anche gli intermezzi testuali in cui si dovranno selezionare azioni in maniera simile ai vecchi libri game, con esiti diversi a seconda delle proprie capacità o di quelle del compagno scelto. Tutto questo rende Pillars of Eternity II: Deadfire un titolo narrativamente complesso, dove ogni singola scelta deve essere ponderata perché porterà a conseguenze immediate o meno.
L’esplorazione delle aree cittadine e dei dungeon è ancora ovviamente l’elemento cardine del gioco, così come lo sono i combattimenti. Ricorderete che già dal primo Pillars l’argomento difficoltà era qualcosa di estremamente spinoso, e Pillars of Eternity II: Deadfire non fa eccezione. Anche giocato a difficoltà normale, il gioco è di una complessità tale da far impallidire qualsiasi altro esponente del genere. Lasciare tutto all’IA equivale a vedere il proprio party cadere dopo pochi secondi, stesso dicasi per quelli che decideranno di non sfruttare la pausa tattica. Il posizionamento dei personaggi sarà fondamentale come sempre, e sono aumentate anche le condizioni applicabili a quest’ultimo, come il fiancheggiamento o l’attacco alle spalle. Insomma, un GDR vecchia scuola che non fa sconti a nessuno e di questo ne siamo estremamente soddisfatti. Per quanto riguarda l’aspetto ruolistico, anche qui rimane pressoché tutto invariato rispetto ai titoli simili e precedenti, con decine di dialoghi testuali e tantissime opzioni di risposta. Tra queste, abbiamo notato un notevole aumento di quelle relative alle caratteristiche del personaggio, cosa che rende ora la scelta del proprio background più incisiva.
Anche il lato artistico di Pillars of Eternity II: Deadfire non riserva sorprese, proprio perché è una sorpresa continua. Omaggiando ovviamente i titoli di Black Isle, i fondali disegnati a mano sono la firma indelebile dello studio che è ben consapevole delle proprie origini e non ha alcuna intenzione di cedere alle ultime novità tecniche. Il risultato è un comparto artistico eccezionale, con ambientazioni originali che almeno n ella parte da noi giocata, si ispiravano alla mitologia delle isole del Pacifico. Buone notizie anche sul versante dell’interfaccia, con delle discrete migliori sulla fruibilità e sulla completezza, che non vi costringeranno più ad aprire decine di pannelli durante il combattimento, rendendo tutto molto più immediato. Per concludere, Pillars of Eternity II: Deadfire si mostra in uno stato eccellente, confermandosi un ottimo successore sia del primo capitolo che dei titoli della serie di Black Isle. Tutto questo a conferma dell’incredibile periodo che stanno vivendo i GDR vecchia scuola, cosa di cui siamo estremamente soddisfatti.