Pokémon Spada e Pokémon Scudo sono i nuovi titoli della serie principale dedicata ai mostriciattoli tascabili Nintendo, nonché successori di UltraSole e UltraLuna usciti a loro tempo su 3DS.
Fin dal primo annuncio di Pokémon Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee, The Pokémon Company aveva chiarito come i due remake di Pokémon Giallo non si trattassero dei nuovi capitoli della saga in lavorazione presso Game Freak, bensì degli spinoff intermedi, mentre i veri Pokémon “main” sarebbero stati rivelati in seguito con l’avvento del nuovo anno.
Detto-fatto, The Pokémon Company ha svelato in un Direct le sue nuove creazioni in esclusiva per Nintendo Switch.
Se però Let’s Go Pikachu e Eevee hanno convinto a metà, suscitando qualche polemica circa lo snaturamento delle meccaniche classiche della saga giustificate dalla classificazione dei due titoli come “spinoff”, era abbastanza scontato un ritorno alle origini con Scudo e Spada. Non solo, la volontà dei fan di un passo in avanti della serie legato alle nuove possibilità offerte dall’hardware di Switch presupponeva un cambio netto rispetto ai precedenti capitoli.
Tralasciando la bellezza o meno degli starter e le teorie più disparate circa la trama, andiamo ad analizzare ciò che non ci ha pienamente convinti di questo primo assaggio di Pokémon Spada e Pokémon Scudo.
Chi di Spada ferisce…
E’ bene precisare che 7 minuti di trailer sono effettivamente pochi per giudicare i nuovi titoli, ma è anche vero The Pokémon Company ha sempre saputo dare un assaggio delle caratteristiche peculiari dei futuri giochi già dal primo teaser d’annuncio, fornendo un’idea generale di quale fosse la fisionomia dei titoli senza spoilerare troppo.
Tornando indietro nel tempo, più precisamente nel 2013, possiamo infatti ricordare di come i teaser trailer di Pokémon X e Y si soffermassero sulla rinnovata veste grafica realizzata appositamente per il Nintendo 3DS, o di come, con Pokémon Sole e Luna, Nintendo fece leva sulla nuova location esotica di Alola, in netto contrasto con l’ambientazione tipicamente urbana dei precedenti capitoli.
In ogni caso, Nintendo si è sempre riservata qualche sorpresa post-reveal, non è quindi insensato ipotizzare che il “grosso” verrà riservato per i mesi a venire.
Quel che però balza subito all’occhio è che Pokémon Scudo e Pokémon Spada sembrano molto simili a quanto ci ha abituato Game Freak nel corso dei 23 anni di storia della saga, nel bene e nel male.
Escludendo spinoff come Pokémon Stadium e i successivi Colosseum e XD, oltre che esperimenti quali il GameBoy Adapter, periferica che permetteva di godersi Rosso/Blu/Giallo sullo schermo televisore, Scudo e Spada segneranno il debutto della serie main su home console.
Dalle prime immagini in-game di Spada e Scudo si evince di come il motore grafico sia molto simile a quanto visto in Let’s Go Pikachu e Eevee.
A storcere il naso, però, è la confermata presenza della telecamera fissa, elemento che limita l’esplorazione vanificando così le speranze di un Open World a tema Pokémon già oggetto di parecchi rumor dell’ultimo periodo.
Alcune delle features più apprezzate in LG: P & E, come la presenza dei Pokémon nell’overworld, sembrano invece essere state rimosse nei prossimi titoli, che quindi torneranno a riproporre il sistema visivo classico con i mostriciattoli nascosti tra i ciuffi di erba alta.
Nel complesso, Spada e Scudo non sembrano far gridare al miracolo in termini di grafica.
Visti i risultati raggiunti dalla console Nintendo, come lo spettacolare The Legend Of Zelda: Breath of the Wild o il coloratissimo Super Mario Odissey, c’è l’impressione che Game Freak non abbia spremuto a dovere l’hardware di Switch.
Resta invece la speranza di un cambio di rotta per quanto riguarda la difficoltà dei prossimi giochi Pokémon.
La decisione di The Pokémon Company di puntare sempre di più verso una fascia d’utenza d’età medio-bassa ha sicuramente allontanato buona parte dei giocatori di vecchia data.
L’introduzione di elementi sempre più agevolanti come il Condividi Esp. automatico o il catch rate aumentato per facilitare la cattura dei Pokémon Leggendari, ha fatto sì che la curva di difficoltà scendesse in picchiata, azzerando di fatto il fattore sfida dell’avventura principale e diminuendo di conseguenza l’appetibilità dei titoli da parte dei giocatori più esperti, ormai emigrati sul gioco competitivo.
Stessa storia, stesso posto, stesso pokébar
La serie Pokémon non spicca certamente per complessità di trama.
La formula divenuta canonica e riproposta ormai in ogni capitolo della saga principale, è quella del ragazzino, ignaro di ciò che lo attende, che parte alla scoperta del mondo per diventare il più grande Allenatore della regione, sfidando palestre e collezionando medaglie fino a conquistare il titolo di Campione, non prima però di aver sconfitto il Team nemico di turno.
La vera svolta in termini di narrativa avvenne nel 2003, quando uscì per Nintendo GameCube Pokémon Colosseum, seguito da Pokémon XD: Tempesta Oscura. Per la prima volta dei giochi Pokémon assunsero toni decisamente più maturi e adulti, quasi oscuri. Il team di sviluppo, infatti, si concentrò sulla trama stravolgendo gli standard narrativi della saga principale aggiungendo azione e colpi di scena.
In entrambi i titoli, il protagonista si scontra con il temibile Team Clepto, criminali intenzionati a sottrarre i Pokémon dei malcapitati allenatori, imprigionando i loro cuori e corrompendoli fino a farli trasformare in Pokémon Ombra.
Purificandoli, venivano così salvati per poi essere aggiunti al proprio team, una meccanica del tutto inedita a sostituzione del più tradizionale sistema di cattura.
Anche Orre, la regione nella quale sono ambientati i titoli, si presenta in maniera più dark e fredda rispetto alle variopinte ambientazioni dei classici della serie.
Dopo gli ottimi Bianco e Nero e i rispettivi sequel, però, la serie ha subito un’involuzione narrativa a partire da X e Y, dove Team nemico e Pokémon leggendari sono diventati sempre più elementi marginali e dal background appena abbozzato.
Personaggi come AZ, Necrozma o le Ultracreature, si sono rivelati solo un tentativo incompiuto di arricchire la Lore dietro ai titoli usciti per Nintendo 3DS.
Il timore è che Spada e Scudo possano seguire il trend dei loro predecessori, puntando sempre di più al gioco competitivo a sacrificio della trama e delle innovazioni nel gampeplay.
Le teorie riguardanti Scudo e Spada spuntano come funghi nel web, le più papabili sembrano essere quelle legate alla nuova regione che ospiterà i nuovi giochi.
Galar, questo il nome della regione, è chiaramente ispirata ai paesi Nord Europei, con forti richiami soprattutto alla Gran Bretagna.
Tuttavia, la totale assenza di personaggi di spicco o accenni di trama in questo trailer (nel quale, per la prima volta, non figurano nemmeno i Pokémon leggendari rappresentativi) è stata una vera e propria doccia fredda sulla fanbase, che sperava invece in qualcosa di mai visto fin’ora.
Non vogliamo fasciarci la testa già prima del dovuto, ma una cosa è certa: Pokémon Spada e Scudo possono e devono essere un passo generazionale in avanti.
I numeri guardano ancora a favore di Game Freak, ma il castello di carta inizia già a traballare e la serie rischia di diventare sempre di più lo spettro di se stessa.
Urge quindi una poké-rivoluzione che possa rilanciare il brand così da catturare l’attenzione non solo dei fan di lunga data, ma anche di quella fetta di videogiocatori più scettici che da anni snobbano la serie definendola “per bambini”.
I dubbi e le preplessità restano, così come la certezza di essere di fronte ai nuovi titoli di una saga che in fondo, sotto a quella montagna di difetti e dettagli anacronistici, riesce comunque ancora a divertire.
Gotta catch’em all.