Blue Isle Studios si avvicina ad un genere ormai definito Ark-Like per certi versi con Citadel: Forged With Fire. Attualmente in stato di early-access aperto da poco meno di una settimana, il titolo è in piena evoluzione e viene costantemente aggiornato con contenuti e bilanciamenti sia al titolo che ai server, i problemi sono ancora tanti e lo stadio del titolo è ancora chiaramente embionale.
Con una data di uscita da destinarsi ma che probabilmente sarà fissata a qualche anno di distanza dal suo rilascio in early-access, Citadel: Forged With Fire mira a realizzare il sogno di tantissimi giocatori: un MMORPG esclusivamente incentrato sulla magia e sul suo utilizzo. Già dalle prime battute di gioco in quel di Ignus, ci allontanano drasticamente dal sopracitato paragone con Ark: Survival Evolved in quanto Citadel: Forged With Fire non presenta quella spiccata componente da survival nella quale bisogna preoccuparsi di fattori come temperatura, fame e sete. Citadel: Forged With Fire si presenta più come un MMORPG con un ottima componente da sandbox che permette ai giocatori dei vari server di costruire diverse strutture, edificando difese sempre più complesse. Il concetto di “permanenza” però fa riferimento direttamente ad Ark sebbene esistano diversi espedienti per evitare di perdere i progressi in gioco, sta di fatto che ciò che viene costruito resta nel mondo di gioco anche dopo che abbiamo chiuso, lasciando di fatto il nostro lavoro in balia degli eventi.
Considerando la giovanissima età del titolo, il sistema di crafting si presenta in gran forma sia in termini di costruzione che di fabbricazione di armi e armature. Citadel: Forged With Fire è un titolo che mette al centro dell’attenzione la magia ma non per questo allontana quei giocatori più orientati verso le melee-battle, proprio per questo sono disponibili ben quattro tipi di armi, ognuna di esse con delle magie dedicate. A partire dalla classica Staffa e dalla Bacchetta Magica, Citadel: Forged With Fire si presenta come una sorta di “Harry Potter Simulator” nel quale scegliere quali magie e quali strumenti adottare per difendersi ed attaccare nel mondo di gioco. Oltre alla staffa e alla bacchetta sono disponibili Gauntlet, ovvero una sorta di guanto sciamanico e armi corpo a corpo come asce, spade e martelli, tutte raggruppate in una singola categoria. Il sistema di crafting per quanto riguarda la costruzione di basi è molto semplice ed intuitivo e si adatta perfettamente alla conformazione del terreno spesso modificando la struttura stessa della componente che si va a piazzare. Purtroppo dopo qualche ora viene fuori una nota dolente che sicuramente allontanerà tanti giocatori “Ark-like”: è estremamente facile distruggere le strutture il che rende praticamente inutile la fortificazione delle proprie basi.
Laddove Ark: Survival Evolved mette sul campo un bilanciamento duro con i giocatori intenti a distruggere le costruzioni altrui, sia in termini di movimento del giocatore che di resistenza stessa delle strutture, Citadel: Forged With Fire, che sia per appeal o per sete di distruzione, mette in mano ai giocatori tutti gli strumenti necessari per demolire qualsiasi costruzione già nelle prime ore di gioco. Basti pensare che per raggiungere il livello 10 e creare la scopa volante sono necessarie circa due ore di gioco e ci si rende conto di quanto è inutile innalzare muraglie o strutture mirate a difendersi dagli attacchi frontali. Al di là di questo troviamo magie come “telecinesi”, disponibile al livello 30, che permettono ai giocatori di sollevare interi castelli e ridurli in macerie con la singola pressione di un tasto. Ovviamente la natura ancora acerba del titolo porta con se pesanti problemi di bilanciamento e fino a quando non si tratta di problemi concettuali relativi alla natura stessa del titolo, tutto può cambiare.
Un rudimentale editor della creazione del personaggio ci introduce al mondo di gioco facendoci scegliere qualche parametro e nulla di più per poi arrivare al punto focale del titolo: qual è il punto?
Se titoli come Ark: Survival Evolved, Conan: Exile e Rust mettono sopra a ogni cosa la sopravvivenza, Citadel: Forged With Fire non riesce ancora a porre un obiettivo diverso dal grinding dei livelli, rischiando di compromettere pesantemente l’intera esperienza di gioco. Alcuni semplicissimi dungeon sono presenti nell’immensa mappa di Ignus ma nessuno di essi è veramente capace di mettere alla prova i giocatori se non per la differenza di livello con i dungeon end-game. Altra componente molto importante del titolo riguarda il taming delle creature e, laddove ancora una volta Ark insegna e forse esagera in termini di tempistiche e materiali necessari, Citadel: Forged With Fire fa l’esatto opposto, semplificando ai massimi livelli la possibilità di addomesticare le creature del mondo. Basta infatti arrivare al livello 15 per sbloccare Pacify, ovvero la magia che ci permette di calmare le altre creature e di avvicinarci, per castarla sul draghetto di turno per una manciata di secondi e farlo nostro per sempre. Se è vero che il sistema di taming di Ark può risultare estremamente dispendioso, è anche vero che cavalcare un drago dopo soli 15 livelli può annullare ogni senso di soddisfazione a monte di uno sforzo praticamente inesistente. Inoltre il taming delle creature su Citadel: Forged With Fire non è mai permanente e bisogna craftare i cosiddetti “Binding Scrolls” ovvero delle pergamene che permettono di aumentare il tempo durante il quale la creatura sarà sotto il nostro controllo, una volta scaduta il tempo la creatura sarà libera e se ne andrà.
I massicci problemi di stabilità legati ad un netcode non proprio brillante e ad un’instabilità quasi perenne dei server di gioco hanno reso la prima settimana di Citadel: Forged With Fire un vero inferno per i giocatori che spesso e volentieri si trovavano impossibilitati a compiere anche la più semplice delle azioni. Tutto perdonabile finchè la scritta “Early Access” sarà presente sull’etichetta del titolo ma di certo non è il caso di lasciar correre quando si tratta di compromettere l’esperienza di gioco base. Al momento non ci sentiamo di promuovere il titolo e tantomeno consigliarlo in quanto lo stato delle cose è ancora troppo acerbo, mancano troppi elementi e il bilanciamento generale sia in termini di PvP che di PvE è praticamente inesistente. Quel che è certo è che Citadel: Forged With Fire ha un grandissimo potenziale ed un enorme fascino capace di catturare i giocatori per ore anche senza proporre un vero scopo, il nostro consiglio tuttavia è quello di aspettare che il titolo maturi un po’ prima di lanciarsi sulla scopa magica tra i cieli di Ignus.
Aspettative:
- Ottimo sistema di crafting
- Concettualmente fantastico
- Potenzialmente immenso
- Se curato come si deve potrebbe diventare un rivale di Ark
Dubbi:
- Bilanciamento generale da rivedere pesantemente
- Manca un vero e proprio endgame
- Servono contenuti sempre nuovi
- Instabilità generale inaccettabile anche per un titolo in early access