Uscito in contemporanea con il “fratello maggiore” Youngblood, Wolfenstein: Cyberpilot è uno spinoff della celebre saga di Bethesda, quasi giunta alla soglia dei quarant’anni, questa volta realizzato appositamente per il VR. Come da consuetudine, anche in Cyberpilot le nostre vittime preferite saranno i nazisti ma, anziché essere a piede libero a stanare crucchi, in Cyberpilot saremo chiamati a pilotare alcuni mecha armati fino ai denti e dal potenziale altamente distruttivo. Allo stesso modo di Youngblood, anche Wolfenstein: Cyberpilot è ambientato 19 anni dopo il precedente Wolfenstein II: The New Colossus, i due giochi, infatti, si svolgono praticamente in contemporanea, ma in location differenti.
Ci troviamo infatti a Parigi, in quella che è una versione alternativa del Novecento nel quale i Nazisti hanno vinto la Guerra e sono così sopravvissuti fino agli anni ’80. Cambia il punto di vista, cambia anche la prospettiva di gioco, ma non cambia la brutalità e lo spiccato humor nero della serie.
Andiamo a scoprire nel dettaglio le caratteristiche di questo nuovo Wolfestein per VR.
Au revoir, Shoshanna!
Francia, 1980. Il dominio nazista si è imposto anche nella città parigina, per sgominarlo questa volta i ribelli hanno deciso di sfruttare il loro stesso arsenale a proprio vantaggio. Il giocatore vestirà i panni di un Cyberpilot, che si risveglierà legato a una sedia in quella che sembra una base operativa tedesca. Una voce femminile dall’accento francese ci illustrerà il piano e ci guiderà attraverso i vari piani dello stabile. E’ Maria, operatrice che ci aiuterà nella nostra missione. Grazie anche all’aiuto di Jemma, un’IA che comunica testualmente attraverso un monitor fissato al tuo sedile, le nostre aiutanti ci forniranno quindi istruzioni preziose nel corso del gioco, oltre a elencarci i dettagli del piano che ci vedrà agire da protagonisti. Maria ha infatti rubato tre diversi Mecha che, dopo averli prontamente hackerati per seguire il tuo volere, potremo quindi pilotare nel corso di altrettante missioni, il tutto sfruttando una cabina virtuale situata nell’ultimo piano dell’edificio. Panzerhund, una bestia meccanica dotata di forza travolgente e impulsi elettromagnetici, Drone, un robottino volante dalle ridotte dimensioni con la capacità di polverizzare i nemici e mimetizzarsi per non essere scoperto e infine Zitadelle, un golem d’acciaio dotato di scudi e lanciamissili. Utilizzando i nostri controller Move come dei joystick, potremo quindi far muovere i nostri mecha e sfruttare il loro arsenale restando comodamente seduti all’interno della cabina di pilotaggio, usando i tasti fisici centrali per farlo avanzare o indietreggiare, oppure “premendo” dei pulsanti presenti ai nostri lati per attivare l’arma speciale oppure per ripristinare la salute. Ed è proprio il punto di vista in soggettiva a rendere maggiormente piacevole e immersivo il gameplay Wolfenstein: Cyberpilot, facendoci sentire davvero in controllo del mecha e trasformando la nostra sedia, poltrona o divano in una vera e propria cabina di pilotaggio, azzerando difatti la sensazione di motion sickness visti i movimenti meccanici e impostati dei nostri mezzi. All’interno dello stesso cockpit e con la stessa configurazione di pulsanti, virtuali e non, comanderemo quindi i tre mecha sfruttando però le loro caratteristiche univoche, che diversificheranno l’esperienza di gioco di volta
Non è tutto oro quel che luccica
Sembrerebbe tutto perfetto fin qui, non fosse che Wolfenstein: Cyberpilot altri che non è che un minigame che vi terrà impegnati un’ora o poco più.
Le poche missioni disponibili, infatti, si esauriranno in breve tempo, forse troppo breve considerati i 19,99€ del prezzo originale, non molto lontani dai 29,99€ richiesti per la sua controparte Youngblood. L’IA nemica pressoché inesistente facilita ulteriormente il compito rendendo così l’avventura una vera e propria passeggiata sanguinolenta per i borghi parigini. Non basta nemmeno il doppiaggio in italiano a giustificare il costo, viste le poche righe di dialogo presenti nel gioco. Le fasi d’intermezzo sono certamente un ottimo espediente per staccare da una battaglia e l’altra, soprattutto per gli irriverenti scambi di battute tra Maria e Jemma ma, anche in questo caso si tratta veramente di pochi sporadici momenti. Wolfenstein: Cyberpilot è quindi un gioco dal potenziale sicuramente elevato, ma che è stato sfruttato decisamente poco. Tutto funziona alla perfezione, ma resta la delusione di avere tra le mani un prodotto che poteva e doveva essere ampliato e sviluppato maggiormente, quantomeno per definirsi all’altezza dell’esborso richiesto.
PRO
- Buona implementazione dei controlli di movimento
- Ottimi spunti per un Wolfestein in realtà virtuale
CONTRO
- Decisamente troppo breve
- IA nemica non pervenuta
Versioni disponibili: PC, PS4
Versione testata: PS4
E’ richiesto il visore PlayStation VR.
Voto: 6,5