Ne avevamo parlato qualche mese fa su questa nostre pagine di quanto il progetto P.A.M.E.L.A di NVYVE Studios fosse interessante, nonostante sfruttasse un sistema ormai abusato e che sta lentamente perdendo popolarità nel panorama dei giochi indipendenti: il survival sandbox. La nostra precedente avventura sulla piattaforma disabitata di Eden ci aveva convinto marginalmente, soprattutto per l’atmosfera che il titolo era in grado di creare, ma molti erano gli elementi migliorabili in un contesto ancora acerbo come quello in cui versava a Marzo. La scorsa settimana il gioco ha subito un corposo update che ic ha spinto a ritornare sulla piattaforma infestata di Eden, soprattutto perché sembra rispettare la volontà del team di sviluppo di assecondare i feedback più importanti arrivati dall’utenza.
La prima grande novità che si nota è proprio all’inizio del gioco, con la possibilità di spendere punti in alcune abilità passive che non andranno a impattare eccessivamente sul gioco, data la loro natura puramente legata al crafting e all’aumento dei parametri vitali. Inizialmente non sarà possibile selezionare nulla, ma man mano che proseguirete nel gioco e morirete, l’esperienza accumulata potrà essere spesa per migliorare il proprio personaggio. Sebbene questo possa pensare che si è portati a suicidarsi per aumentare le proprie statistiche, sappiate che una volta morti si perderà tutto il proprio equipaggiamento, tranne nel caso di possesso di un rarissimo oggetto che permetterà di respawnare. Una soluzione alternativa al classico aumento di livello, che porta il giocatore a spingere sempre al massimo le proprie abilità di sopravvivenza, dandogli anche quella minima ricompensa in caso di fallimento, rappresentata dall’esperienza.
La seconda novità riguarda proprio P.A.M.E.L.A., l’IA che controlla Eden e che fungerà da vostra guida nella desolata città popolata dai mostruosi Afflitti. P.A.M.E.L.A. stavolta sarà visibile sin da subito, sotto forma di interfaccia grafica sul vostro ologuanto, sempre più simile a quella Cortana di “Bungiana” memoria (passatemi il termine), che interagirà con voi e inizierà a proporvi i primi obiettivi. Raccogliendo poi le sue registrazioni sparse per Eden si riuscirà a delineare la tragica storia della stazione abbandonata, rivelando a tratti anche il vostro destino. Ascoltare P.A.M.E.L.A. mentre vagate per i corridoi desolati di Eden cambia l’esperienza, facendovi sentire di fatto meno soli, ma senza intaccare quell’atmosfera di disagio ed inquietudine che permea il gioco. Atmosfera acuita anche dai miglioramenti grafici apportati grazie a Unity, che ha reso il titolo ancora più piacevole dal punto di vista estetico. Sia gli infetti che le ambientazioni sono stati resi molto più verosimili e arricchiti di particolari. Ci sono ancora numerosi problemi di frame rate e stuttering, oltre alle animazioni ancora molto elementari, ma a livello poligonale e di modellazione P.A.M.E.L.A. non ha nulla da invidiare a produzioni più blasonate, soprattutto se pensiamo all’esiguo numero di persone che stanno lavorando al gioco. Stupore che si accresce dando uno sguardo alla mappa del gioco, davvero immensa e che finalmente può darvi la possibilità di spownare una volta morti in aree diverse da quella classica iniziale; una feature che si sbloccherà nel corso del tempo, ma che abbiamo apprezzato come intuizione volta a favorire una rigiocabilità maggiore.
A livello di sistema, le cose non sono cambiate moltissimo, siamo sempre di fronte ad un survival abbastanza classico, anche se stavolta è stata introdotta la possibilità di raccogliere risorse direttamente dall’ambiente circostante, disintegrando determinati oggetti con un apposito congegno che estrarrà materie prime. Il crafting sarà fondamentale per la sopravvivenza, dato che oltre a fame e sete dovrete fare i conti anche con l’energia della tuta, senza la quale non funzionerà nulla. Ci ha fatto piacere notare anche come il quantitativo di oggetti da lootare e la loro disposizione sia stata resa molto più user friendly, con un paio d’armi e armature rintracciabili già ad inizio gioco e altre risorse presenti in numero molto maggiore. In questo modo si rende molto più accettabile il gameplay del gioco, che almeno nella prima interazione lasciava il giocatore da solo, senza alcun aiuto e con pochissimi oggetti da raccogliere. Le armi a disposizione sono in numero esiguo per ora e non infliggono molto danno, facendo optare sempre per la fuga come opzioni migliore. Se però vorrete lottare, ricordatevi di mirare in testa, cosa che abbatterà i nemici in pochi colpi, a patto di riuscire a padroneggiare il legnoso sistema di mira. Un plauso anche al nuovo sistema di tutorial che sostituisce le stitiche spiegazioni pre patch e riesce ad essere esaustivo e soprattutto, utile.
P.A.M.E.L.A. si conferma come un’esperienza molto interessate e per certi versi originale nel panorama dei survival sandbox, ma che comunque non ha molto altro da dire a chi questo tipo di giochi non riesce semplicemente a digerirli. L’ottimo comparto artistico e la costanza degli sviluppatori nell’apportare migliorie al loro progetto fa ben sperare sulla qualità finale del prodotto, soprattutto tranquillizzando quei coraggiosi che decideranno di acquistarlo a prezzo pieno in Early Access. Se questo genere di titoli è il vostro pane quotidiano, allora P.A.M.E.L.A. è esattamente quello che state cercando.
Aspettative:
- Nuovo sistema di crafting
- Comparto tecnico migliorato e atmosfera sempre coinvolgente
- Costante lavoro da parte degli sviluppatori
- Alcune migliorie sul versante del gameplay e del tutorial
Dubbi:
- Nulla di effettivamente nuovo
- Si tratta pure sempre di un investimento basato sulla fiducia