L’autorità del Lussemburgo per la protezione dei dati (CNPD) ha multato Amazon per un totale record di 746 milioni di euro per non aver rispettato le norme sulla privacy dell’Unione Europea, secondo gli ultimi archivi della società.
La decisione è stata presa il 16 luglio, e il regolatore ha stabilito che “il trattamento dei dati personali da parte di Amazon non era conforme al regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE“.
L’autorità di protezione dei dati chiede anche “revisioni di pratiche“, che non sono state però dettagliate nel documento.
“Crediamo che la decisione del CNPD sia senza merito e intendiamo difenderci vigorosamente in questa materia“, ha detto l’azienda nel documento. Il CNPD non ha risposto a una richiesta di commento e ha precedentemente dichiarato che non è in grado di commentare i singoli casi, o anche confermare la ricezione di una denuncia, secondo la legge locale.
La sanzione è di gran lunga la più elevata richiesta ai sensi del GDPR 2018 e arriva dopo che un’indagine risalente a febbraio ha rivelato che le cattive pratiche di gestione potrebbero aver messo a rischio i dati di milioni di persone.
La commissione per la protezione dei dati del Lussemburgo, che supervisiona Amazon in quanto il rivenditore ha sede nel Granducato, ha schiaffeggiato l’azienda con la sanzione a seguito di un reclamo del 2018 del gruppo francese per i diritti digitali La Quadrature du Net che ha preso di mira il modo in cui Amazon ottiene il consenso per indirizzare le pubblicità.
“È davvero una buona notizia“, ha detto Bastien Le Querrec, de La Quadrature du Net. “Questo è una cifra davvero enorme“.
La ONG francese che la dimensione della sanzione indicava che è “inequivocabile” che il sistema di targeting pubblicitario di Amazon non ottiene il libero consenso degli utenti, in violazione del GDPR. Anche la precedente sanzione più alta del GDPR, una multa di 50 milioni di euro per Google, aveva avuto origine da una denuncia del gruppo francese.
Interrogato sulla sentenza, un portavoce di Amazon ha dichiarato: “Siamo fortemente in disaccordo con la sentenza della CNPD, e abbiamo intenzione di fare appello. La decisione relativa al modo in cui mostriamo ai clienti la pubblicità pertinente si basa su interpretazioni soggettive e non testate della legge europea sulla privacy e la multa proposta è del tutto sproporzionata rispetto anche a questa interpretazione“.
Amazon è abituata a trovarsi nelle polemiche, poco tempo fa infatti la compagnia era stata accusata di distruggere abitualmente migliaia di prodotti, anche molto costosi.