Con una nota inviataci direttamenta da Thalita Malagò successiva alla pubblicazione dell’articolo, Malagò ha precisato quanto segue:
“Il regolamento AGCOM (sulla base del testo che abbiamo potuto visionare durante il lavoro del comitato tecnico, ma che non sappiamo se sarà quello definitivo) impone un obbligo di classificazione, ma non va ad incidere sulla fase della vendita vera e propria, perché non rientra nelle competenze dell’Autorità“.
Notizia originale.
Da un po’ di tempo a questa parte non si fa altro che parlare del medium dei videogiochi e di come questo possa influire specialmente sulle menti dei giocatori più giovani.
In tal senso nei mesi scorsi l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha ufficialmente inserito la dipendenza da videogiochi (anche chiamata Gaming Disorder) tra le patologie mentali.
Proprio in tal senso nella Comunità Eurpea possiamo contare sulla classificazione PEGI, bollino presente sulla copertina di ogni videogioco nel vecchio continente, dal 2003, così da offrire una linea guida agli acquirenti ignari dei contenuti offerti dal titolo che si vuole acquistare.
Ebbene in queste ore il Direttore generale di AESVI, Thalita Malagò, ha annunciato che presto sarà obbligatorio per legge fare uso della classificazione PEGI nei videogiochi, non essendo quindi più un semplice suggerimento.
In sintesi quindi chi venderà un gioco con bollino “18” ad un minorenne sarà perseguibile per legge.
Eccovi le parole di Malagò:
“La Legge Cinema del 2016 ha fissato il principio generale, ispirandosi al sistema PEGI; dopo circa tre anni, siamo pervenuti a un regolamento vero e proprio che disciplina la materia della classificazione, firmato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni e scritto in collaborazione con gli operatori del settore, tra cui AESVI, all’interno di un apposito tavolo di co-regolamentazione.”
Vedremo quindi cosa comporterà questa novità decisamente importante per l’intero medium dei videogiochi, con il pubblico ed i retailer che verranno quindi responsabilizzati.