Una delle uscite più importanti di febbraio è sicuramente Anthem e, in occasione della VIP demo rilasciata lo scorso venerdì 27 gennaio, abbiamo avuto modo di mettere le mani sul nostro Javelin preferito per avere un primo assaggio dell’ultima fatica di Bioware. Difficile, se non impossibile, valutare alcuni aspetti fondamentali del titolo ma siamo riusciti comunque a farci un’idea e ad avere quell’infarinatura generale che si rivelerà molto utile in fase di recensione.
L’ultima fatica di Bioware, in seguito al criticasissimo Mass Effect: Andromeda, ha il compito di rilanciare le sorti dello studio di sviluppo che ha dato vita a titoli come Star Wars: Knight of the old Republic, Baldur’s Gate, Dragon Age e tante altre opere che hanno saputo ritagliarsi il loro angolino tra i giochi più rilevanti della storia. Riuscire a vestire i panni del nostro freelancer non è stato affatto facile, almeno durante le prime ore, a causa di diversi problemi legati sia ai server del titolo che alla piattaforma di Origin in generale. Resta comunque utopistico pensare che un titolo di questa portata sia esente da problemi soprattutto durante il lancio di una versione, in fin dei conti, dimostrativa. Tutti quei problemi tecnici, in seguito quasi completamente risolti, non andranno dunque ad intaccare minimamente le nostre prime impressioni su Anthem, sebbene gli auspici per quanto riguardano il lancio ufficiale non siano poi così buoni.
Il concetto base di Anthem trova fondamento in altre produzioni che abbiamo già avuto modo di esplorare, il tridente formato da Destiny, The Division e Warframe va ad identificare benissimo il genere di appartenenza dell’ultima creatura di Bioware che, senza rinunciare alla propria identità, si propone di aggiungere una forte componente narrativa a quella che vuole essere un’esperienza cooperativa di altissimo livello. Anthem non va assolutamente considerato come un MMORPG, le stanze non comprendono infatti più di quattro giocatori, avvicinando di più il titolo ad un eventuale Borderlands che a Destiny. Durante la nostra prova abbiamo avuto modo di scegliere, dal livello 12 in poi, un Javelin diverso dal Guardiano inziale, scelta che, purtroppo, ci ha impedito di provare i due Javelin restanti.
La possibilità di sbloccare più Javelin e quindi di cambiare radicalmente il nostro modo di giocare, rende Anthem un titolo estremamente dinamico, permettendo al giocatore di adattare il proprio stile di gioco alle diverse situazioni ed alla team-composition del gruppo. Un totale di 4 tipologie di Javelin va a costituire un sistema di classi abbastanza classico che propone un Tank, ovvero il colosso, lento e possente con moderata capacità di fuoco e la capacità di difendere i compagni di squadra con scudo e taunt, il Guardiano, ovvero la classe più bilanciata, ideale per combattimenti a media distanza, l’intercettore, ovvero la classe più agile e veloce, letale nel corpo a corpo ma molto debole ed infine tempesta, un Javelin ideale dalla distanza, specializzato su effetti elementali come fuoco e ghiaccio. Vorremmo inoltre soffermarci su un punto molto importante: utilizzare il Javelin nel mondo “aperto” di Anthem è qualcosa che chiunque dovrebbe provare. Pur giocando la demo su PC abbiamo scelto di utilizzare il Pad in quanto la sensazione data dal volo e dai vari movimenti risulta essere molto più soddisfacente rispetto a mouse e tastiera, questi ultimi da migliorare un po’ in termini di precisione soprattutto durante le fasi di volo. La vibrazione dei grilletti e la risposta dei comandi, pad alla mano, resta comunque davvero sorprendente e volare per il mondo spettacolare di Anthem è davvero una gioia per i sensi.
Partendo da questa breve, ma molto intensa, demo, Anthem si presenta come un Action-Rpg cooperativo che raccoglie gran parte delle caratteristiche tecniche di Mass Effect e le adatta alle dinamiche cooperative che modernizzano e rinfrescano il titolo. A questo punto ci ritroveremo dunque a combattere contro Scudi e corazze utilizzando effetti elementali concatenabili tra loro anche in squadra andando a rendere la composizione della squadra e delle relative abilità delle classi un elemento chiave, soprattutto a difficoltà maggiore. A sostituire le specializzazioni delle varie classi troviamo invece la possibilità di personalizzare ed interagire con le abilità del nostro Javelin, raccogliendo, creando e potenziando le diverse abilità individualmente. Ad accompagnare le abilità troviamo la possibilità di personalizzare i colori ed i materiali che vanno a comporre la nostra armatura, aggiungendo diversi elementi cosmetici ad abbellire ulteriormente il tutto. Insomma, personalizzazione è la parola chiave di Anthem insieme a collaborazione, azione e strategia. Non possiamo ancora sbilanciarci sulla qualità della trama e della narrazione in quanto le pochissime missioni disponibili nella demo non forniscono abbastanza elementi per poter esprimere una qualsiasi impressione, in alcuni dialoghi era possibile scegliere la risposta da dare ma nulla di particolarmente significativo, almeno al momento. Oltre alle missioni principali, la demo di Anthem ha offerto un assaggio di quelli che sembrano voler costituire lo zoccolo duro della produzione, i forti. Si tratta di dungeon moderatamente lunghi all’interno dei quali dovremo fronteggiare diverse minacce per poi scontrarci con un boss finale. La curva di difficoltà, ampiamente plasmabile grazie a sei diversi gradi di sfida, non è particolarmente ripida e permette ai giocatori di adattarsi ai propri Javelin in modo comodo e difficilmente frustrante. Cambiare difficoltà vuol dire andare incontro ad un numero maggiore di nemici più potenti, i quali faranno più danno molto più danno del dovuto, amplificando così l’importanza delle abilità difensive dei vari Javelin e spingendo i giocatori a sincronizzare le proprie azioni ed i propri movimenti. Bioware ci ha dato soltanto un piccolissimo assaggio di quello che sembra essere un titolo davvero affascinante, forte di un comparto tecnico sbalorditivo ed una resa grafica ai vertici del videogioco moderno. Alcuni elementi risultano ancora da chiarire, il sistema di crafting si basa quasi esclusivamente sul farming dei vari ember che determinano la rarità dell’oggetto craftato. Assenti i classici drop da lootare dopo aver sconfitto un boss, sostituiti proprio da reagenti utili al crafting, sarebbe più incentivante poter trovare ed equipaggiare immediatamente armi ed armature durante le fasi di gioco. Allo stato attuale delle cose è infatti necessario tornare all’hub di partenza per poter effettuare modifiche al nostro equipaggiamento, frenando la progressione di gioco e costringendoci a tornare alla base. Anche la modalità free-roaming si presenta in modo abbastanza spoglio con sporadici eventi mondiali che compaiono randomicamente sulla mappa di gioco. Tutti elementi che troveranno chiarimento nella release finale che ci permetterà di esplorare Anthem nel suo intero. Non ci resta dunque che aspettare il 22 febbraio per poter mettere le mani sull’ultima fatica di Bioware, un titolo che promette davvero moltissimo e che ci ha colpiti grazie alla sua dose di azione, alla sua personalizzazione ed al suo comparto tecnico davvero incredibile.
Aspettative:
- Ampia possibilità di personalizzazione
- Classi ben diversificate
- Gunplay solido ed intuitivo
- Meccaniche elementali ed abilità ben distribuite
- Curva di apprendimento bilanciata
- Graficamente davvero impressionante
- Level design del dungeon molto interessante
Dubbi:
- C’è ancora molto da scoprire sulla trama
- Sistema di crafing leggermente limitato
- Impossibilità di cambiare il proprio equipaggiamento durante una spedizione
- Assenza di loot droppato dai nemici